10 settembre 2014.
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John
Edward Mack (New York, 10 aprile 1929 - Londra, 27 settembre 2004) è
stato uno psichiatra e saggista statunitense, professore della Harvard
Medical School. Ha ricevuto il Premio Pulitzer e progressivamente è
diventato una delle maggiori autorità sugli effetti spirituali e/o
comportamentali su alcuni pazienti che sostengono di aver subito
esperienze di rapimento alieno...
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Nato
a New York City, John Mack si laurea in medicina nella Harvard Medical
School (Cum Laude, 1955) dopo aver eseguito studi superiori nell'Oberlin
College (Phi Beta Kappa, 1951). Si specializzò nella Boston
Psychoanalytic Society and Institute e ricevette un certificato che gli
consentiva di praticare la psicoanalisi su adulti e minorenni. Il tema
conduttore della sua vita di lavoro è stata l'esplorazione di come le
personali percezioni del mondo possono alterare le proprie relazioni.
Mack affronta la questione della "visione del mondo" a livello
individuale nelle sue prime esplorazioni cliniche dei sogni, degli
incubi e del suicidio nell'adolescenza, e nel libro A Prince of Our
Disorder, esegue uno studio biografico della vita dell'ufficiale
britannico Thomas Edward Lawrence, lavoro per il quale nel 1977 riceve
il Pulitzer Prize for Biography. Questo tema delle percezioni personali
viene portato ad un estremo controverso negli anni novanta quando Mack
inizia uno studio pluri-decennale su 200 donne e uomini che riferivano
esperienze di abduction da parte di supposte creature aliene.
Questo incontri sono stati riferiti almeno sin dagli anni cinquanta (la
prima storia riferita da Antonio Villas Boas), che hanno ricevuto
un'attenzione dal mondo accademico, ad esempio da specialisti come il
Dr. R. Leo Sprinkle, tra i primi ad occuparsi di questi studi negli anni
sessanta. John E. Mack, rimane comunque la più stimata autorità
accademica che abbia studiato questa faccenda. All'inizio Mack
sospettava che quelle persone soffrissero di qualche disturbo mentale,
ma dopo un attento esame, si rese contro che nessuna patologia ovvia era
presente nelle persone che intervistava, aumentando ulteriormente il
suo interesse. Seguendo l'incoraggiamento del suo amico di vecchia data
Thomas Kuhn, che prediceva che l'argomento poteva destare molte
controversie, ma che si poteva portare avanti l'indagine se Mack si
limitava a raccogliere i dati e ad ignorare le prevalenti
interpretazioni materialistiche, dualiste e l'analisi basata sul
distinguo "è questo oppure è quello" ("either/or" analysis), Mack
cominciò ad organizzare studi e interviste. Molti tra i pazienti da lui
intervistati riferirono che i loro incontri avevano cambiato il modo di
rapportarsi al mondo, che includeva il sentirsi in un elevato sentimento
di spiritualità e di preoccupazione ambientalista. Mack era piuttosto
guardingo nelle sue investigazioni e interpretazioni del fenomeno delle
abduction rispetto ai primi ricercatori che si occuparono della materia.
Il professore di letteratura Terry Matheson scriveva che "Tutto
sommato, Mack presenta il resoconto più ragionevole che si possa trovare
al momento, almeno mentre questi racconti di abduction procedevano."
(Matheson, 251) In un'intervista senza data, il Dr. Jeffrey Mishlove
dichiarò che Mack sembrava "propenso a dare a questi rapporti di
[abduction] un qualche valore". Mack faceva notare che esiste una storia
mondiale di esperienze visionarie, specialmente nelle società
pre-industriali. Un esempio è la ricerca di visioni mistiche comune a
molte culture dei nativi americani. Mack mette in rilievo che soltanto
recentemente nella cultura occidentale, questi eventi visionari o di
estasi sono stati interpretati come aberrazioni o addirittura come
malattia mentale. Mack suggerisce che i racconti di abduction possano
essere inquadrati meglio come parte della più vasta e antica tradizione
delle esperienze di incontro con santi (nella tradizione cristiana) o
con divinità (nella tradizione dei pagani). Il suo interesse negli
aspetti spirituali o trasformazionali degli incontri delle persone con alieni, e la sua proposta che l'esperienza di contatto alieno
possa essere in sé più trascendente (immateriale) che fisica in natura -
ma nonostante questo assolutamente reale - fatto che progressivamente
lo distinse da molti dei suoi contemporanei, come Budd Hopkins, che
sosteneva la realtà fisica degli alieni. In
seguito il suo interesse si estese alla considerazione generale dei
meriti di una nozione espansa della realtà, una nozione che consenta
esperienze che possono anche non inquadrarsi nel paradigma occidentale
del materialismo, ma che comunque cambiano profondamente la vita delle
persone. Il suo secondo libro sulle esperienze di incontro con gli alieni,
Passport to the Cosmos: Human Transformation and Alien Encounters
(1999), era piuttosto un trattato filosofico che collegava i temi della
spiritualità e i punti di vista mondiali moderni, costituendo il culmine
del suo lavoro con gli "experiencers", le persone che hanno vissuto
l'incontro con gli alieni, tema centrale al
quale è dedicato il libro. Nel 1994, il Decano della Harvard Medical
School nominò un comitato paritario (peer review) per indagare sulle
pratiche mediche e investigazioni cliniche delle persone che hanno
raccontato i loro "incontri alieni" al Dr. Mack
(alcuni di questi casi sono stati descritti nel libro Abduction, scritto
da Mack nel 1994). Nello stesso articolo della BBC sopracitato, Angela
Hind scrive, "Si tratta della prima volta nella storia di Harvard nel
quale un professore ordinario viene sottoposto a questo tipo di
inchiesta." Mack descrisse l'investigazione come "kafkiana": non venne
mai informato molto dello status dell'indagine in corso, la natura delle
lamentele dei suoi critici cambiava frequentemente, e la maggior parte
delle loro accuse si dimostrarono prive di fondamento quando sottoposte a
stretto scrutinio. Dopo 14 mesi di inchiesta, vi erano crescenti
interrogativi da parte della comunità accademica (includendo il
professore di Legge di Harvard Alan Dershowitz) riguardo alla validità
dell'investigazione di un professore ordinario di Harvard che non era
sospettato di violazioni dell'etica o di cattiva condotta professionale.
Harvard allora pubblicò una dichiarazione nella quale il Decano
"riaffermava la libertà accademica del Dr. Mack per studiare
qualsivoglia argomento correlato alla psichiatria e per poter formulare
le sue opinioni senza impedimento," concludendo che il "Dr. Mack rimane
un membro prominente della Facoltà di Medicina di Harvard." (Mack venne
sottoposto a censura per alcuni errori metodologici.) Ricevette ausilio
legale da Roderick MacLeish e da Daniel Sheehan, e il sostegno economico
di Laurance Rockefeller, che inoltre finanziò il centro di ricerche di
Mack per quattro anni consecutivi, per una cifra di 250.000 $/anno.
Lunedì 27 settembre del 2004 mentre si trovava a Londra per tenere una
conferenza ad una società dedicata a T.E.Lawrence, Mack venne investito e
ucciso (alle ore 23:25) da un guidatore ubriaco che si trovava nella
strada Totteridge Lane. Perse coscienza nel
luogo dell'incidente e venne dichiarato morto poco dopo. Il guidatore
venne arrestato nel luogo, e si dichiarò colpevole di guida disattenta
sotto l'influenza dell'alcool. La famiglia di Mack chiese indulgenza
verso il sospetto (in una lettera alla Wood Green Crown Court). "Anche
se questo è un evento tragico per la nostra famiglia," la lettera
affermava che "sentiamo che il comportamento dell'investitore non era né
malizioso né intenzionale, e non abbiamo attiva volontà contro di lui,
dal momento che abbiamo saputo le circostanze della collisione."
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Curiosità:
Venne intervistato per un film documentario sul Dalai Lama, Dalai Lama
Renaissance, dove parla delle sue conversazioni con il Dalai Lama
riguardo agli alieni, ma l'intervista venne tagliata durante l'editing finale del film.
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APPROFONDIMENTO
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P. H.: Dr. Mack, grazie per essere qui. Ci può raccontare un po' della Sua vita?
John
Mack: Per prima cosa mi piacerebbe darvi una panoramica sul cosiddetto
fenomeno delle "abductions", quindi affrontare il problema rappresentato
dai metodi a nostra disposizione per riconoscere quando ci si trovi
veramente di fronte a tale strano fenomeno e, infine, vorrei discutere
le implicazioni che tale fenomeno e fenomeni consimili implicano per il
mondo. Per prima cosa voglio darvi qualche notizia sulla mia formazione e
su come sono venuto a contatto con una materia tanto inusuale. Sono
della città di New York , lavoro alla Harvard University a Boston. Sono
psichiatra e psicanalista e sono particolarmente interessato alle
esperienze fuori dall'ordinario. Malgrado ciò quando iniziai a sentir
parlare di questi casi in cui la gente sosteneva di essere stata portata
da strani esseri all'interno di UFO pensai di trovarmi di fronte ad una
nuova forma di demenza... Però, dopo aver esaminato una cinquantina di
soggetti che, secondo me, erano portatori di una esperienza genuina, mi
resi conto che questa questione non aveva nulla a che fare con le
malattie mentali. Nel 1994, sicuro di trovarmi su un "terreno solido",
pubblicai il mio primo libro "Abductions" (in ed. italiana, "Rapiti",
Mondadori, anche in edizione Oscar con prefazione d Roberto Pinotti).
Ciò ebbe una grande risonanza sui mass media e venni invitato a diversi
talk-shows tra cui Larry King e Oprah Winfrey. Ingenuamente pensavo che
tale interesse fosse dovuto all'argomento che riguardava il grande
problema degli UFO, invece non mi ero accorto che a loro interessava
solo vedere un professore di Harvard che si rendeva ridicolo. Ero così
esaltato dalla scoperta che siamo veramente contattati da strani esseri
che pensai che anche i miei colleghi della Scuola di Medicina di Harvard
avrebbero condiviso tale entusiasmo. Purtroppo fui molto ingenuo perché
la reazione delle autorità della Scuola di Medicina fu tutt'altro che
entusiasta.
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P. H.: Come ha saputo che potevano esserci dei problemi?
John
Mack: Cominciai a preoccuparmi e pensai che sarebbe stato meglio
parlarne personalmente al Decano, visto che appariva chiaro che essi non
approvavano il mio lavoro. Invece di ottenere un appuntamento da lui
ricevetti una lettera che mi informava che era stata nominata una
commissione, di tre persone: questa commissione aveva il compito di
determinare dove e quando avessi sbagliato. Si trattava di un passo
senza precedenti per una Università che si era sempre vantata di
difendere a tutti i costi la libertà accademica. A questo punto vorrei
dire a cosa è servita la commissione che è venuta a seguire il mio
lavoro per quattordici mesi: il risultato della investigazione condotta
nei miei confronti fu una specie di tregua in cui non vinse nessuno e
nessuna azione venne intrapresa contro di me ma, semplicemente, fui
incoraggiato a proseguire mio lavoro solo se avessi rispettato le regole
della Scuola di Medicina, regole che non mi sono mai state comunicate.
Voglio porre in risalto ciò che questa investigazione mi ha insegnato e
di cosa si è trattato in realtà: per quale motivo il mio lavoro destava
tanta preoccupazione nell'Università? Per rispondere a questa domanda
dobbiamo dare un'occhiata generale alla fenomenologia riguardante
l'esperienza di contatto con gli UFO e quindi addentrarci in ulteriori
campi di ricerca.
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P. H.: Quanti casi ha esaminato?
John
Mack: Ho esaminato tre-quattrocento persone che hanno avuto questa
esperienza sia negli Stati Uniti che in altri paesi e culture. Esiste un
fenomeno di base che conosciamo tutti e che consiste nel fatto che una
persona viene "contattata": a letto, in casa, in macchina, su un campo
da gioco eccetera. Non sempre viene visto l'UFO, ma sempre viene vista
una luce. Posso aggiungere che la questione della luce e dell'energia in
essa contenuta, ricorrente in questa fenomenologia, è di estrema
:importanza e richiederebbe uno studio a sé. La persona viene
"prelevata" (e qui sorge un problema di linguaggio), anche attraverso un
muro o una finestra, per giungere in un luogo chiuso dove hanno luogo
certi procedimenti simili a quelli che avete sentito descrivere da un
Travis Walton. Per molto tempo, molti anni, soprattutto grazie alla
pionieristica ricerca di Budd Hopkins, abbiamo ritenuto che lo scopo
principale di ciò fosse la creazione di una nuova razza ibrida, visto
che era ricorrente il racconto di prelievi di ovuli nelle donne, di
sperma negli uomini e di strani feti ibridi allevati sulle astronavi aliene.
Oggi ho la sensazione che il fenomeno stia cambiando rispetto a quel
tipo di esperienze originarie e che l'esame fisico dia luogo ad
esperienze più complesse. Una delle cose che dovuto fare per lavorare in
questo campo è stato mettere da parte le mie nozioni sul funzionamento
dell'Universo. Per gli uomini è naturale cercare di collegare le nuove
fenomenologie con ciò che già si conosce. Per esempio, se gli alieni
vogliono effettuare sperimentazioni sui nostri corpi, per quale motivo
prelevano tante persone? Questo è un tipico modo di proiettare su di un
fenomeno sconosciuto e nuovo ciò che noi già sappiamo sugli esami
medici.
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P. H.: Quali sono i problemi più gravi sorti circa la spiegazione del fenomeno?
John
Mack: C'è un incrocio culturale alla base del fenomeno. Vorrei
soffermarmi sul problema del linguaggio e su come noi percepiamo le cose
che ci sembrano strane. Per esempio, parole come "abduction" o "alieno"
già condizionano il discorso in una certa direzione. La parola
"abduction" o "rapimento" non va bene per due motivi: primo, perché
implica che le persone che hanno avuto questi contatti vengano prelevate
contro la loro volontà, come quando i rapitori sono uomini, e ciò non è
sempre vero; secondo, implica che la persona sia portata fisicamente,
con tutto il corpo, all'interno di una nave spaziale, e ciò non è sempre
vero. Un altro aspetto del contatto è quello che riguarda il
trasferimento di informazioni agli esseri umani mediante telepatia o
mostrando al contattato particolari immagini. La maggior parte di queste
informazioni riguardano le azioni distruttive della nostra specie nei
confronti del nostro pianeta. È come se stessimo creando, con i nostri
comportamenti ecologici planetari, dei problemi ben più grandi a livello
galattico. Coloro che vivono l'"esperienza" ricevono capacità e talenti
che non sono compatibili con le loro conoscenze. Ad esempio possono
scoprire di possedere un grande talento artistico scaturito da questa
esperienza oppure viene loro data una conoscenza scientifica ben al di
là della loro formazione scolastica oppure, ancora, dicono di aver
immagazzinato formule matematiche e nozioni scientifiche che, sottoposte
a verifica, costringono gli scienziati a riconoscere la loro
veridicità. Personalmente ho potuto studiare diversi di questi casi.
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P. H.: Le va di parlare di tali prove? Come si sa se uno dice la verità?
John
Mack: Vorrei proprio parlare del problema rappresentato dalle prove.
Come possiamo essere sicuri che le esperienze riportate da questi
soggetti siano vere? Come valutiamo questi resoconti e come ne
determiniamo l'autenticità? Per esempio, quando compio le mie
valutazioni, mi è chiaro che non ha senso che persone sane di mente
inventino tali storie. Non possono averle apprese dai mezzi di
comunicazione perché spesso sanno ben più di quanto tali mezzi non
sappiano. Comunque manca sempre qualcosa quando si decide di stabilire
se, raccontando storie cosi bizzarre, le persone stiano dicendo la
verità e se sia il caso di prendere sul serio i loro racconti. Al
momento non disponiamo ancora di un tale criterio di valutazione e io
sto lavorando proprio a questo, cercando di delineare una nuova Scienza
dell'Esperienza. Nella scienza tradizionale, quando osserviamo un certo
fenomeno, cerchiamo di oggettivare il più possibile ciò che stiamo
studiando, ma quando si cerca di comprendere qualcosa che è tanto
importante e profondo per un soggetto non possiamo tenerci in disparte e
dobbiamo "entrare" nella coscienza di quella
persona. Cosi facendo susciteremo le ire dei critici che diranno: "Ciò
che stai apprendendo è troppo soggettivo!" Ma il problema è proprio
questo: quando si giunge a conoscenze così profonde l'analista deve
vivere "soggettivamente" l'esperienza del soggetto.
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P. H.: Ha ragione sul fatto che tutto questo costituisce un vero mistero da spiegare. Ma che tipo di prove ci sono in proposito?
John
Mack: A questo punto dovete sapere che in questa fenomenologia abbiamo
le prove di modelli ricorrenti e simili evidenziatisi in centinaia se
non migliaia di casi. Ciò sta aiutando a creare un nuovo atteggiamento
nei confronti dei testimoni. Quando un testimone parla tutti si
accorgono che egli ha veramente sperimentato un altro tipo di realtà. La
sincerità, la verità e la forza d'animo sono misurabili proprio come le
distanze e i pesi, ma in un modo diverso. Nella nostra cultura
esperienze come quelle dei rapimenti alieni,
degli UFO e dei Crop Circles vengono definite "anomale", ma ciò non
accade in tutte le culture. Molte delle nostre esperienze rientrano nel
rango delle anomalie e quando ho parlato di esse con dei Nativi
americani loro hanno semplicemente risposto che non sono anomalie e che
al contrario loro le conoscono perché come fatti che rientrano nelle
esperienze umane. Adesso voglio parlarvi dell'attuale visione del mondo e
di come essa agisce. Ci si è sempre riferiti ad essa come ad un
paradigma e la si è associata al pensiero scientifico, ma io preferisco
chiamarla "visione del mondo" (i filosofi tedeschi la definivano con
termine "weltanschauung") perché riguarda qualcosa di ben più grande
della sola scienza. La visione del mondo è il modo in cui organizziamo
la realtà; corrisponde al modo in cui pensiamo che le cose funzionino e
per noi è come una bussola, uno strumento di navigazione che ci permette
di tenere insieme la nostra psiche. Quando mi affibbiarono la
commissione d'inchiesta compresi che stavo mettendo in pericolo la
visione del mondo su cui i miei colleghi si basavano. "Quando minacci
l'imperatore allora lui ti colpisce".
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P. H.: Si tratta dunque di cambiare paradigma o "worldview": ovvero la nostra "visione del mondo"?
John
Mack: Sì, la visione del mondo dominante nella nostra società potrebbe
essere definita "umanesimo antropocentrico newtoniano-cartesiano". È una
visione che colloca l'essere umano al vertice di una gerarchia cosmica
di intelligenze. Il modo più semplice per definirla è Materialismo
Scientifico. In questa visione del mondo la materia è energia, è la
realtà primaria e nel Cosmo non esiste alcuna intelligenza superiore. Il
suo metodo di studio è basato sulla realtà oggettiva e sulla
separazione tra l'investigatore ed il fenomeno investigato. Bene, questa
visione del mondo che ha dominato la nostra società è in errore. È in
errore in ogni importante elemento che la costituisce. Prima di tutto
sappiamo che esiste tutta una serie di fenomeni che non riusciamo a
spiegare e che questo metodo scientifico non riesce neanche a trattare.
Molte delle cose che oggi abbiamo scoperto in tal modo non possono
nemmeno essere studiate. La visione del mondo dominante è terribilmente
distruttiva perché tratta l'intero pianeta come se fosse un semplice
ammasso di risorse pronte per essere sfruttate, per le quali vale la
pena combattere qualsiasi guerra e che saranno conquistate dal più
forte. Da questa visione non può scaturire alcuna vera gioia per
l'umanità perché le uniche gratificazioni possibili sono sempre e
soltanto di tipo materiale. Ma ora una nuova visione del mondo sta
emergendo ed essa dà spazio anche a chi crede che esistano intelligenze
superiori nell'universo. Quello che accade ai miei clienti è una
dimostrazione dell'esistenza di tali intelligenze; i Cerchi nel Grano
provano che tali intelligenze stanno cercando di comunicare con noi. In
questa nuova visione del mondo è compreso un modello dell'Universo in
cui tutto comunica con il Tutto e ciò trova conferme anche nella fisica
d'avanguardia. Per tale nuova visione del mondo sono necessarie nuove
ondate di conoscenza insieme ad un risveglio spirituale. Questo
cambiamento che avviene intorno a noi incontra ostilità e resistenze
molto forti perché il mantenimento del vecchio sistema di pensiero ha
richiesto enormi investimenti economici, politici e psicologici. Ma
ormai vediamo ovunque persone che si aprono a questa nuova visione del
mondo. Quanto sarebbe diverso il mondo se questa nuova visione
diventasse quella dominante?
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Fonte: Autori Vari
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