Il diluvio che cancellò antiche civiltà.
Diecimila anni fa una gigantesca meteorite cadde sulla terra causando all'impatto lo spostamento dell'asse terrestre di ben 2000 km. Ne conseguì un vero e proprio cataclisma che sconvolse l'intero pianeta. Le acque dei mari si innalzarono al di sopra del loro livello sommergendo molte terre. Si narra che due grandi continenti sparirono per sempre: Atlantide e Mu. Eppure quando rifiutano il diluvio biblico e l'Arca di Noè in quanto favole, gli scienziati stanno ignorando che in tutto il mondo ci sono moltissimi miti afferenti questo evento catastrofico, oltre quelli che troviamo nei resoconti mesopotamici ed ebraici che raccontano la stessa storia di un disastro planetario avvenuto in tempi preistorici che ha praticamente sterminato il genere umano.
Enormi meteoriti scavarono, diecimila o dodicimila anni fa, grossi crateri nell'America Centro Meridionale, in Georgia, Virginia, Carolina e sul fondo dell'Oceano Atlantico al largo di Portorico. Si formarono le cascate del Niagara e s'innalzarono le Ande. Scomparve la coltre ghiacciata che copriva la Scandinavia, la Gran Bretagna, l'Irlanda, l'Europa Continentale. Un clima rigido invadeva La Siberia. La corrente del Golfo arrivò a toccare le nostre sponde perché, come afferma il geologo austriaco Otto Much, non trovò più nulla a fermarla. Mentre Atlantide spariva nella fossa di Cariaco - 350 km a est di Caracas - il fondale emergeva. Lo strato dell’iridio presente nel suolo proverebbe l’impatto con un grande asteroide. Sono tutti concordi che la produzione di questo elemento, in seguito all'attività dei soli vulcani, non giustifica le tracce di iridio sulla Terra, in India, Bangladesh, Italia, Europa.
Intorno allo strato lasciato dall'attività vulcanica ne è stato trovato, sopra e sotto, un altro più consistente che contribuisce ad allargare la fascia del minerale fino a 50 cm. Quindi è certo un impatto con un grosso asteroide, o probabilmente l'incrociarsi con una cometa e la sua coda o, ancora, uno sciame di modesti asteroidi. Secondo Charroux il diluvio viene ricordato anche in America e una prova è la pietra detta "degli astronomi", della collezione Ica (si tratta di una vera e propria glittoteca - biblioteca di pietre incise - che traccia una storia di una umanità vissuta 65 milioni di anni fa. La scoperta di questa straordinaria eredità della preistoria è stata fatta dal Dr. Javier Cabrera), anche se tali pietre sollevano molti dubbi. Su di una di esse due persone stanno studiando un fenomeno celeste con un telescopio, un oggetto volante sale verso il cielo mentre tre comete cadono; vi sono stelle che brillano insolitamente, un immensa nuvola striata a simboleggiare la pioggia che segue la coda di una grossa cometa. I continenti sono raffigurati semi sommersi e una stella precipita su un continente o sopra una grandissima isola. In primo piano un'imbarcazione con tre personaggi a bordo. Alcune tracce lasciate dal cataclisma sono ancora evidenti e molto si ritrova nelle cronache antiche. L'evento che i comuni mortali hanno avuto modo di conoscere come "diluvio universale" (è un tema ricorrente in molte varie culture, anche se probabilmente le più conosciute in tempi moderni sono il racconto biblico dell'Arca di Noè, la storia Indù Puranica di Manu) è stato scientificamente provato. In Antartide sono state scoperte intere foreste fossili di betulle, faggi ed altri alberi che vivevano in zone temperate. Nel cuore gelato della Siberia sono state rinvenute specie ed animali sterminati da un repentino cataclisma globale. Sono state scoperte mappe antiche che mostrano il continente di Antartide secoli prima che fosse scoperto. Un secolo fa un archeologo concluse che la città di Tiwanaku in Bolivia fosse un osservatorio astronomico allineato al sole ed alle stelle. Secondo i suoi calcoli il sito ha 17000 anni. I suoi riscontri sono stati messi in ridicolo sino a poco tempo fa; grazie alle nuove tecnologie, ai computers e ai satelliti costruiti dall'uomo, la datazione esatta della città Tiwanaku in Bolivia dovrebbe essere di circa 12000 anni, rendendola, di fatto, la città più antica mai conosciuta. Chi la costruì?
Puerta del Sol, presso il sito archeologico di Tiwanaku in Bolivia (Fonte: Dalla rete) |
Ritorniamo in Egitto, fra le piramidi della piana di Giza, di cui tratta l'ultimo post da me realizzato nella giornata di ieri 29 u.s., ed analizziamo, dal punto di vista geologico, la Sfinge.
La Sfinge.
La testa della Sfinge, presso la piana di Giza in Egitto. (Fonte: Dalla rete) |
Nel suo libro da "Da Atlantide alla Sfinge" Colin Wilson raccoglie indizi che lui ed altri ritengono metterebbero sulle tracce di una antica civiltà molto evoluta che avrebbe avuto inizio prima della storia che ci hanno fatto studiare sui libri di scuola. Wilson prende le mosse dalla datazione della Sfinge, che molti egittologi datano nel 2500 circa per via di una lapide trovata nei dintorni.
Le analisi cui è stata sottoposta la stessa Sfinge, tuttavia, mostrano che essa, a differenza delle Piramidi, è stata soggetta all'erosione dell'acqua... bisognerebbe dunque tornare indietro, e molto, a un periodo geologicamente compatibile. Ma allora manca all'appello una civiltà, per l'appunto quella che avrebbe costruito la Sfinge, e magari la medesima da cui gli egizi avrebbero assunto le loro conoscenze relative al cielo (è noto che conoscessero nel dettaglio, per esempio, la posizione di alcune stelle che solo in tempi recenti sono state studiate con precisione) e magari anche alcuni principi achitettonici. Il testo di Wilson è assolutamente denso di ipotesi e dettagliatamente argomentato, tramite l'ausilio di una ricca documentazione e di riferimenti bibliografici. La trattazione non si ferma alla sola Sfinge, ma anzi procede molto oltre: dalle civiltà precolombiane americane alla celeberrima Atlantide. Il materiale concettuale di cui si parla è vastissimo: per darne un esempio, cito un fatto tra i tanti. Sono stati scoperti dei portolani (mappe delle coste dovute alla navigazione di esploratori) antichissimi che ricostruiscono il perimetro dell'Antartide, comprensivo di promontori, foreste e fiumi! Il filosofo greco Platone descrive dettagliatamente una civiltà simile che a detta dei sacerdoti egizi esisteva migliaia di anni prima della loro comparsa, finché non fu distrutta da un enorme cataclisma. Platone la chiama: Atlantide.
Atlantide.
Platone riporta una discussione avvenuta nel 421 a.C. ad Atene, cui parteciparono Socrate, Timeo, Ermocrate e Crizia:
« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. (...) In tempi posteriori (...), essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte (...) tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »
Nel Timeo si racconta di come Solone, giunto in Egitto, fosse venuto a conoscenza da alcuni sacerdoti egizi di una antica battaglia avvenuta tra gli Atlantidei e gli antenati degli Ateniesi, che avrebbe visto vincenti i secondi. Secondo i sacerdoti, Atlantide era una monarchia assai potente, con enormi mire espansionistiche. Situata geograficamente oltre le Colonne d'Ercole, politicamente controllava l'Africa fino all'Egitto e l'Europa fino all'Italia. Proprio nel periodo della guerra con gli Ateniesi un immenso cataclisma fece sprofondare l'isola nell'Oceano, distruggendo per sempre la civiltà di Atlantide. Nel dialogo successivo, il Crizia, Platone descrive più nel dettaglio la situazione geopolitica di Atlantide, collocando il tutto novemila anni prima. Secondo Platone il dio Poseidone si sarebbe innamorato di Clito, una fanciulla di Atlantide, e "recinse la collina dove ella viveva, alternando tre zone di mare e di terra in cerchi concentrici di diversa ampiezza, due erano fatti di terra e tre d'acqua ...". Al centro della città vi era il tempio di Poseidone e Clito, lungo 250 metri ed alto in proporzione, rivestito di argento al di fuori e di oricalco all'interno, con al centro una statua d'oro di Poseidone sul suo cocchio di destrieri alati, che arrivava a toccare la volta del tempio. Poseidone e Clito ebbero 10 figli, il primo dei quali, Atlante, sarebbe divenuto in seguito il governatore dell'Impero. La civiltà atlantidea divenne una monarchia ricca e potente e l'isola fu divisa in dieci zone, ognuna governata da un figlio di Poseidone e dai relativi discendenti. Inizialmente il loro era stato un governo saggio e giusto ma la convivenza con i mortali li corruppe a tal punto che Zeus fu costretto ad intervenire, inabissando l'isola.
Platone riferisce nel Timeo che l'isola era più grande della Libia (Nord Africa) e dell'Asia (Anatolia) messe insieme.
Continua....al prossimo post!
Fonte:
Linkografia:
- http://www.edicolaweb.net/edic072a.htm;
- http://it.wikipedia.org/wiki/Diluvio_universale;
- http://it.wikipedia.org/wiki/Arca_di_No%C3%A8;
- http://es.wikipedia.org/wiki/Imperio_incaico;
- http://it.wikipedia.org/wiki/Sfinge_di_Giza;
- http://it.wikipedia.org/wiki/Atlantide.
- (R. Charroux, "Civiltà Perdute e Misteriose" - Mediterranee 1973) ;
- Otto Muck, "THE SECRET OF ATLANTIS",1976 by GhbH Econ Verlag, Dusseldorf - Vienna;
- "Le Pietre di Ica" di Cornelia Petratu e Bernard Roidinger, Edizioni Mediterranee;
- "Da Atlantide alla Sfinge" di Colin Wilson, Macrolibrarsi 1996.
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