9 dic. 2013.
La presenza di esseri intelligenti sarebbe stata rilevata da diversi anni sul nostro satellite naturale: la Luna. Ma, secondo la Pravda, i nostri leader hanno ritenuto opportuno classificare questa "scoperta" top secret dopo aver realizzato che il loro potere e privilegi non avrebbero sopportato a lungo la divulgazione di tali informazioni. La NASA ha una serie impressionante di immagini della Luna. La maggior parte sono state classificate top secret e non vengono divulgate, tra cui i documenti che dimostrano che alcune regioni della Luna non assomigliano a uno di questi paesaggi freddi, desolati e inospitali che hanno voluto farci credere. È ormai accertato che ci sono delle costruzioni sulla Luna; ci sono ponti, torri, edifici e cupole enormi.
Richard Hoagland, uno specialista nella ricerca spaziale, stima che la NASA ha lavorato per anni per rivedere le immagini prima della pubblicazione. Alcuni ricercatori, tra cui Hoagland credono che una razza aliena,anticamente aveva utilizzato la Luna come base prima di venire a impegnarsi in vari esperimenti sulla Terra e sugli esseri umani. Questa interpretazione sembra essere confermata dai miti e leggende di molte antiche civiltà della Terra.
La storia delle strutture lunari artificiali cominciava ufficialmente in America nel 1953, quando John J. O’Neil, redattore scientifico ed astronomo dilettante, scriveva su una pubblicazione di astronomia di avere individuato, con il proprio telescopio, un ponte lungo quasi diciannove chilometri sulla Luna, tra due promontori ai limiti del Mare delle Crisi. La struttura era dritta come un fuso e proiettava una lunga striscia d’ombra. La scoperta trovò in seguito una spiegazione naturale: l’immagine era un gioco di luce prodotto dalla struttura rocciosa del terreno. Ciò non impedì che, quando la televisione americana trasmise le prime immagini del Mare delle Crisi riprese dalla missione Apollo 16, nell’aprile del 1972, altri studiosi si dicessero sicuri della presenza, nello stesso punto, di ponti, alcuni arcuati e altri rettilinei, che proiettavano un’ombra resa chiaramente visibile dalla luce solare.
Sin dall’Ottocento diversi scienziati ed astronomi dilettanti avevano notato sulla superficie lunare l’apparizione improvvisa e momentanea di luci intermittenti che apparivano e scomparivano, di punti a forma di stella, di colorazioni rossastre, di pulsazioni bianche o blu in cima ai picchi o in fondo ai crateri; queste luci comparivano specialmente nelle aree denominate Aristarco, Platone, Gassendi,Madler e Tycho. Ribattezzate fenomeni luminosi transeunti, le misteriose luci fantasma erano state segnalate anche dall’astronomo tedesco Friedrich Herschel, scopritore di Urano, e in tempi più recenti dagli astronauti Evans e Schmitt, dell’Apollo 17; essi avevano avvistato due lampi di luce sulla superficie del nostro satellite, in seguito “spiegate” come effetti di vulcanismo lunare. UFO, indizi di attività biologica aliena o fenomeni naturali, le luci transeunti, contribuirono negli anni Quaranta e Cinquanta al diffondersi della credenza che la Luna fosse abitata. Dal XVIII Secolo, in effetti, sono stati segnalati alcuni episodi inverosimili:
- Il 22 ottobre 1790, Herschel, durante un’eclisse totale di Luna, vide diversi punti brillanti e luminosi, piccoli e rotondi;
- Il 7 Marzo 1794, il dottor William Wilkins, di Norwich, vide una luce simile ad una stella sulla parte scura del disco lunare; durò 15 minuti ed era visibile ad occhio nudo;
- Nel 1783,1787 e 1821, Herschel vide luci brillanti sopra la Luna ed intorno ad essa;
- Il 7 Settembre 1820, molti osservatori francesi videro, durante un’eclisse lunare, strani oggetti che si muovevano in linea retta, come se stessero compiendo movimenti, tipo manovre militari per la loro precisione degli spostamenti e delle evoluzioni;
- Il 9 Aprile 1867, Thos G. Elger comunicò all’”Astronomical Register” di aver visto fiammeggiare improvvisamente una parte scura della Luna come una stella di settima grandezza. Il fenomeno durò dalle 7,30 della sera fino alle 9,30. Secondo il testimone, non era la prima volta che vedeva luci sulla Luna, ma mai erano state così chiare;
- 7 Agosto 1869, il prof. Swift di Matton (Illinois), vide durante un’eclisse di Sole alcuni oggetti attraversare la Luna 20 minuti prima della totalità dell’eclisse. In Europa, i professori Hines e Zentmayer comunicarono a Les Mondes di Parigi, di aver visto anch’essi tali oggetti che sembravano viaggiare in linee rette parallele. Il “Journal of the Franklin Institute” registrò un’osservazione identica;
- 13 Maggio 1870, luci che variavano in numero, secondo gli osservatori inglesi, furono viste sul cratere Platone. Le luci si accendevano e si spegnevano alternativamente;
- 1874, il signor Lamey, in l’”Annèe Scientifique”, descrive un gran numero di corpi neri attraversare la Luna.
- 1874, Rankin testimonia di aver osservato punti luminosi durante l’eclisse di Sole;
- 24 Aprile 1877, il professor Schafarik, di Praga, osservò un oggetto di un bianco accecante che attraversava lentamente il disco lunare e usciva da esso;
- 20 Febbraio 1877, il signor Trouvelot, dell’”Osservatorio di Meudon” (Parigi) vide nel cratere Eudoxus una sottile linea luminosa, come un filo teso sul cratere;
- marzo 1877, sull’”Astronomical Register” inglese fu riportato di una luce brillante sopra il disco lunare nel cratere Proclus; lo stesso mese ne apparve un’altra nel cratere Picard;
- 21 marzo 1877, C. Barrett, astronomo inglese, vide una luce brillante sul cratere Proclus;
- 21 Marzo 1877, il professor Henry Harrison di New York, vide una luce sulla parte oscura della Luna;
- Contemporaneamente Frank Dennett dall’Inghilterra, vide un piccolo punto luminoso nel cratere di Bessel;
- 23 Novembre 1877, il dottor Klein comunicò al quotidiano scientifico francese “L’Astronomie”: “Vidi un triangolo luminoso sul fondo del cratere Platone”. La stessa notte dell’osservazione di Klein, alcuni astronomi statunitensi videro misteriosi punti di luce dirigersi verso Platone da altri crateri lunari, che si disposero a triangolo sopra il cratere Platone;
- 27 Settembre 1881, oggetto luminoso si muove attraversando la Luna. È stato visto dal dottor Prescott in Arizona, dal dottor Warren E. Davy e da G.O. Scott, sempre in Arizona il 7 Marzo;
- Tra il 21 Febbraio 1885 e il 19 Dicembre 1919, i fenomeni visti in vari crateri lunari comprendono: fumo rossiccio; un oggetto curvo come uno scudo; una zona nera che diventa bianca; qualcosa come un cavo luminoso nel cratere Aristarco; due luci l’11 Maggio 1885 che ripetono esattamente l’11 Maggio dell’anno seguente macchia nerissima con bordo bianco; macchia nera nel centro del cratere Copernico; oggetto nero come l’inchiostro sul bordo del cratere Aristarco; macchie nerissime sui crateri Lexall e Littrow;
- 15 Novembre 1899, da Dourite nella Dordogna (Francia), fu vista alle sette del pomeriggio un’enorme “stella” bianca, rossa e azzurra che si muoveva come una cometa vicino alla Luna;
- 10 Maggio 1902, il colonnello Markwick dal Devon meridionale vide molti oggetti colorati, come piccoli soli, che si muovevano in cielo vicino alla Luna;
- 26 Novembre 1910, da Besancon fu visto come un imponente razzo partire dalla Luna durante un’eclisse di questa (La Nature-Francia). Nello stesso giorno, il “Journal of the British Association for the Advancement of Science” comunicò che era stata vista una macchia luminosa sopra la Luna durante l’eclisse;
- 27 Gennaio 1912, F.B. Harris comunicò alla rivista inglese “Popular Astronomy” di aver visto sulla Luna un oggetto scurissimo di circa 250 metri di lunghezza e 150 di larghezza, simile ad un immenso corvo posato;
- 29 Agosto 1917, oggetto brillante che si muove sopra il disco lunare (Bollettino della Società Astronomica di Francia);
- 14-21 Giugno 1959, per varie notti consecutive Francesco Almor, illustre membro della “Società Astronomica Aster” di Barcellona, e molti altri suoi colleghi osservarono il passaggio di uno strano oggetto, o meglio un’ombra ellittica sul disco della Luna. La traiettoria dell’oggetto andava da sud a nord e oscillava ogni 15 secondi esatti ricomparendo esattamente ogni 35 minuti. Probabilmente l’oggetto si trovava ad una distanza dalla Luna di circa 2000 Km ed aveva un diametro di circa 35 Km. Ci fu gran sorpresa e meraviglia tra tutti gli studiosi. Così come bruscamente era apparso, allo stesso modo l’oggetto scomparve dopo il 21 Giugno.
Vediamo altre interessanti anomalie:
- Il 29 Marzo 1939, viene osservato un debole bagliore all'interno del cratere Copernico ed il gruppo di collinette vicino al centro non mostra i soliti contorni ben definiti, ma offuscati come se ci fosse della nebbia;
- Il 19 Ottobre 1945, ancora Patrick Moore vide due punti luminosi brillare come stelle sulla parete del cratere Darwin, di solito molto scura;
- Il 20 Giugno 1948, nel cratere Philolaus, verso nord-ovest, Raurn osservò, per oltre 15 minuti, dei bagliori con una tenue colorazione rossastra;
- Il 2 Agosto 1948, Patrick Moore se ne stava a guardare il “Mare Crisium”, con lo scopo di disegnare una mappa dettagliata, quando si accorse che nel lato occidentale, presso Capo Agarurn, la cosa gli si presentò abbastanza difficile. Con grande stupore notò che la zona era ricoperta da una sostanza luminescente simile a nebbia;
- Il 28 Ottobre 1963, Barr e Greenacre osservarono tre punti nella zona dei crateri Herodotus e Aristarcus: brilleranno di una luce rosso-arancio per cinque minuti;
- Il 17 Luglio 1969, in contemporanea con l’Osservatorio di Bochum, gli astronauti Armstrong e Aldrin, a bordo dell’Apollo 11, osservarono un punto luminoso accendersi nella zona del cratere Aristarcus.
Il 26 Agosto 1966 la sonda americana “Orbiter 1″ scattò una serie di foto sulla faccia nascosta della Luna. In una di queste si evidenziava la presenza di un cratere largo una cinquantina di Km fuso con le pareti di un cratere più piccolo. I crateri in discussione avevano indiscutibilmente la forma di un ottagono. Un esame più ravvicinato dell’area “Bullialdus-Lubinicky” e di “Tycho”, rivela la presenza di più servomeccanismi a X, di più di un cratere ad imbuto in corso di lavorazione e naturalmente di più segnali a croce sul bordo del cratere. G.H. Leonard, nel suo libro “Qualcun altro è sulla Luna” (Somebody Else Is On the Moon), trae da questi fatti alcune conclusioni interessanti ed in particolare pensa che crateri di determinate dimensioni e con una forma caratteristica non si siano formati per impatto meteorico, o per fenomeni vulcanici o per altre cause naturali, ma grazie all'attività consapevole ed intelligente dei Seleniti. Precisa, infine, che parte del terreno che presenta il cosiddetto “effetto stagno” non è una reliquia di un remoto passato ma l’effetto dell’azione vaporizzante dei servomeccanismi fatti a X. Con un insieme d’attrezzature aventi un raggio d’azione che supera almeno 40 volte quelle usate sulla Terra, i Seleniti sono impegnati a polverizzare una montagna alta quasi 5800 metri.
George H. Leonard, nel suo libro, dà spiegazioni dettagliate. Analizzando con molta cura le foto realizzate dalla sonda “Ranger VII”, Leonard si è accorto che il suo impatto lunare (31 Luglio 1964) era avvenuto a circa 350 chilometri dal cratere “Bullialdus”, guarda caso dove era stata già notata un’imponente apparecchiatura collegata ad un generatore e dove si era registrata un’intensa attività sismica. Una delle foto, che aveva sconcertato gli scienziati della NASA, mostrava sei oggetti costruiti con notevole maestria ed una nuvola di foschia o di vapore che fuoriusciva da una protuberanza a forma di torretta. Leonard ha dedotto subito che la sonda “Ranger VII” fosse stata programmata per individuare proprio questo bersaglio e scoprire così il grande mistero. Ha dichiarato poi che la zona era molto probabilmente un parcheggio per cosmoaerei all’esterno di una delle entrate principali di una città sotterranea.
Leonard afferma ancora che esaminando più da vicino un determinato tratto di terreno lunare, ha la sensazione di trovarsi davanti a lavori di mimetizzazione, a contraffazioni, ad una messinscena, probabilmente perché i Seleniti non vogliono presentarci la superficie lunare com'è veramente. Lo studio di molte foto lunari lo porta a considerare il fenomeno dei solchi scavati dai massi che sono rotolati lungo il pendio di qualche rilievo. La NASA stessa ha ammesso di non poter dare alcuna spiegazione sulla causa che ha fatto rotolare i massi. Leonard si chiede: "ma sono stati proprio quei massi a scavare i solchi?"
Nel continuare la ricerca egli ha scoperto che nella foto 67-H-1135 l’oggetto più piccolo che vi compare ha lasciato una scia, che è la più lunga di tutte, ed è uscito da un cratere prima di continuare la corsa giù per la collina. E sul masso in questione s’intravede un disegno simmetrico. Un messaggio dei Seleniti? La foto 67-H-758 rappresenta un edificio, un veicolo o una forma di vita. Uno degli enigmi più difficili da spiegare riguarda i raggi bianchi che fuoriescono da molti crateri e si diffondono in tutte le direzioni. Ci sono raggi così larghi che non è possibile distinguerli singolarmente perché formano una massa bianca intorno al cratere; altri sono stretti come linee di gesso. E nessuno sa come si sono formati. I Fenomeni transienti Lunari potrebbero essere prodotti da un’attività industriale che elimina i gas per pompaggio, quindi ci devono essere momenti in cui i termofusori interrompono l’attività e i bagliori si spengono. Leonard è dell’opinione che il cratere “Tycho” sia una zona di notevole interesse: in un’area di circa 1800 ettari vi é un’intensa attività e vi è presenza d’enormi costruzioni. Ci sono poi i “terreni raschiati” visibili all’estremità di alcuni crateri più piccoli. Il terreno raschiato ha sempre forma di un quadrato o di un rettangolo. Nella maggior parte dei casi le aree raschiate e livellate si trovano ad intervalli di 90° intorno al cratere. Sembra abbastanza credibile che questi terreni raschiati e livellati siano il risultato di un’attività intelligente. Forse stanno ad indicare i luoghi dove alcuni oggetti si poserebbero durante i lavori di vaporizzazione del cratere? Nel 1971, quando il modulo lunare dell' Apollo XIV atterrò sulla superficie lunare, l'equipaggio comprese che il loro sbarco era stato osservato a distanza da un oggetto volante semi-trasparente a forma di piramide. Era fermo a pochi metri dalla superficie, emettendo i colori cangianti dell'arcobaleno contro il cielo nero. Al ritorno sulla Terra, quando un giornalista chiese all'astronauta Edgar D. Mitchell come avesse vissuto questa esperienza, egli rispose: "abbiamo avuto l'impressione di non essere soli ed essere costantemente osservati. Ma non avevamo alternative, se non quella di pregare." Johnston, che ha lavorato presso il Centro Spaziale di Houston e ha studiato foto e video scattate durante il programma Apollo, un giorno ha avuto una conversazione con Richard Hoagland sugli oggetti trovati sulla Luna. Egli ha dichiarato che la NASA era molto seccata, a causa del numero considerevole di oggetti misteriosi di provenienza ignota che sono stati elencati costringendo l'ente spaziale a fermare tutti i programmi futuri di volo con equipaggio sulla Luna. I ricercatori della NASA sono particolarmente interessati in strutture che ricordano antiche città scomparse. Le foto mostrano una configurazione molto regolare geometrica basata su costruzioni quadrate e rettangolari. Assomigliano nell'aspetto a delle città sulla Terra, se viste dallo spazio da un'altezza di 8 km o 5.
Non c’è dubbio, dunque, sul fatto che la Luna sia stata teatro di strani avvenimenti e che probabilmente costituisca già da molto tempo una base d’appoggio per le civiltà extraterrestri. Ma l’episodio più interessante, proposto dagli astronomi, risale all’anno 1954. Proprio in quel periodo la Luna salì sugli onori della stampa quotidiana poiché il noto selenologo H.P. Wilkins, in una trasmissione radiofonica nazionale inglese, ebbe modo di intrattenere gli ascoltatori su vari aspetti del nostro satellite e nell’occasione rivelò la scoperta di un gigantesco ponte “naturale”. La notizia era abbastanza insolita ma acquistò notevole valore perché il dottor Wilkins era ben noto nel campo scientifico per la sua grande mappa lunare (7,5 metri di diametro) che gli era costata ben 25 anni di lavoro. Questo fatto “marginale” gli diede la notorietà, giacché il dettaglio lunare innescò una serie di rappresentazioni tanto pittoresche quanto immaginose da attribuirgli dimensioni fantastiche e né mancò chi pensò di addossare la sua costruzione ai Seleniti, gli antichi abitatori lunari. Il ponte era stato localizzato sulle rive orientali del “Mare Crisium”, situato presso il bordo occidentale della Luna e ben noto per la sua forma regolare. A metà circa delle sue rive orientali, in prossimità del luminoso cratere Proclus, che diffonde la sua corona di larghi raggi su gran parte del fondo cupo e vellutato del “mare”, si notano due prominenze rocciose che si fronteggiano, che nei piccoli strumenti appaiono rigorosamente simmetriche e che prendono il nome di “Promontorium Olivium” e “Promontorium Lavinium”. Il paesaggio intorno non è molto tormentato. Ad ovest affiorano, dalla coltre scura del “Mare Crisium”, ruderi di un piccolo circolo parzialmente sepolto, “Yerkes”, accompagnato da una bassa scogliera diretta al nord che lo collega ad un piccolo cratere, ma assai profondo, “Yerkes E”.I due promontori non sono nettamente separati: un gruppo di dettagli molto delicati li congiungono ed uno di questi è il ponte. Pochi giorni dopo la Luna Piena, secondo le osservazioni di Wilkins, l’ombra del ponte si proietta nettamente sul tratto scuro ed uniforme che sta tra i promontori e Yerkes.Com’era nata questa scoperta? Wilkins, ai primi di Agosto del 1953, ricevette una lettera da J.J. O’Neill, redattore scientifico del “New York Herald Tribune”, che gli annunciava di aver scoperto il 28 Luglio, per mezzo di un rifrattore di 100 mm, un gigantesco ponte naturale sulle rive del Mare Crisium, collegante due montagne separate da un intervallo di circa due miglia. O’Neill chiedeva conferma della sua scoperta e Wilkins non poté far altro che confermare, nonostante fosse abbastanza scettico inizialmente.
La foto 67-H-327 mostra un cratere il cui orlo è indubbiamente a forma d’esagono. Nel punto culminante si trova l’oggetto appollaiato all’interno dell’orlo e sembra una campana subacquea sui trampoli: questo presenta una somiglianza straordinaria con alcuni veicoli terrestri destinati all’allunaggio.
La Luna ha una superficie piena di contrassegni assai interessanti. C’è una presenza di geroglifici, di segni o contrassegni dei quali quello che si ripete di più è quello dell’albero della vita. E sempre è chiuso in un cerchio o in un ovale. Sulla Luna si trovano pure segnali o frecce direzionali. L’esempio più significativo si trova sugli altipiani nei pressi del cratere “King”.Sulla Luna è visibile una struttura interessante che assume la forma di una torre esile e slanciata, alta un chilometro e mezzo e forse più. È una delle prove più chiare ed evidenti della presenza d’esseri intelligenti. Le torri sono invariabilmente diritte ed allungate e, cosa ancor più interessante, quando si trovano su un rilievo o su un massiccio montuoso, si trovano sempre nel punto più alto. Si possono così riassumere:
- Antenne in cima alle montagne;
- Torri collegate da un cavo o da un filamento;
- Torri isolate che si ergono verticalmente dal terreno; strutture anomale: strutture a S che si alzano verso il cielo, torri a zig-zag e parallele; ci sono fenomeni che sfuggono ad una precisa classificazione per la loro eccentricità.
Il libro “Qualcun altro è sulla Luna” termina con un’affermazione di Sam Wittcomb, ex dipendente della NASA, dopo aver espressamente affermato che gli addetti alle ricerche spaziali non possono assolutamente parlare di quanto sanno sulla Luna e su altre missioni nei vari pianeti: "Nella primavera del 1975 si sono riuniti scienziati provenienti da molti paesi. L’incontro si è svolto in Inghilterra. Volevano parlare con calma degli extraterrestri e delle loro attività. Molti responsabili politici però si sono spaventati. Hanno invitato un fisico del Colorado, un certo Joachim Kuetner, che aveva lavorato al programma lunare e sapeva quello che accade lassù. Aveva notizie di prima mano sulla frenetica attività edilizia e sugli scavi in corso, sulla vaporizzazione dei crateri e sui lavori d’incisione e rifinitura dei rilievi e delle creste dei crateri. Non so esattamente di cosa abbiano parlato. Ma puoi scommettere che sanno benissimo che la Luna non appartiene più al popolo della Terra, se mai lo è stata. La Luna è loro."
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