Luna: il perché di un viaggio...

9 dicembre 2013
9 dic. 2013.


L'impresa "Apollo" è costata cinquanta miliardi di dollari in moneta del 1978. In quel tempo era circa il bilancio di un anno dello Stato Italiano. Indubbiamente tanti soldi. Saranno stati spesi bene? Qualcuno ha detto che l'allunaggio è stato una grande vittoria dell'intelligenza e una terribile sconfitta della ragione. Young, Silcock e Dunn ne hanno tratto un libro-scandalo intitolato "Il prezzo della Luna". La corsa verso la conquista della Luna ha prodotto conquiste tecnologiche e scientifiche di enorme importanza che sono arrivate fin dentro alla nostra vita quotidiana (personal computer, microprocessori e componenti elettronici sempre più piccoli, ecc. ecc.). 
La sicurezza aeronautica è molto cresciuta grazie all'esperienza degli astronauti e alla messa a punto di sistemi sperimentali per la prima volta nell'industria dello spazio: si pensi, a tal uopo, al "navigatore inerziale" che oggi controlla automaticamente il volo dei "Jumbo". E poi, ancora, la tecnologia sviluppata per viaggi interplanetari è arrivata nei nostri ospedali con i laser oggi usati in sala operatoria ed altro... Ma tutto ciò basta a giustificare il viaggio Terra - Luna? E' vero che solo il cinque per cento degli investimenti si è tradotto in programmi strettamente scientifici, mentre tutto il resto è servito a finanziare una colossale operazione di propaganda? E' difficile rispondere. 
Marshall McLuhan, il celebre filosofo e sociologo della comunicazione di massa, quello dello "slogan" secondo cui "il mezzo è il messaggio", nel 1969 non era ancora molto integrato nel "sistema". Il suo giudizio è duro e polemico: "L'allunaggio è un'arroganza persino ridicola. Non posso prendere sul serio il viaggio sulla Luna. Tutt'al più mi posso divertire. La Luna è Giulio Verne, appartiene alla metà dell'Ottocento e forse dicendo questo sono persino troppo ottimista. Si va sulla Luna per confermare i romanzetti di Giulio Verne? Per me è proprio ciò che stiamo facendo."
Margaret Mead, antropologa, morta verso la fine del 1978 dopo aver rifondato la scienza a cui aveva dedicato i suoi 77 anni di vita: " Il viaggio sulla Luna è un imperativo dell'uomo moderno. Se l'umanità  non sfruttasse le potenzialità insite nel progresso che le è proprio, sarebbe come se avesse scelto di morire. Dal progresso nascono nuovi problemi, nuovi stimoli, e di conseguenza nuove soluzioni. Avventurarsi nell'universo vuol dire affrontare problemi ecologici - la scienza del rapporto tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda - capaci di portarci elementi risolutivi per molte piaghe della nostra epoca: come l'inquinamento dell'aria, dell'acqua, la struttura sociale delle megalopoli. Un ponte gettato sull'acqua - o nello spazio, se volete - è una risposta all'esigenza di creare un nuovo paesaggio. Dal paesaggio nasce la poesia. Il viaggio verso la Luna era nel destino naturale dell'uomo."
Robert Jastrow, fisico: "La parte scientifica del volo lunare soffoca quella moderna, politica, anche sciovinistica, se volete. Che cosa ci aspettiamo dalle pietre lunari raccolte da Neil Armstrong? Di sapere la storia ignota del nostro mondo, dell'universo. Allora, se, come speriamo, la risposta ci sarà, le migliaia di miliardi investiti nell'arco di dodici anni per realizzare il progetto "Apollo" saranno una cifra accettabile e forse persino modesta rispetto al risultato. Sappiamo che il sistema solare è antico, la sua storia incomincia qualcosa come cinque miliardi di anni fa. Anche la Terra ha press'a poco questa età, e non è difficile studiarla perché ci abitiamo. Ma sulla nostra Terra non possiamo venire a sapere niente riguardo al primo miliardo dell'esistenza del pianeta. Erosioni e altri processi fisiochimici hanno cancellato quella storia. E così nelle nostre conoscenze esiste un vuoto di un miliardo di anni, e sono proprio il periodo più importante non solo per capire l'origine del sistema solare, ma anche l'origine della vita. Oggi non sappiamo com'era la Terra quando, circa tre miliardi e mezzo di anni fa, è apparso il primo elementare essere vivente. Con l'esplorazione della Luna si può forse sconfinare nel regno della biochimica e della biologia. Esiste una risposta alle nostre domande sulla Luna? Non lo sappiamo, ma abbiamo buone ragioni per credere che ci sia. Non andare lassù a cercare questa risposta sarebbe stato un errore e contro l'interesse dell'umanità."
Ancora l'antropologa Margaret Mead: " Se si potesse accertare che esistono altre vite, altri mondi abitati nell'universo, tutto cambierebbe nella natura, nella mentalità dell'uomo. Finirebbe l'arroganza, incomincerebbe un'epoca aurea in cui la natura umana esprimerebbe le sue doti migliori. Ma soltanto un atto di arroganza come l'allunaggio può consentire di andare avanti in questa ricerca di altre vite oltre la frontiera terrestre. Io dico che proprio dal punto di vista di una ecologia umana questa impresa ha un significato molto importante. Bernard Lovell, il direttore dell'Osservatorio di Jodrell Bank, mi ha fatto fare un'osservazione significativa. - Se analizzate il meccanismo della civiltà nei millenni - mi ha detto - scoprirete che soltanto le comunità preparate a combattere con i problemi insolubili al limite delle loro capacità tecnologiche sono in grado di sopravvivere e progredire. L'impero romano è decaduto quando ha smesso di essere progressista in quel senso. - Il fenomeno della lotta contro l'ignoto al limite delle possibilità della tecnica si ripete oggi negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica. Io penso che in queste due comunità stia lo sviluppo del futuro, sono convinta che via via che il pianeta Terra diventa superpopolato e superurbanizzato le possibilità delle grandi avventure diminuiscono, la pigrizia mentale, cioè, in pratica, quella scientifica, si diffonde, le malattie del nostro tempo, le tragedie dell'umanità, tenderanno a diventare croniche, accettate, subite. Il viaggio verso la Luna è la sveglia dello spirito d'avventura, una spinta ad allargare le frontiere. Del resto quando la gente si domanda perché, se possiamo arrivare sulla Luna, non possiamo risolvere i problemi fondamentali della Terra, propone proprio una nuova ricerca stimolata dal viaggio lunare."


Bibliografia:
"Pionieri del cielo" di Piero Bianucci, Edizioni SugarCo, Milano, 1979, da pag. 37 a pag. 42.


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