“E un giorno mi svegliai” il nuovo fantasy di Francesco Toscano.

17 novembre 2012
17 novembre 2012.

“E un giorno mi svegliai” è un fantasy, o per meglio dire un “paranormal romance”. 

Il personaggio principale del libro, Salvatore CUZZUPERI, di circa quarant’anni, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che, nell’estate del 2011, rimane vittima di un’esperienza di abduction, in Italia fenomeno meglio conosciuto come  rapimento da parte di una razza aliena. 

In particolare, il CUZZUPERI sarà addotto dagli alieni cosiddetti Grigi, Zeta e/o Reticuliani, assimilabili ai Malachim della mitologia sumerica, su ordine di un’altra civiltà aliena millenaria: gli Anunnaki[1].

Il CUZZUPERI si troverà ad affrontare numerose disavventure, finendo in mezzo al conflitto che contrappone gli Anunnaki ai Rettiliani, altra razza aliena, i cui appartenenti hanno le sembianze di grosse lucertole evolute e sono interessati a impossessarsi dell’energia spirituale di cui è dotata una parte della popolazione umana.

I Rettiliani, avrà modo di intuire il CUZZUPERI, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell’Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un DNA simile a quello dell’uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki.

Cuzzuperi scoprirà, in seguito, di non essere l’unico uomo a essere stato rapito e che gli Anunnaki, attraverso i Malachim, loro sudditi, stanno eseguendo degli esperimenti genetici d’ibridazione tra la nostra specie e la loro.

Nel corso del “viaggio”, che durerà circa quattrocento anni terrestri, il CUZZUPERI perderà pian piano la sua umanità divenendo, come altri suoi simili che si trovavano a bordo dell’astronave dei Malachim, un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli “antichi dèi”, per essere  accolto come un nuovo membro della “fratellanza cosmica”. 

D’accordo con gli alieni che hanno ideato il suo rapimento, il CUZZUPERI deciderà, malgrado si fosse reso conto dello scarso stadio evolutivo raggiunto dalla sua specie, di salvare l’umanità che vive sulla Terra la quale nel 2036 sarà minacciata da un asteroide vagante nello spazio e in rotta di collisione con il suo pianeta di origine, noto agli scienziati del suo tempo con il nome di Apophis[2].

Si risveglierà, infine, all’interno della sua utilitaria, ferma sul margine destro della carreggiata della strada che stava inizialmente percorrendo per raggiungere la sua abitazione, e all’interno della quale è rimasto “intrappolato” nel corso di quel sogno, lungo e profondo, che gli ha fatto credere di aver realmente vissuto quell’esperienza paranormale nel corso della quale è stato costretto a vivere a bordo di astronavi aliene, e lontano anni luce dal pianeta Terra.

Il suo più grande cruccio, per tutto il resto della vita che gli sarebbe rimasta da vivere, sarebbe stato quello di chiedersi, giorno dopo giorno, se si fosse trattato realmente di un sogno o di cruda realtà. 

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[1] Secondo i trattati dello studioso Zecharia Sitchin, il più grande sostenitore della “Teoria degli antichi astronauti”, deceduto a New York nel 2010, gli Anunnaki provengono da un ipotetico pianeta del nostro stesso sistema solare, chiamato Nibiru, e sono stati adorati come dèi dalla civiltà sumerica. I signori provenienti da Nibiru, sin dall'antichità, sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta. Quando il pianeta Nibiru giunse nel punto della sua orbita più vicino alla Terra fu inviata una prima spedizione di esseri viventi capeggiata da Enki, un nome che ricorre spesso nella mitologia dei Sumeri. I luoghi scelti furono la Valle del Nilo, la Valle dell'Indo e la Mesopotamia.
 [2] Apophis appartiene a un gruppo denominato "asteroidi Aten", pianetini la cui orbita ha un semiasse maggiore inferiore a un'unità astronomica. Apophis, in particolare, ruota attorno al Sole con un periodo orbitale pari a circa 323 giorni, e la sua orbita lo porta ad attraversare per due volte quella della Terra a ogni rivoluzione. In base alla luminosità osservata, si era inizialmente stimato che il suo diametro fosse all'incirca 415 metri; una stima più precisa, basata sulle osservazioni spettroscopiche effettuate nel 2005 alle Isole Hawaii presso l'Infrared Telescope Facility della NASA da Binzel, Rivkin, Bus e Tokunaga, ha indicato un diametro di circa 320 m e una massa di 4,6×1010 kg. Ulteriori stime hanno ridotto la stima del diametro a circa 270 metri. In base ai dati del febbraio 2005, si prevede che il 13 aprile 2029 l'asteroide passerà a circa 36.350 chilometri di distanza dalla superficie terrestre, una quota poco superiore a quella dei satelliti geostazionari, che è di 35.786 chilometri. La sua luminosità apparente sarà di magnitudine 3,3 circa, con una velocità angolare massima di 42° all'ora. Si ritiene che un passaggio così ravvicinato di un asteroide di questo tipo accada soltanto ogni 1.300 anni circa. Il massimo diametro angolare apparente sarà soltanto di 2 secondi d'arco, il che significa che apparirà puntiforme e indistinguibile da una stella per tutti i telescopi tranne quelli più grandi.

1 comments:

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    Buona lettura!
    Francesco Toscano

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