I miti: solo leggende?

18 gennaio 2021

Walls of Troy, Hisarlik, Turkey


18 gennaio 2021.

Nel 1868 l'archeologo dilettante Heinrich Schliemann si dedicò a cercare quella che credeva fosse la città che aveva ispirato la guerra di Troia descritta in uno dei grandi classici della letteratura, il poema epico di Omero, conosciuto come "Iliade". Scritto nell'ottavo secolo avanti Cristo, l'Iliade narra la storia di una grande guerra nata da faide e gelosie tra dèi. Anche se molti storici credevano che la guerra di Troia fosse un'invenzione frutto dell'elaborazione mentale di Omero, Heinrich Schliemann era deciso a dimostrare che il mito era una realtà. Le scoperte di Schliemann hanno scosso il mondo dell'archeologia. Nel 1868, ritiratosi dagli affari, Schliemann si dedicò alla realizzazione dei suoi sogni, i viaggi e le scoperte archeologiche. Nel Settembre del 1869, divorziato dalla moglie russa, si sposò con la giovane greca Sophia Engastromenou e nel 1870 intraprese un viaggio verso la Cina e il Giappone; successivamente si trasferì in Italia, in Grecia e infine in Turchia. Presso la collina di Hissarlik iniziò la ricerca delle mura di Troia con la collaborazione di Frank Calvert, viceconsole britannico proprietario dei terreni, che già aveva ipotizzato di poter trovare le rovine della città presso quel sito. In quell'anno eseguì un primo scavo clandestino, suscitando le ire del governo turco. Nel 1871 ottenne l'autorizzazione a compiere le ricerche in Terra turca e organizzò a proprie spese una spedizione archeologica in Anatolia, sulla sponda asiatica dello Stretto dei Dardanelli, luogo che la tradizione indicava come possibile sito della città diTroia. L'archeologo tedesco fermò la propria attenzione sulla collina di Hissarlik, un'altura in posizione favorevole per una roccaforte, dalla quale si poteva dominare tutta la piana circostante; seguendo le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici, il 4 Agosto 1872 Schliemann rinvenne vasellame, oggetti domestici, armi e anche le mura e le fondamenta non di una sola città, quella di Priamo, ma di ben altre otto città diverse, costruite l'una sulle rovine dell'altra (i risultati delle ricerche furono resi noti nel 1874 nell'opera Antichità troiane). Ma se la storia di Troia scritta da Omero è vera, forse lo sono anche le altre storie di altri miti Greci? E' possibile che siano esistiti degli dèi potenti e capricciosi? E se sì, da dove venivano? Ogni giorno in Grecia migliaia di turisti visitano i resti di templi e monumenti costruiti dai Greci, migliaia di anni fa, per onorare i loro dèi: l'Acropoli, il Partenone, Delfi, il tempio di Apollo, ecc. ecc. Questi siti storici riflettono una venerazione profonda per esseri che avrebbero dominato il mondo migliaia di anni fa. Se gli antichi Greci inventarono le storie degli dèi come tentativo primitivo di spiegare il proprio Universo, come si spiega la presenza di divinità simili in zone e culture completamente diverse di tutto il pianeta? Si tratta di coincidenze o questi dèi che scendevano dal cielo sulla Terra, avevano un'origine comune? I Sumeri ci descrivono una storia visiva di questi esseri; questa antica civiltà mesopotamica chiamava questi esseri venuti dal cielo Anunnaki (cioè coloro che sono venuti dal cielo sulla Terra). Secondo Erich von Däniken, nel suo libro "Gli extraterrestri torneranno?" (un libro teorizzante il fatto che realmente la Terra sarebbe stata visitata in passato da extraterrestri, riportando una serie di casistiche, racconti, oggetti e manufatti quanto mai strani che ancora oggi si possono trovare sulla Terra), alcune migliaia di anni fa, quando i nostri antenati erano ancora primitivi, degli esseri extraterrestri sono scesi sulla Terra e grazie alla loro tecnologia vennero scambiati per divinità. Il monte Olimpo, la più alta montagna della Grecia: secondo la mitologia era qui che abitavano gli dèi. Sul monte Olimpo, Zeus sedeva sul trono e determinava il fato dei mortali. La casa degli dèi sul monte Olimpo, la cui parte superiore si sollevava, ovunque se ne parla, è descritta come un magnifico palazzo in cima a una montagna; le mura del tempio risplendevano di oro e di argento, brillanti di luci simili a pietre preziose. Se riconsideriamo oggi, con gli occhi dell'uomo moderno, la casa degli dèi sul monte Olimpo, possiamo supporre che si trattasse di una nave spaziale, anche perché se ne parla di un luogo rombante. [...]

Tratto dal saggio dal titolo "A proposito degli alieni..." di Francesco Toscano e Enrico Messina, pagg. 137 e 138. 

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