L' abduction di Linda Cortile (pseudonimo di Linda Napolitano).

2 dicembre 2020
2 dicembre 2020 

Il ricercatore e ufologo Budd Hopkins negli anni ottanta scrisse alcuni libri che riportavano numerose storie di statunitensi rimasti vittime di abduction. Uno dei casi più noti descritti da Hopkins riguardava il rapimento di Linda Cortile (pseudonimo di Linda Napolitano), il quale avrebbe avuto quale testimone oculare del rapimento una importante figura della politica internazionale, che in molti, mesi dopo, hanno identificato in Javier Pérez de Cuéllar (che ha smentito l'accaduto, n.d.r.). 

Il rapimento di Linda Cortile 


Linda Cortile è una giovane donna che risiede a Manhattan con la sua famiglia. Nell'aprile del 1989 questa donna contatta Budd Hopkins (tra i più rinomati studiosi di abduction esistenti) perché i suoi sospetti di aver subito una abduction all'età di vent'anni vanno concretizzandosi sempre più con il passare del tempo. Sul finire di novembre dello stesso anno, Linda ricontatta, allarmata, il noto studioso in quanto assolutamente convinta di aver subito un'altra esperienza di abduction. L'episodio descritto da Linda ad Hopkins è abbastanza inquietante. Verso le tre del mattino, Linda si sveglia nella sua stanza completamente paralizzata potendo solo osservare, senza aver possibilità di interagire, l'ambiente circostante. Avvista tre figure umanoidi con pelle grigia e testa molto grande. Improvvisamente si accorge di un'astronave al di fuori della finestra la quale emana un raggio di luce bluastro che trasporta Linda e i tre umanoidi al suo interno oltrepassando così la finestra, rigorosamente chiusa, della stanza. Nello studio di Hopkins e sotto ipnosi, Linda ricorda altri episodi sconcertanti e tipici di ogni rapimento alieno: le tornano alla mente atroci immagini di presunti esperimenti condotti sulla sua persona, si rivede in posizione supina su un lettino esaminata crudelmente ed invasivamente da questi umanoidi per poi ritornare, dopo sofferenze psicologiche e terrori difficili da dimenticare, nella sua stanza da letto e riscoprire la sua intera famiglia sotto un effetto sedativo che aveva permesso loro di non accorgersi di nulla. Ma dov'è che il caso di Linda Cortile, a differenza di tutti gli altri casi di rapimenti, sorprende? Semplice: le testimonianze schiaccianti. Dopo più di un anno due poliziotti contattano con una lettera Hopkins. I due agenti, conoscendo lo studioso, si decidono a riferirgli quanto accaduto loro proprio la mattina del 30 novembre del 1989. Rimangono anonimi e usano degli pseudonimi per presentarsi a Hopkins. Lo studioso impiegò poco a collegare il caso Linda Cortile al caso descritto dai due agenti. Gli uomini erano in servizio di scorta a un importante esponente dell'ONU e, proprio nei pressi del ponte di Brooklyn, quella mattina la loro auto, insieme a quella di molti altri cittadini, era rimasta incredibilmente senza energia. Le luci stradali si spensero all'improvviso senza un apparente motivo. Attoniti, dal basso, assistettero a tutta la scena del rapimento, con tanto di mega astronave che si inabissava nell'East River. Dopo molto tempo spuntano come funghi altri testimoni. Si arriva, con il passare degli anni, a un numero di 24 persone, tutte che dicono di aver assistito a quella sensazionale abduction e tutte che descrivono, incredibilmente, gli stessi identici particolari. 

Linkografia:

Bibliografia: 

Hopkins, B. (1992), "The Linda Cortile Abduction Case - parties 1", MUFON UFO Journal (XXIII), 293, pp. 12-16; 
Hopkins, B. (1992), "The Linda Cortile Abduction Case - parties 2, MUFON UFO Journal (XXIII), 296, pp. 5-9; 
Budd Hopkins Witnessed: The True Story of the Brooklyn Bridge UFO Abductions, ISBN-13 : 978-0671570316, Editore : Pocket Books; Reprint edizione (1 maggio 1997)

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