L'abduction del profeta Elia narrata nell'Antico Testamento (2 Re, 11-12) .

15 febbraio 2012
15 Febbraio 2012.

La Bibbia presenta numerose chiavi di lettura riguardo ad episodi che possono far pensare agli U.F.O., già presenti nei tempi remoti della storia. Tra questi racconti c'è quello del profeta Elia che d'improvviso è affiancato da "un carro di fuoco e cavalli di fuoco... ed Elia salì in cielo nel turbine" (Antico Testamento, 2° Libro dei Re 2, 11-12). Elia era soprannominato il Tisbita dal nome della sua città natia nel distretto di Galaad. Visse e operò nel regno d'Israele (dopo la divisione della Giudea) nel IX secolo a.C., durante il regno del re Acab e della sua sposa cananea, la regina Gezebele. Fedele al suo nome ebraico, Eli-Yahu - "Yahweh è il mio Dio" - era in costante conflitto con i sacerdoti e con i "portavoce" del dio Baal cananeo ("il Signore"), del quale Gezebele promuoveva il culto. Dopo un periodo di isolamento in un luogo nei pressi del Giordano, dove gli venne ordinato di diventare "Uomo di Dio", gli venne dato un "mantello" con poteri magici, e fu in grado di compiere miracoli in nome di Dio. In uno dei suoi più importanti miracoli, di cui fa menzione il Libro dei Re della Bibbia, Elia risuscitò il figlio della vedova di Sarepta che lo ospitava durante una carestia; ultimo fedele al Dio di Abramo, sfidò e vinse i profeti del dio Baal sul monte Carmelo: qui, dopo che essi furono svenuti, dimostrò la potenza di Dio accendendo, con la preghiera, una pira di legna verde e bagnata. Elia si presentò dinanzi al re Acab ad annunciargli, come castigo, tre anni di siccità. Abbattutosi il flagello sulla Palestina, ritornò dal re e per dimostrare l'inanità degli idoli lanciò la sfida sul monte Carmelo contro i 400 profeti di Baal. Quando sul solo altare innalzato da Elia si accese prodigiosamente la fiamma, e l'acqua invocata scese a porre fine alla siccità, il popolo linciò i sacerdoti idolatri. Ma Elia dovette sottrarsi all'ira della moglie di Acab, Jezabel, seguace del dio Baal. Sconfortato, pregò Dio di farlo morire. Ma dopo un angelo, gli apparve Dio ed Elia comprese che il trionfo del bene avviene con pazienza, perché Dio domina il tempo.Il fiero profeta, che indossava un mantello di pelle sopra un rozzo grembiule stretto ai fianchi, come otto secoli dopo vestì, Giovanni Battista, di cui è la prefigurazione, tornò in mezzo al popolo di Dio, ma non assistette al pieno trionfo di Jahvè. Fuggì sul monte Oreb (Sinai), presso il quale gli porgeva cibo un angelo, e dove parlò con Dio. Chiamò Eliseo a seguirlo e ad essere il suo successore. Infine venne rapito in cielo con «un carro di fuoco e cavalli di fuoco» (2 Re 2, 11). Elia ha una grande importanza nel sentimento religioso ebraico in quanto vi si ritiene che, come narra la Bibbia, non morto sia stato assunto in Cielo anima e corpo e di tanto in tanto ricompaia sulla terra sotto mentite spoglie per aiutare il popolo ebraico in difficoltà. Il profeta Malachia profetizzò che Elia sarebbe tornato prima del giorno del Signore dell'Era messianica: « Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore » (Malachia 3,23) Nel giorno di Pasqua ebraica alcuni ebrei lasciano una coppa di vino dinanzi all'uscio o ad una finestra aperta, in attesa che Elia torni e festeggi con loro la liberazione. Molti i racconti Talmudici e Chassidici che narrano la rivelazione del profeta Elia nel corso della storia manifestatosi a Maestri ebrei e ad appartenenti al popolo ebraico. Elia ascese al Cielo e venne poi trasformato in un angelo, anche con il compito di assistere al Brit milah degli appartenenti alla Religione ebraica. La sua ascesa al cielo non fu un evento né improvviso, né inatteso; al contrario era stato programmato e organizzato in precedenza, tant'è che gli furono comunicati in anticipo il luogo e il tempo. La località designata si trovava nella Valle del Giordano, sulla riva orientale del fiume. Quando fu il momento di recarvisi, lo accompagnarono i suoi discepoli, con testa Eliseo. Giunto sulle rive del Giordano, Elia arrotolò il suo mantello miracoloso e percosse le acque, che si divisero, consentendogli di attraversare il fiume. Gli altri discepoli che lo seguivano rimasero lì dov'erano, ma Eliseo insistette per accompagnarlo, e attraversò insieme a lui. Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. Eliseo guardava e gridava: "Padre mio, padre mio, cocchio d'Israele e suo cocchiere". E non lo vide più. (2 Re, 11-12) 

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