Rapimenti alieni: da Budd Hopkins a Corrado Malanga. Che cosa sono?

25 aprile 2011

(Fonte: dalla rete)
25 Aprile 2011.

Budd Hopkins, e i primi esperimenti di ipnosi regressiva.
Budd Hopkins è nato a Wheeling (Virginia Occidentale) il  15 giugno 1931; è un pittore e scultore statunitense. È anche una figura centrale nel campo dell'ufologia, dove ha effettuato studi su persone che affermano di essere state vittime di rapimenti alieni.
Hopkins si è diplomato nel 1953 nella sua città natale all'Oberlin College, quindi si è trasferito a New York dove ha trascorso il resto della sua vita. Egli è un artista di fama. Le sue opere d'arte si trovano nelle collezioni permanenti di Whitney Museum, Guggenheim Museum, Hirshhorn Museum e Museum of Modern Art; per la sua attività artistica ha ricevuto sovvenzioni dalla Guggenheim Foundation e dal National Endowment for the Arts. I suoi articoli sull'arte sono stati pubblicati in riviste e giornali importanti. Per molti anni ha tenuto lezioni in molte scuole d'arte, tra cui il Truro Center for the Arts a Castle Hill.

Attività in ufologia.
Nel 1964 hopkins insieme ad altre due persone ha visto un UFO alla luce del giorno per parecchi minuti. Affascinato dalla cosa, ha cominciato ad interessarsi dell'argomento leggendo libri e articoli ed è entrato a far parte del NICAP, un'organizzazione ora non più esistente che si occupava di ricerche sugli UFO.

Nel 1975, Hopkins ha studiato insieme a Ted Bloecher il rapporto di un avvistamento UFO con molti testimoni, avvenuto nel New Jersey e chiamato "avvistamento di North Hudson Park". Nel 1976 Hopkins ha scritto il resoconto dell'investigazione, che è stato pubblicato su Village Voice.
Hopkins cominciò a ricevere regolarmente lettere da testimoni di avvistamenti di UFO, che in pochi casi includevano quello che fu in seguito definito tempo mancante, ovvero inesplicabili vuoti di memoria a seguito di un incontro ravvicinato con un UFO.
Insieme a Bloechee ed alla psicologa Aphrodite Clamar, Hopkins comincia ad investigare sulle esperienze di tempo mancante e arriva alla conclusione che questi casi erano dovuti a rapimenti alieni.
Alla fine degli anni ottanta, Hopkins era già divenuto uno dei più noti studiosi di ufologia, ottenendo un livello di attenzione che non aveva quasi precedenti in questo campo. Nel 1989 egli ha costituito l'Intruders Foundation, un'organizzazione senza scopo di lucro per pubblicizzare le sue ricerche e fornire supporto alle persone vittime di rapimenti alieni.
Le persone convinte di avere subito rapimenti alieni sono state sottoposte ad ipnosi regressiva. Durante i primi sette anni delle sue ricerche sul fenomeno dei rapimenti alieni, Hopkins non ha condotto personalmente sessioni di ipnosi, ma si è assicurato l'aiuto di professionisti laureati. Egli ha riferito che tre di questi terapisti (i dottori Robert Naiman, Aphrodite Clamar e Girard Franklin) erano inizialmente scettici sulla realtà dei rapimenti alieni, non essendo ancora emersi del tutto i dettagliati scenari relativi ai loro pazienti.
Hopkins ha scritto parecchi libri popolari sui rapimenti alieni, tra cui "Missing Time". Nel 1992 il film Intruders fu basato sulle ricerche di Hopking e rappresentò scene di rapimenti alieni. Nel 1996 Hopkins ha pubblicato il libro "Witnessed", in cui ha descritto un classico caso di rapimento alieno avvenuto nel 1989 a New York vicino il Ponte di Brooklin.

Critiche.
Le controversie sono state costantemente presenti nel lavoro di Hopkins riguardante gli studi sugli UFO e i rapimenti alieni.
Mentre pochi dubitano sulla sua buona fede, i detrattori osservano che Hopkins è fuori dal suo campo professionale quando usa l'ipnosi, pertanto aiuterebbe i suoi soggetti a creare falsi ricordi, con una mescolanza di realtà e fantasia. Hopkins ribatte che tali critiche sono pretestuose. Egli ha scritto che ha sempre invitato terapisti preofessionali, giornalisti ed esponenti del mondo accademico ad osservare le sue sessioni di ipnosi. Tra le persone invitate vi sono stati il professor Nicholas Humphrey, che ha insegnato nelle università di Oxford e Cambridge, e il professor Donald F. Klein, docente di psichiatria al "College of Physician e Surgeon" della Columbia University; entrambi hanno osservato direttamente i suoi lavori. Hopkins ha affermato che nessuno dei visitatori invitati ha riferito qualcosa che suggerisse che lui aveva tentato di influenzare i soggetti durante l'ipnosi. Carl Sagan ha invece posto l'attenzione sul ruolo delle influenze culturali. I racconti di presunti rapimenti alieni sono stati divulgati attraverso film, programmi televisivi, libri e articoli; se tali racconti finiscono per essere molto simili tra loro, ciò può essere dovuto anche alle suggestioni create dai mezzi di comunicazione. In proposito Sagan ricorda che prima del 1975 i racconti di rapimenti alieni erano molto rari e sono aumentati dopo che in quell'anno venne trasmesso in televisione un film sulla vicenda dei coniugi Hill. In riferimento all'affermazione di Hopkins che "prove straordinarie richiedono ricerche straordinarie", Sagan ha risposto che le ricerche vanno condotte con rigore scientifico. Dal punto di vista della scienza, non si può concludere che gli extraterrestri visitino la Terra basandosi solo sui racconti riferiti dai presunti rapiti sotto ipnosi; è necessario portare delle convincenti prove fisiche, che invece mancano completamente.

Da Ufo nella mente, di Corrado Malanga.
A distanza di 50 anni dal primo porsi del fenomeno, oggi oltre il 50% del pubblico accetta l'idea della realtà degli Ufo intesi come astronavi da altri mondi, alieni in visita alla Terra e "incontri ravvicinati" fra noi e loro. Lo confermano i più recenti sondaggi di opinione. Ma c'è di più.
Com'è noto, la divulgazione della tematica relativa ai "rapimenti" o "sequestri da Ufo", comunemente indicati col termine inglese "abductions", ha preso le mosse da libro inchiesta sull'ormai classico caso dei coniugi statunitensi Barney e Betty Hill, pubblicato in Usa nel 1966 dal giornalista John Fuller: The lnterrupted Journey (traduzione italiana, Prigionieri di un Ufo, Armenia, Milano 1974 e 1997).
Ma in Italia il problema resta sotto silenzio, quasi fino agli anni Ottanta. Poi, nel 1984, il giornalista italiano Rino Di Stefano pubblica un documentatissimo rapporto sulla sconvolgente esperienza di un metronotte di Genova, Fortunato "Piero" Zanfretta, protagonista di addirittura tutta una serie di "rapimenti" successivi ad opera delle misteriose entità associate agli Ufo.
Un libro (Luci nella notte; il caso Zanfretta, Alkaest, Genova 1984) che riferisce non già di un episodio isolato, ma di una intera sequenza di "sequestri da Ufo" incentrati su un "rapito" di casa nostra: quello che con un termine d'oltre oceano si potrebbe definire un "repeater", un soggetto cioè caratterizzato da esperienze ripetitive dello stesso fenomeno. Qualche anno prima, nel 1977 , era andato in onda sui teleschermi italiani l'ottimo "originale televisivo" del compianto e bravo Daniele D'Anza "Extra", ispirato ad un altro caso americano di "abduction", quello occorso a Pascagoulo nel Mississippi, vittime questa volta due pescatori, Charles Hickson e Calvin Parker.
Ma è con il 1987 che la questione già divulgata dai coniugi Lorenzen (cfr. Abducted, Berkley New York 1977), acquisisce una maggiore valenza con la pubblicazione in Usa di Intruders di Budd Hopkins (trad it., Intrusi, Armenia, Milano 1988), al quale, nel 1981, (lo stesso autore aveva fatto precedere lo sconcertante e ancora inedito in Italia Missing Time (Marek, New York), un testo chiave per comprendere la natura del fenomeno. Perché, come già sottolineato dal Dr. Leo Sprinkle, dalla ricerca del "tempo perduto" (ovvero "mancante") che prende le mosse la questione delle "abductions".
Ma quello stesso anno esce sempre negli Stati Uniti il libro Communion (traduzione italiana, Communion, Una storia vera, Rizzoli, Milano 1988) di Whitley Strieber, un noto scrittore di romanzi thriller e horror che denuncia una esperienza autobiografica nel mondo dei "rapiti da Ufo", destinato ad essere seguìto da transformation (traduzione italiana, Contatto con l'infinito, Rizzoli, Milano 1988) e quindi da Breakthrough e poi dal recentissimo The Secret School: Preparation for Contact (1997). Strieber ha assunto un ruolo tutto particolare nello scenario riferito al problema, connotato da una impostazione sostanzialmente favorevole verso i "rapitori" alieni che sarebbero all'origine del fenomeno.
L'esatto opposto della reazione di un altro famoso "rapito" americano: Travis Walton, protagonista di una esperienza con sei testimoni da cui Hollywood ricavò anche un film, "Bagliori nel buio" (Fire in the sky), di R. Lieberman. Ma sono i testi di due stimati professori universitari, David Jacobs e John Mack, che fra il 1992 e il 1997 si impongono in USA a dispetto del libercolo di Philip Klass (Ufo Abductions: a dangerous game), sterile critica di un giornalista aeronautico chiacchierato per i suoi supposti legami all'intelligence dell'Aeronautica Militare americana ed esponente del CISCOP, l'organismo scientista e scettico statunitense che ha idealmente nel CICAP italiano la sua goffa filiale nostrana.
Così lo storico Jacobs con l'eccellente Secret Life (1992) e quindi lo psichiatra di Harvard John Mack con Abductions human encounters with aliens (traduzione italiana, Rapiti! : incontri con gli alieni, Mondadori, Milano 1995), che avrà molteplici traduzioni in tutto il mondo, attireranno definitivamente l'attenzione della comunità scientifica sul controverso fenomeno. Mack avrà anche delle noie dovute ad un tentativo di censura da parte del senato accademico di Harvard, e ne uscirà a testa alta. Jacobs, dopo il suo primo libro, realizzerà nel 1997 Threat: the secret Alien Agenda, un approccio del tutto originale al fenomeno.
All'affermazione della tematica sulle "abductions" (termine ormai tradotto in italiano dal neologismo "adduzioni" cui corrispondono il verbo "addurre" -da "to abduct", rapire - e il participio passato "addotto" -da "abducted", rapito - nel gergo degli "addetti ai lavori italiani") hanno comunque contribuito anche Budd Hopkins con la sua ultima opera Witnessed ( Con testimoni) del 1996, il volume Fire in the sky scritto nel 1996 dall'addotto Travis Walton e il già ricordato ultimo Whitley Strieber con The secret school: preparation /or contact (1997).
Ma non è possibile omettere il notevole contributo della compianta Karla Tumer, autrice di Into The Fringe} Taken (traduzione italiana Rapite dagli Ufo, Ed. Mediterranee, Roma 1997) e Masquerade of Angels, che ha realizzato "al femminile" lo sconvolgente problema. E donne sono le ricercatrici Linda Moulton Howe, da anni impegnata anche su questo aspetto della fenomenologia Ufo, Yvonne Smith, che ha approcciato l'argomento sotto l'’aspetto terapeutico (a livello di terapia di gruppo) per aiutare gli "addotti" a superare il trauma della loro esperienza, Alice Bryant e Linda Seebach, autrici di Healing Shattered Reality: Understanding Contactee Trauma (1991), saggio tendente ad unificare l'esperienza controversa del "contattismo" a quella dei "sequestri da Ufo" o "adduzioni" nel comune shock emotivo dovuto all'incontro dei soggetti li si consideri protagonisti o vittime -con gli alieni.
Perché in effetti si tratta proprio di" curare una realtà schiantata" da un incontro traumatizzante: quello con le entità degli Ufo, siano esse da considerarsi in termini positivi ovvero negativi. E poco importa che gli alieni siano valutati una minaccia ovvero esseri alla ricerca di un rapporto di incontro e comunione (come dice Strieber) con la nostra specie, spinti (come suggeriscono Hopkins e Mack) ad una eventuale "osmosi" genetica e psichica fra le due specie la nostra e la loro.
Oggi lo scenario evocato da Mack, Jacobs e Hopkins e a livello autobiografico da Walton e da Strieber, che suggerisce la concreta possibilità che entità non umane interagiscano con l 'uomo a livello di sistematiche sperimentazioni a carattere medico e genetico, è considerato con crescente attenzione, anche alla luce del problema degli "impianti" rinvenuti su taluni protagonisti di "rapimenti". Su tale aspetto, in particolare, è il caso di segnalare l'operato dell'americano Derrel Sims. Una razza extraterrestre mira a realizzare davvero con noi un rapporto psichico e genetico in base ad un programma prestabilito?
Per gli scettici - che pure non sanno spiegare i dati oggettivi di alcuni casi l'asserzione è azzardata, naturalmente. E così si preferisce invocare cause psichiche psicologiche all'origine di ciascun caso, come ha fatto l'americano Lawson oppure - anche se prima e ben più brillantemente di lui - l' argentino Roberto Banchs. Ma il cosiddetto "trauma natale" non dà ragione, lo ripetiamo, dei riscontri oggettivi dei vari casi. Si pensi, al riguardo, alla aperta polemica sulla "carta stellare" aliena disegnata in ipnosi regressiva da Betty Hill e riferita alla realtà di un cielo quale apparirebbe dalla stella Zeta della costellazione del Reticolo (presunto luogo d'origine dei rapitori alieni) implicante astri scoperti successivamente.
Un fatto contro cui si sono scontrate anche le argomentazioni agnostiche di un CarI Sagan, recentemente scomparso. Resta dunque il fatto che il fenomeno trascende l'esperienza interiore. E anche se è vero che l'ipnosi regressiva per riportare alla memoria dei singoli il vissuto del "missing cime" ha i suoi limiti, è anche vero che resta una strada da battere. In Italia, a parte il precedente dei Dottori Moretti e Marchesan con il caso Zanfretta, solo negli anni Novanta il Centro Ufologico Nazionale (CUN) ha cominciato ad approfondire lo scottante argomento, garantendo l'anonimato dei soggetti coinvolti.
E un recente questionario pubblicato sulle riviste Notiziario UFO e Dossier Alieni dal CUN ha dato risultati sconcertanti, rivelando per il problema delle abductions dimensioni inaspettate, ben superiori alle previsioni. I casi "sommersi" sono tanti, a cominciare da quello di un noto scultore italiano "addotto" con la moglie durante una gita in montagna prima della guerra da strane entità indossanti tute aderenti scure e che non lasciavano impronte sulla neve.
I due scomparvero per un giorno, e- data l'età avanzata -non vogliono oggi sottoporsi ad ipnosi regressiva per paura di ricordare cose troppo shockanti e spiacevoli che la loro psiche ha -come nella maggioranza dei casi - in massima parte rimosso. Ma non tutti lasciano perdere. E molti vogliono ricordare e sapere. E scrivono al CUN (c.p. 823 Bologna).

L'Ufologia in Italia, ed il lavoro svolto dal dottor Corrado Malanga.
In questi anni, per conto del CUN, il Dr. Corrado Malanga si è "calato" a livello sempre più professionale in questo mondo incredibile e sconvolgente. E oggi -avendo l'interessato consentito che si rendesse noto quanto è emerso in una ricerca di oltre due anni -presenta i risultati su un caso italiano di grande importanza, quello del giovane Valerio Lonzi.
In un paese come il nostro, in cui l'ipnosi può essere praticata solo in presenza di un medico, l'analisi di Malanga appare ancora più concreta di altre effettuate all'estero. E’ un fenomeno, comunque, che ha valenza internazionale e dimensioni planetarie. Ed è ben anteriore agli anni Sessanta. 
Si pensi ai casi di Giovanni Aquilante e di Ghasim Faili (in Italia e Iran rispettivamente) nel 1954, e a quello, nel 1957 , del brasiliano Antonio Villasboas, apparentemente costretto a un rapporto sessuale dagli occupanti di un Ufo evidentemente interessati a verificare le possibilità di un connubio fecondo fra la nostra e la loro specie degli umanoidi alieni suoi rapitori. E a tutta una serie di tradizioni di epoca rinascimentale, medioevale e perfino greco-romana e biblica ricollegabili alla questione.
Perché in effetti gli "addotti" esistono da sempre, a cominciare dal patriarca Enoch e dal profeta Elia del Vecchio Testamento. E anche la questione degli "Incubi " e dei "Succubi" va forse vista, come quella degli " Angeli" e dei "Demoni" , in una ottica diversa da quella convenzionale. Quel che è certo è che le "adduzioni" sono una realtà scomoda ma concreta, con cui sia gli ufologi sia gli scienziati saranno sempre più costretti a confrontarsi.
E auguriamoci che la chiave di lettura sia ottimistica, a dispetto del fatto che la prospettiva che noi si sia trattati da parte di possibili alieni come dei "porcellini d'India" o poco più non è molto rassicurante. Certo, ma noi come ci comportiamo con gli animali da laboratorio? E i nostri cani e gatti, che pur amiamo non subiscono forse loro malgrado il nostro volere? NeI 1600, non dimentichiamolo, Giordano Bruno fu bruciato sul rogo in Campo dei Fiori a Roma per avere tra l'altro affermato (nel suo Ve f infinito universo et mondi) che il cosmo è abitato da esseri che "stanno all'uomo come l'uom sta agli animali", Auguriamoci comunque che in un tale incontro-confronto con gli alieni l'uomo non debba rimetterci troppo.

Ma che cosa è un rapimento alieno?
Un rapimento alieno (il termine inglese abduction è entrato nella terminologia ufologica) è il presunto rapimento di esseri umani da parte degli UFO, ritenuto un fenomeno reale da alcuni sostenitori dell'ufologia. Numerose persone in tutto il mondo avrebbero espresso la credenza di essere state rapite da esseri alieni, e condotte a bordo di veicoli spaziali o in luoghi difficilmente accessibili, come basi militari sotterranee, dove affermano di avere subìto esami di tipo medico.
Il fenomeno, detto anche incontro ravvicinato del IV tipo secondo la classificazione Hynek, è stato descritto da chi sostiene di averlo vissuto come un'esperienza sovente invasiva e traumatica che ha come incipit il Missing time, ossia un presunto blocco del tempo non dimostrato scientificamente.
Gli scettici fanno rilevare che nessun rapimento alieno è stato osservato da testimoni indipendenti; anche nel caso di Travis Walton, che si può definire il più clamoroso, i compagni di lavoro non hanno visto il presunto rapito entrare nell'UFO. Le storie dei rapimenti si basano quindi essenzialmente sulle testimonianze dei cosiddetti "rapiti". Secondo tali testimonianze, gli esseri di presunta origine extraterrestre cancellerebbero apparentemente la memoria dell'evento nel soggetto "rapito" per un periodo di tempo spesso prolungato. Secondo alcune correnti dell'ufologia, la stessa memoria dell'evento potrebbe essere recuperata attraverso sedute di ipnosi regressiva, con la programmazione neurolinguistica e l'analisi grafologica - tecniche che tra l'altro non sono considerate scientifiche in ambito psicologico. Tra gli stessi ufologi non mancano però gli scettici, i quali si chiedono come mai una razza progredita di alieni riesca a cancellare il ricordo del rapimento dalla memoria cosciente e non anche dal subconscio.
Secondo alcuni psichiatri, ci sarebbe una spiegazione più semplice e razionale al "vuoto temporale", ed ai temi tipici raccontati dai presunti "rapiti": l'esperienza del rapimento potrebbe in realtà ricondursi a un vissuto traumatico del soggetto, a sua volta oggetto di rimozione, che in questo caso prenderebbe la forma dissociativa ed allucinatoria del cosiddetto "vuoto temporale".
Il cosiddetto contattista si differenzia dall'abdotto perché i suoi contatti con i presunti alieni non avverrebbero in modo coatto ma consensuale e perché, molto spesso, egli si dichiara latore di un messaggio di rinnovamento per l'umanità.
Secondo le tesi pseudoscientifiche di alcuni sostenitori delle teorie ufologiche e contattiste, questo tipo di "rapimenti" avrebbe scopi scientifici; ovvero, secondo loro, esseri di presunta origine extraterrestre avrebbero utilizzato delle cavie umane (o animali) per condurre degli esperimenti scientifici, di natura non meglio precisata. Secondo David Icke si tratterebbe di esperimenti genetici condotti con la complicità di militari terrestri. Su tali ipotesi, Carl Sagan ha osservato che esperimenti scientifici condotti nel modo raccontato dai presunti rapiti rivelerebbero una grande arretratezza in biologia, che sarebbe inconcepibile in una razza aliena così avanzata da effettuare lunghi viaggi spaziali. L' antropologo Thomas Bullard ritiene invece che i rapimenti avrebbero lo scopo di modificare la coscienza dei rapiti attraverso messaggi subliminali, in modo da favorire una positiva evoluzione dell'umanità.
In alcuni casi, i sedicenti rapiti hanno mostrato delle cicatrici come prova del presunto rapimento subìto e di interventi chirurgici eseguiti dagli alieni. Gli scettici fanno però osservare che in questo caso la medicina aliena sarebbe paradossalmente meno progredita di quella umana, dato che oggi i chirurghi riescono ad eseguire molti interventi senza lasciare cicatrici apprezzabili; inoltre, alieni che vogliano tenere segreta la loro presenza starebbero attenti a non lasciare cicatrici. Secondo altri scettici, non risulta che siano stati compilati referti sulla natura di tali cicatrici da parte di medici non appartenenti all'ambiente ufologico.
Secondo alcuni sostenitori del movimento ufologico/contattista, esisterebbero dei cosiddetti "impianti" (definiti anche microimpianti) estratti dal corpo dei soggetti che sostengono di essere stati rapiti. Uno di questi impianti sarebbe stato estratto dal corpo del cittadino statunitense Tim Cullen per opera del chirurgo Roger Leir,che ha collaborato con il ricercatore ufologico Derrel Sims; si tratterebbe di un oggetto dotato di un nucleo metallico, misura 7 cm di lunghezza per 4 di larghezza, coperto da una membrana rosso-marrone dotata di molti recettori connessi alle terminazioni nervose, che sarebbe stato innestato nel corpo di Cullen in occasione di un incontro ravvicinato con un UFO dal diametro di 30metri che egli stesso avrebbe avuto nel corso del 1978. E' stato tuttavia obiettato che Leir in realtà non sarebbe un medico, ma un podologo abilitato ad effettuare piccoli interventi chirurgici ai piedi; è probabile pertanto che si trattasse di un semplice corpo estraneo penetrato casualmente in un piede. Gli scettici fanno inoltre notare che non risulta che siano stati pubblicati referti di analisi di tali impianti eseguite in laboratori scientifici da ricercatori non appartenenti all'ambiente ufologico.


Casi principali nel mondo.
Rimane materia di dibattito quale sia stato il primo caso presunto di abduction. Raymond Bernard racconta che nel 1947 alcuni dischi volanti recanti svastiche avrebbero costretto l'ammiraglio Richard Evelyn Byrd, in volo sull'Antartide, ad atterrare in un'immensa area sotterranea abitata da esseri dall'accento tedesco simili ai cosiddetti "Nordici". Risalirebbe al 1953 il rapimento di due elettricisti (Karl Hunrath e Wilbur Wilkinson) scomparsi durante un volo sui cieli della California. Sarebbe avvenuto invece nel 1957 in Brasile, nello stato di Minas Gerais, il famoso caso del contadino Antonio Villas Boas. Nello stesso anno Reinhold O. Schmidt sarebbe stato prelevato nel Nebraska e portato in una base aliena artica. Ma secondo alcuni ufologi, i primi "abdotti" della storia sarebbero stati i coniugi Hill, che sarebbero stati rapiti mentre tornavano da un viaggio in Canada la notte fra il 19 e il 20 settembre 1961. Si noti che in un'enciclopedia del paranormale è riportato che, durante una regressione ipnotica, Barney Hill avrebbe definito "nazista" uno dei suoi presunti rapitori. John Fuller scrive un libro sul caso Hill, inserendo le testimonianze ottenute grazie alla cosiddetta "ipnosi regressiva". Nel 1967 un caso di presunto rapimento alieno ha coinvolto un sergente di polizia, Herbert Schirmer; il caso è stato esaminato dalla Commissione Condon con la collaborazione dello psicologo R. Leo Sprinkle. Un altro famoso caso di presunto rapimento alieno è il rapimento alieno di Pascagoula, che è avvenuto nel 1973 e ha coinvolto due operai, Charles Hickson e Calvin Parker.
Tra i casi più celebri vi è il presunto rapimento del taglialegna Travis Walton: dalla sua esperienza e dalle testimonianze raccolte è stato tratto anche il noto film di fantascienza Bagliori nel buio (Fire in the sky). Il 5 novembre 1975 sette taglialegna dell'Arizona (USA), tornando verso le loro case con il camion, avrebbero visto una "strana" luce discoidale nel bosco. Travis Walton, che era tra loro, avvicinatosi, sarebbe stato colpito da un raggio di luce, mentre i suoi compagni fuggivano dalla paura. Walton riapparve solo dopo cinque giorni, in stato confusionale, raccontando di essersi svegliato all'interno di una strana cella metallica disteso su un tavolo operatorio, e attorno a tre esseri alti circa un metro; avrebbe cercato di scappare, ma sarebbe stato afferrato da "strani esseri" più alti, che dopo avergli sistemato una maschera sul viso, lo avrebbero riaddormentato. Avrebbe sentito gli esseri dire che non volevano fargli del male, solo studiare "gli strani esseri del pianeta", in perfetta lingua inglese.
Il ricercatore ufologo Budd Hopkins negli anni ottanta scrive alcuni libri che riportano numerose storie di statunitensi legate ad esperienze di abduction. Uno dei casi più noti descritti da Hopkins riguarda Linda Cortile Napolitano vedrebbe come testimone un'importante figura della politica internazionale, che molti identificano in Javier Pérez de Cuéllar; sul caso esistono però diversi dubbi, tra cui le analogie con il racconto di fantascienza Nighteyes. Durante lo stesso decennio, Whitley Strieber scrive una sua biografia personale riguardante il suo rapimento, da cui è stato tratto il film Communion. Anche in questi casi si sono usate tecniche di ipnosi regressiva.
David Michael Jacobs, professore di storia alla Temple University, fu il primo a mettere in relazione con i progetti degli alieni le esperienze subite dai rapiti, sostenendo che gli alieni perseguissero un progetto ben preciso, esponendosi così alle critiche della comunità accademica americana.
John Edward Mack, docente di psichiatria ad Harvard, sostenne l'idea di Jacobs sull' autenticità dei rapimenti alieni, ma anche lui si attirò le critiche della comunità accademica, per cui nel 1993 fu insignito del Premio Ig Nobel insieme a Jacobs.


Casi italiani.
In Italia l'episodio più noto di presunto rapimento alieno, per quanto controverso, è quello dell'ex metronotte genovese Fortunato Zanfretta. Piuttosto noti anche i casi di Maurizio Cavallo e del genovese Valerio Lonzi.

Parere della comunità scientifica.
La comunità scientifica costituisce de facto il più grande detrattore del fenomeno delle abduction, sostenendo l'impossibilità di verificare se le testimonianze di adduzione abbiano un riscontro reale oppure immaginario. Dal punto di vista scientifico, dunque, non vi è alcuna prova che questi "rapimenti" siano realmente avvenuti. Solitamente la comunità accademica imputa il fenomeno (cioè la convinzione di essere stati rapiti da intelligenze extraterrestri) ad altre cause, generalmente di tipo psicologico e biochimico, e in alcuni casi psicopatologico. Alcuni "rapimenti" potrebbero essere spiegati con la paralisi nel sonno, altri con la creazione di falsi ricordi in un contesto di credenze già deliranti, altri ancora come illusioni ipnagogiche e allucinazioni ipnopompiche, altri, infine, come elaborate allucinazioni indotte dall'interazione elettromagnetica tra particolari fonti di energia elettrica e il complesso sistema neuro-elettrico del cervello umano. Effettivamente la difficoltà nell'accettare per reali questi eventi sta tanto nelle tecniche quanto nella metodologia usate per identificarli. L'ipnosi regressiva, che nella teoria dei rapimenti alieni dovrebbe fornire la prova conclusiva dell'esistenza del rapimento stesso, per la quasi totalità degli scienziati non ha validità epistemica, perché può dimostrare, in linea di massima, che il soggetto non mente, ma non può determinare se si è trattato di un'esperienza reale o immaginaria. Anche la programmazione neurolinguistica è attualmente oggetto di molte critiche, sotto il profilo epistemologico, nell'ambito della psicologia ufficiale.
Frederick Malmstrom, psicologo, sostiene che le descrizioni delle facce degli alieni riferite dalle persone che sostengono di essere state vittime di rapimenti sono molto simili al modo in cui un neonato vede il volto della madre. Quest'immagine resterebbe fissata nel subconscio e riemergerebbe nella fase di dormiveglia, in cui viene riferita la maggior parte delle sperienze di rapimento alieno, o anche durante la regressione ipnotica. Alvin Lawson, professore di letteratura inglese alla California State University, ha condotto una ricerca sui rapimenti alieni insieme al medico William Mc Call, nel corso della quale un gruppo di volontari è stato sottoposto ad ipnosi regressiva ed invitato sotto ipnosi ad immaginare un rapimento alieno. Le descrizioni dei rapimenti immaginari sono state molto simili a quelle di persone che ritengono di essere state rapite realmente. Lawson ha ipotizzato che le sensazioni legate al trauma della nascita affiorino durante l'ipnosi regressiva e vengano usate per costruire la storia di un rapimento alieno non avvenuto nella realtà.


Breve biografia sul dottore Corrado MALANGA.
Corrado Malanga nasce a La Spezia nel 1951. Dal 1983 è ricercatore presso la cattedra di Chimica organica del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale nella Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Pisa, e autore di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. Parallelamente, s’interessa alle teorie sugli UFO e collabora con il Centro Ufologico Nazionale (CUN), fino a diventare responsabile del comitato tecnico-scientifico di questa organizzazione. Una serie di dissensi, in particolare (ma non solo) sulla valutazione del fenomeno delle abduzioni aliene, porta Malanga a lasciare il CUN nel 2000. Successivamente, le teorie di Malanga influenzano il Gruppo Stargate Toscana e altri Gruppi Stargate nati anche in altre regioni italiane – in particolare in Friuli, in Lombardia e nel Lazio – e che nel 2008 si riuniscono nel C.S.I. - Coordinamento Stargate Italiani. Dal 1° dicembre 2009 Malanga non fa però più formalmente parte dei Gruppi Stargate e del C.S.I., i cui siti ospitano suoi testi precedenti a tale data ma anche di altri ricercatori, così che oggi non è più corretto dire che i Gruppi Stargate "rappresentino" Malanga. La notevole affluenza alle conferenze di Malanga testimonia l’esistenza di un vero e proprio movimento, che appare in crescita, e che oggi trova uno strumento di coordinamento principalmente nel sito ufomachine.org.
 La tesi centrale di Malanga è che esistono molte più persone che sono state rapite (“abdotte”) dagli alieni di quanto comunemente si creda. Infatti la maggioranza degli abdotti non ricorda il rapimento, pur portandone talora tracce fisiche sotto forma di cicatrici che rimandano a operazioni e impianti chirurgici praticati dagli alieni, e recupera questa memoria solo attraverso l’uso di strumenti come l’ipnosi regressiva e la programmazione neuro-linguistica, utilizzate da Malanga con una metodologia particolare che dovrebbe permettere di distinguere le vere dalle false memorie di abduzione. Malanga ha messo a punto anche un primo test di autovalutazione, che si può compilare anche online e che dovrebbe permettere di auto-identificarsi come abdotti. Il fatto che per la grande maggioranza di coloro che lo compilano il test dia esito positivo mostra secondo Malanga che, nonostante gli sforzi degli alieni, qualche ricordo nelle persone abdotte comunque permane – e le spinge al contatto con il Coordinamento Stargate o alla compilazione del test.
 A differenza di altri autori di libri sugli UFO – e sta qui la ragione principale delle separazioni e delle polemiche – Malanga ritiene che il fenomeno delle abduzioni non sia positivo ma negativo. Gli alieni non sono “fratelli dello spazio” che vengono a portare amore e pace, ma nemici dell’umanità che manipolano i terrestri per sottrarre loro l’energia di cui hanno bisogno per sopravvivere e perseguire il sogno dell’immortalità. Malanga contesta anche le teorie secondo cui ci sono alieni buoni e cattivi (secondo la versione di un autore molto letto negli ambienti ufologici, l’inglese David Icke, i “rettiliani” cattivi e i “pleiadiani” buoni): anche i presunti buoni sono cattivi travestiti. Mentre i “grigi”, di cui parla la letteratura ufologica, sono una sorta di robot biologici al servizio degli alieni (che li usano anche per i rapimenti), gli extraterrestri si dividono in cinque razze principali.
Con le abduzioni dei terrestri ciascuna razza persegue scopi parzialmente diversi, ma nella sostanza tutte si servono degli umani per ricevere energia vitale e perseguire una vita molto più lunga della nostra o addirittura l’immortalità. A questo scopo depositano nel cervello degli abdotti con varie procedure le loro memorie, che potranno poi recuperare, oppure separano temporaneamente l’anima dell’abdotto dal suo corpo e la inseriscono nel corpo dell’alieno assorbendone l’energia vitale, o ancora entrano nella mente degli abdotti con un fenomeno che assomiglia alla possessione. Nella loro corsa all’immortalità gli alieni non rapiscono chiunque, ma solo quegli umani che sono dotati di anima, di cui dispone non più del venti per cento dell’umanità. L’abduzione è anche un fatto generazionale: un abdotto ha in genere un genitore che è stato abdotto, e i suoi figli saranno probabilmente rapiti a loro volta. Gli alieni, però, nonostante le loro avanzate tecniche di rapimento non sono infallibili: alcuni, anche senza rendersene conto, possono resistere ai tentativi di abduzione sperimentando però vari disturbi e fenomeni paranormali (fino al caso estremo della combustione umana spontanea) a causa dell’enorme dispendio di energia messo in atto per resistere all’assalto alieno.
Le tecniche proposte da Malanga affermano di poter porre rimedio a un gran numero di disturbi che possono apparire di origine fisica o psichica ma che in realtà derivano dai ricordi inconsci e dalle conseguenze dell’abduzione aliena. Malanga ha risposto a chi vede in queste procedure somiglianze con l’auditing della Chiesa di Scientology che l’accostamento di Scientology anche ai fenomeni extraterrestri è del tutto limitato e superficiale. Nel corso delle procedure di Malanga è possibile interagire con gli alieni presenti nelle menti degli abdotti rivolgendosi a loro come fa l’esorcista con il Demonio nei casi di possessione, e ultimamente liberare l’abdotto da queste presenze e dalle loro conseguenze.
Il riferimento alla possessione non implica che Malanga dia un giudizio positivo sulle religioni. È precisamente il contrario. Da una parte, la teoria di Malanga afferma di poter fornire una spiegazione scientifica a fenomeni interpretati grossolanamente dalle religioni: così, per esempio, la glossolalia (o meglio l’alloglossia, il parlare in lingue sconosciute) e le presunte memorie di vite passate derivano dall’accesso dell’abdotto a memorie degli alieni o a memorie di altre persone abdotte dagli stessi alieni, dal momento che tutte queste memorie si mescolano quando il cervello umano è usato a fini di stoccaggio o deposito. Dall’altra, le grandi religioni – come la grande politica e i complotti per un nuovo ordine mondiale – sono al servizio degli alieni, quando non sono trucchi inventati da loro, per convincere gli umani a lasciare assorbire dagli extraterrestri le loro energie psichiche senza troppo protestare. Malanga sostiene che le apparizioni mariane, in particolare, sono inscenate dagli alieni per questi scopi, e si esprime in termini molto severi nei confronti delle religioni. “Gli alieni – spiega in un’intervista – travestiti da preti frati suore dei e papi ci rincoglioniscono e ci impauriscono promettendoci pene severe per il nostro futuro se non facciamo come vogliono loro”. Si tratta quindi di rifiutare la religione, convincendosi al contrario che “Dio è dentro di noi perché noi siamo Dio”. A partire da questa consapevolezza, i Centri Stargate non si limitano a denunciare le azioni degli alieni e dei loro complici, ma propongono un itinerario che dovrebbe portare ad acquisire una nuova conoscenza globale, che rifiuta il nome di religione – la religione come comunemente la s’intende essendo di per sé considerata un fenomeno negativo – ma che di fatto propone un itinerario spirituale alternativo e completo.

B.: Tra le opere di Corrado Malanga si vedano, in particolare, Gli Ufo nella mente: interferenze aliene, Bompiani, Milano 1998; e Alieni o Demoni. La battaglia per la vita eterna, Chiaraluna, Assisi 2007.
Fonte:
  1. http://it.wikipedia.org/wiki/Rapimento_alieno;
  2. http://www.zam.it/biografia_Corrado_Malanga;
  3. http://it.wikipedia.org/wiki/Budd_Hopkins;
  4. http://www.intrudersfoundation.org/;
  5. Gli Ufo nella mente, di Corrado Malanga, Bopiani,Milano,1998,ISBN - 88-452-4011-8.

Bibliografia:
  • Karla Turner, Rapite dagli UFO, Edizioni Mediterranee 2008
  • Katharine J. Holden and Christopher C. French. Alien abduction experiences: Some clues from neuropsychology and neuropsychiatry(University of London, UK), 2002 (file pdf)
  • Rino Di Stefano, Il caso Zanfretta - La vera storia di un incredibile fatto di cronaca, De Ferrari Editore, Anno 2008, IV Edizione, ISBN 978-88-6405-001-0
  • John Mack, Rapiti! Incontri con gli alieni1996, Edizioni Mondadori, ISBN 8804423315
  • Rima E. Laibow "Discrepanze Cliniche tra i dati previsti e quelli osservati nelle persone che raccontano di essere state addotte dagli UFO: implicazioni per il trattamento".

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