Marte, è un pianeta abitabile?

20 novembre 2013
Marte: immagine composita ripresa dall'orbiter della missione Viking 1 che mostra la Valles Marineris
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene chiamato il Pianeta rosso a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono. Pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra −140 °C e 20 °C) il pianeta è il più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un decimo) presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri. Inoltre la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera. Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (soprattutto attività geologica, atmosferica e idrosferica) in grado di modellare le strutture tettoniche. Infine la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte delle meteoriti che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra. Secondo gli scienziati, la possibilità di trasformare Marte in un pianeta simile alla Terra è praticabile. Gli scienziati pensano che Marte sia Terra formabile. Terra formabile significa portare la vita in un posto in cui la vita non esiste. Gli scienziati credono, addirittura, che Marte sia un pianeta altamente Terra formabile. Secondo alcuni famosi astrobiologi, fra circa venti o trent'anni avremo delle serie possibilità di trovare la prova dell’esistenza di forme di vita al di fuori del pianeta Terra. Saremo capaci di rispondere alla fondamentale domanda: “siamo soli?” Molti scienziati della Nasa concordano nel dire che una futura esplorazione dello spazio porterà alla luce forme di vita su altri pianeti; ma potrebbe anche fornire le prove che gli dèi del mondo antico fossero di fatto degli extraterrestri, così come credono i teorici degli “antichi astronauti alieni”? Lo scopo delle missioni Nasa inizialmente erano quelle di andare sulla Luna e raccogliere le prove del fatto che nel nostro sistema solare sia esistita una civiltà all'avanguardia e di riportarla indietro; in altre parole, dimostrare che in realtà discendiamo da queste divinità, Iside, Osiride, Horus, e Set. Ora che l’obiettivo è stato raggiunto, lo scopo della Nasa sembra essere quello di rivelare gradualmente tutte queste informazioni. La Nasa vuole scoprire le origini dell’uomo: da dove veniamo? Perché siamo qui? Dove stiamo andando? Gli scienziati della Nasa cercano di dare risposte alle domande summenzionate andando nello spazio? Secondo la teoria degli “antichi alieni” le nostre origini non sono qui sulla terra, ma lassù, da qualche parte del cielo che quotidianamente osserviamo. Lo spazio è davvero l’ultima frontiera?

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