Altorilievo a forma di animale su una pietra a
Göbekli Tepe .
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"E' chiaro che questo è un sito enorme risalente all'Età della Pietra". Il sito fu riscoperto trent'anni dopo da un pastore locale, che notò alcune pietre di strana forma che spuntavano dal terreno. La notizia arrivò al responsabile del museo della città di Şanlıurfa, che contattò il ministero, il quale a sua volta si mise in contatto con la sede di Istanbul dell'Istituto archeologico germanico. Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell'Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt. Nel 2006 gli scavi passarono alle università tedesche diHeidelberg e di Karlsruhe. Gli scavi rimisero in luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco. Sono inoltre stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 10 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l'utilizzo di strumenti in pietra. Secondo il direttore dello scavo le pietre, drizzate in piedi e disposte in circolo, simboleggerebbero assemblee di uomini. Sono state riportate in luce circa 40 pietre a forma di T, che raggiungono i 3 m di altezza. Per la maggior parte sono incise e vi sono raffigurati diversi animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni, cinghiali, vacche, scorpioni, formiche). Alcune incisioni vennero volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Sono inoltre presenti elementi decorativi, come insiemi di punti e motivi geometrici. Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno. Un'altra pietra a forma di T, estratta solo a metà dalla cava, è stata rinvenuta a circa 1 km dal sito. Aveva una lunghezza di circa 9 m ed era probabilmente destinata al santuario, ma una rottura costrinse ad abbandonare il lavoro. Oltre alle pietre sono presenti sculture isolate,in argilla, molto rovinate dal tempo, che rappresentano probabilmente un cinghiale o una volpe. Confronti possono essere fatti con statue del medesimo tipo rinvenute nei siti di Nevalı Çori e di Nahal Hemar.
Gli scultori dovevano svolgere la loro opera direttamente sull'altopiano del santuario, dove sono stati rinvenute anche pietre non terminate e delle cavità a forma di scodella nella roccia argillosa, secondo una tecnica già utilizzata durante l'epipaleolitico o età del mesolitico, cioè il periodo intermedio dell'Età della pietra, per ottenere argilla per le sculture o per il legante argilloso utilizzato nelle murature. Nella roccia sono anche presenti raffigurazioni di forme falliche, che forse risalgono ad epoche successive, trovando confronti nelle culture sumere e mesopotamiche (siti di Byblos, Nemrik, Helwan e Aswad). Le raffigurazioni di animali hanno permesso di ipotizzare un culto di tipo sciamanico, non distante da quelli presenti nelle culture sumera e mesopotamiche. Lo studio degli strati di detriti accumulati sul fondo del lago di Van in Anatolia ha prodotto importanti informazioni sui cambiamenti climatici del periodo, individuando una consistente crescita della temperatura intorno al 9500 a.C. I resti di pollini presenti nei sedimenti hanno permesso di ricostruire una flora composta da querce, ginepri e mandorli. Fu forse il cambiamento climatico a determinare una progressiva sedentarizzazione delle genti che costruirono il sito. All'inizio degli anni novanta lo studioso di preistoria Jacques Cauvin ha ipotizzato che lo sviluppo delle concezioni religiose avrebbe costituito una spinta alla sedentarizzazione, spingendo gli uomini a raggrupparsi per celebrare riti comunitari.
La presenza di una struttura monumentale dimostra che anche precedentemente allo sviluppo dell'agricoltura e nell'ambito di un'economia di caccia e raccolta, gli uomini possedevano mezzi sufficienti per erigere strutture monumentali. Secondo il direttore dello scavo fu proprio l'organizzazione sociale necessaria alla creazione di questa struttura a favorire uno sfruttamento pianificato delle risorse alimentari e lo sviluppo delle prime pratiche agricole. Il sito si trova infatti nella regione della Mezzaluna fertile, dove era presente naturalmente il grano selvatico. Nessuna traccia di piante o animali domestici è stata tuttavia rinvenuta negli scavi, e mancano inoltre resti di abitazioni. A circa 4 m di profondità, ossia ad un livello corrispondente a quello della costruzione del santuario, sono stati rinvenute tracce di strumenti in pietra(raschiatoi e punte per frecce, insieme ad ossa di animali selvatici,gazzelle e lepri), semi di piante selvatiche e legno carbonizzato, che testimoniano la presenza in questo periodo di un insediamento stabile. Intorno all'8000 a.C. il sito venne deliberatamente abbandonato e volontariamente seppellito con terra portata dall'uomo.
Le immagini di animali incise sulle colonne lasciano gli archeologi estremamente perplessi. Infatti, ciò che rappresentano potrebbero far pensare ad un'arca in pietra. Queste incisioni, tenuto conto che a circa 560 km è ubicato il monte Ararat, che secondo molti studiosi della Bibbia è il luogo in cui finì l'Arca di Noè, sono una prova storica del grande diluvio descritto nella Bibbia? Nel mondo ci sono circa duemila miti che descrivono il diluvio che distrusse il mondo antico. Se le pietre di Göbekli Tepe testimoniano il verificarsi del diluvio biblico, ciò significa che il diluvio universale narrato nella Genesi della Bibbia si è verificato circa 8.000 anni prima della data indicata nei testi sacri. E' quindi necessario riscrivere la storia dell'umanità, e dare una risposta urgente alla seguente domanda: "Chi ha costruito Göbekli Tepe?"
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