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La figura del dio sumero Enki e la creazione dell'uomo nei romanzi di Francesco Toscano.

30 agosto 2024


Palermo, 30 agosto 2024.

Enki, il dio sumero della sapienza e della creazione, ricopre un ruolo significativo nei romanzi e nei saggi di Francesco Toscano, in particolare nel fantasy "E un giorno mi svegliai". 
Enki è presentato come uno degli Anunnaki, una razza aliena proveniente dal pianeta Nibiru, giunti sulla Terra in tempi remoti alla ricerca di oroEnki, noto anche come Ea nella mitologia babilonese, era inizialmente il dio protettore di Eridu, antica città della Mesopotamia. Il suo culto si diffuse in seguito in tutta la regione e oltre, arrivando fino agli Ittiti e agli Hurriti. Era considerato il dio di diversi ambiti, tra cui i mestieri, il male, l'acqua, il mare, i laghi, la sapienza e, soprattutto, la creazione. Enki è descritto come colui che, attraverso la manipolazione genetica degli ominidi, ha dato origine all'Homo Sapiens, ovvero l'uomo moderno. Questo atto fu motivato dalla ribellione degli Anunnaki che lavoravano nelle miniere d'oro, e dalla necessità di creare una nuova forza lavoro. In seguito, sfidando il volere del fratellastro Enlil, che voleva l'estinzione dell'umanità durante il Diluvio Universale, Enki decise di salvare l'uomo e di condividere con lui le sue conoscenze scientifiche. Questo atto segnò l'inizio della civilizzazione umana e il passaggio di conoscenze dagli "dèi" agli uomini. Enki è anche il padre di Adapa, considerato il primo uomo civilizzato, a cui donò la saggezza. In sintesi, Enki emerge dalle fonti come una figura ambigua, ma fondamentale per la nascita e lo sviluppo dell'umanità. Il suo atto di creazione, motivato da esigenze pratiche, si trasformò in un gesto di benevolenza quando decise di salvare l'uomo dalla distruzione e di renderlo partecipe della sua sapienza. Come nelle antiche scritture sumere, anche nelle opere di Toscano, Enki è il fautore della creazione dell'uomo. Spinto dalla ribellione degli Anunnaki che lavoravano nelle miniere d'oro, Enki decide di creare una nuova specie di lavoratori manipolando geneticamente gli ominidi presenti sulla TerraL'autore sottolinea come Enki, noto anche come E.A. ("Colui la Cui Casa è l'Acqua"), fosse in disaccordo con il fratellastro Enlil, che desiderava la scomparsa dell'umanità. Questo contrasto culmina nell'episodio del Diluvio Universale, durante il quale Enki protegge segretamente l'umanità, permettendone la sopravvivenzaQuesto atto di benevolenza di Enki, che si contrappone alla natura spesso spietata degli altri Anunnaki, lo rende una figura chiave nell'evoluzione umana. Secondo Toscano, Enki avrebbe condiviso parte della sua conoscenza con alcuni eletti, contribuendo alla nascita della civiltàL'autore cita il libro "Il libro perduto del dio Enki" di Zecharia Sitchin a supporto della sua narrazioneIn sintesi, le opere di Toscano riprendono e reinterpretano il mito sumero di Enki, presentandolo come una figura complessa e determinante nella storia dell'umanità. La creazione dell'uomo, seppur motivata da esigenze pratiche, diventa un atto che segna l'inizio di un legame indissolubile tra Enki e la sua creazione, portandolo a proteggerla e a guidarla nel suo percorso evolutivo.

Cordialmente vostro, Francesco Toscano.

I miti: solo leggende?

18 gennaio 2021

Walls of Troy, Hisarlik, Turkey


18 gennaio 2021.

Nel 1868 l'archeologo dilettante Heinrich Schliemann si dedicò a cercare quella che credeva fosse la città che aveva ispirato la guerra di Troia descritta in uno dei grandi classici della letteratura, il poema epico di Omero, conosciuto come "Iliade". Scritto nell'ottavo secolo avanti Cristo, l'Iliade narra la storia di una grande guerra nata da faide e gelosie tra dèi. Anche se molti storici credevano che la guerra di Troia fosse un'invenzione frutto dell'elaborazione mentale di Omero, Heinrich Schliemann era deciso a dimostrare che il mito era una realtà. Le scoperte di Schliemann hanno scosso il mondo dell'archeologia. Nel 1868, ritiratosi dagli affari, Schliemann si dedicò alla realizzazione dei suoi sogni, i viaggi e le scoperte archeologiche. Nel Settembre del 1869, divorziato dalla moglie russa, si sposò con la giovane greca Sophia Engastromenou e nel 1870 intraprese un viaggio verso la Cina e il Giappone; successivamente si trasferì in Italia, in Grecia e infine in Turchia. Presso la collina di Hissarlik iniziò la ricerca delle mura di Troia con la collaborazione di Frank Calvert, viceconsole britannico proprietario dei terreni, che già aveva ipotizzato di poter trovare le rovine della città presso quel sito. In quell'anno eseguì un primo scavo clandestino, suscitando le ire del governo turco. Nel 1871 ottenne l'autorizzazione a compiere le ricerche in Terra turca e organizzò a proprie spese una spedizione archeologica in Anatolia, sulla sponda asiatica dello Stretto dei Dardanelli, luogo che la tradizione indicava come possibile sito della città diTroia. L'archeologo tedesco fermò la propria attenzione sulla collina di Hissarlik, un'altura in posizione favorevole per una roccaforte, dalla quale si poteva dominare tutta la piana circostante; seguendo le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici, il 4 Agosto 1872 Schliemann rinvenne vasellame, oggetti domestici, armi e anche le mura e le fondamenta non di una sola città, quella di Priamo, ma di ben altre otto città diverse, costruite l'una sulle rovine dell'altra (i risultati delle ricerche furono resi noti nel 1874 nell'opera Antichità troiane). Ma se la storia di Troia scritta da Omero è vera, forse lo sono anche le altre storie di altri miti Greci? E' possibile che siano esistiti degli dèi potenti e capricciosi? E se sì, da dove venivano? Ogni giorno in Grecia migliaia di turisti visitano i resti di templi e monumenti costruiti dai Greci, migliaia di anni fa, per onorare i loro dèi: l'Acropoli, il Partenone, Delfi, il tempio di Apollo, ecc. ecc. Questi siti storici riflettono una venerazione profonda per esseri che avrebbero dominato il mondo migliaia di anni fa. Se gli antichi Greci inventarono le storie degli dèi come tentativo primitivo di spiegare il proprio Universo, come si spiega la presenza di divinità simili in zone e culture completamente diverse di tutto il pianeta? Si tratta di coincidenze o questi dèi che scendevano dal cielo sulla Terra, avevano un'origine comune? I Sumeri ci descrivono una storia visiva di questi esseri; questa antica civiltà mesopotamica chiamava questi esseri venuti dal cielo Anunnaki (cioè coloro che sono venuti dal cielo sulla Terra). Secondo Erich von Däniken, nel suo libro "Gli extraterrestri torneranno?" (un libro teorizzante il fatto che realmente la Terra sarebbe stata visitata in passato da extraterrestri, riportando una serie di casistiche, racconti, oggetti e manufatti quanto mai strani che ancora oggi si possono trovare sulla Terra), alcune migliaia di anni fa, quando i nostri antenati erano ancora primitivi, degli esseri extraterrestri sono scesi sulla Terra e grazie alla loro tecnologia vennero scambiati per divinità. Il monte Olimpo, la più alta montagna della Grecia: secondo la mitologia era qui che abitavano gli dèi. Sul monte Olimpo, Zeus sedeva sul trono e determinava il fato dei mortali. La casa degli dèi sul monte Olimpo, la cui parte superiore si sollevava, ovunque se ne parla, è descritta come un magnifico palazzo in cima a una montagna; le mura del tempio risplendevano di oro e di argento, brillanti di luci simili a pietre preziose. Se riconsideriamo oggi, con gli occhi dell'uomo moderno, la casa degli dèi sul monte Olimpo, possiamo supporre che si trattasse di una nave spaziale, anche perché se ne parla di un luogo rombante. [...]

Tratto dal saggio dal titolo "A proposito degli alieni..." di Francesco Toscano e Enrico Messina, pagg. 137 e 138. 

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