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Antichi Astronauti e l'origine extraterrestre dell'uomo.

4 giugno 2025

La creazione de primo uomo da parte degli dèi Annunaki

Mercoledì, 4 giugno 2025.

Secondo diverse fonti da me consultate in questi ultimi dieci anni, gli UFO e gli alieni sono strettamente legati all'ipotesi di un'origine extraterrestre dell'umanità, principalmente attraverso la teoria degli antichi astronauti. Questa teoria esplora la possibilità che esseri extraterrestri abbiano visitato la Terra in un lontano passato e abbiano avuto un'influenza significativa sullo sviluppo delle antiche civiltà, come Sumeri, Maya, Inca ed Egizi. L'ipotesi extraterrestre, parte di questa teoria, suggerisce che un popolo alieno sia all'origine della civiltà umana, in linea con le narrazioni mitologiche che parlano di "Dèi venuti dal Cielo". Si ipotizza che questi visitatori spaziali abbiano fornito ai terrestri le conoscenze necessarie per avviare il loro cammino verso la civiltà o addirittura abbiano "creato" l'uomo con ardite operazioni di biogenetica. Autori come Erich von Däniken, Peter Kolosimo e Zecharia Sitchin hanno contribuito a rendere popolare questa idea. In particolare, Zecharia Sitchin, studioso della civiltà Sumerica, è citato per le sue teorie basate sull'interpretazione di testi antichi (come la Bibbia, l'epopea di Gilgamesh, e le iscrizioni Sumere e Accadiche) che descriverebbero la nascita e lo sviluppo della vita sulla Terra come guidati da esseri extraterrestri. Secondo Sitchin, gli Anunnaki (traduzione Accadica per "coloro che dal cielo sono venuti sulla Terra", chiamati Nephilim nella Bibbia) dal pianeta Nibiru sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie, come l'oro. Quando gli Anunnaki impiegati nelle miniere si ribellarono, uno di loro, Enki ("Signore della Terra"), avrebbe deciso di manipolare geneticamente degli ominidi nell'Africa sudorientale per creare il "Lulu" o "Lavoratore Primitivo", l'Homo Sapiens, che sarebbe stato utilizzato come manodopera. I testi sumerici, secondo Sitchin, riporterebbero la storia della creazione dell'uomo in modo accurato. L'umanità si diffuse, ma la sua proliferazione preoccupò gli Anunnaki. La presenza aliena è vista come continua fin dalla preistoria fino ai giorni nostri, con possibili tracce riscontrate in reperti archeologici, incisioni rupestri, sculture, dipinti e antichi testi. Il saggio "A proposito degli alieni..." suggerisce che gli alieni potrebbero essere stati presenti anche prima della comparsa del genere umano. Nell'ambito delle "interferenze aliene" o abductions, emerge l'idea che gli alieni (come gli Anunnaki e i Rettiliani) cerchino l'Anima umana, una forma di energia che conferirebbe la vita eterna. Gli esperimenti genetici sugli umani da parte degli alieni sarebbero finalizzati a creare una razza "ponte" con DNA compatibile per impossessarsi delle Anime. Alcune testimonianze raccolte sotto ipnosi suggeriscono racconti di come gli alieni abbiano contattato governi in passato e persino descrivono un complesso scenario politico con un presunto patto tra alieni (Sauroidi) e governanti terrestri. Un dialogo sotto ipnosi menzionato in "Alieni o demoni" suggerisce che un creatore abbia creato esseri che poi hanno creato l'uomo, e che l'uomo attuale sia una creazione composita e inferiore rispetto a una "prima creazione". La teoria degli antichi astronauti e l'ipotesi di un'origine extraterrestre dell'uomo sollevano importanti interrogativi etici e religiosi. Se gli alieni ci hanno creati, esiste ancora un Dio Creatore come lo intendiamo tradizionalmente? La fede in divinità ancestrali potrebbe avere avuto origine da contatti con esseri di altri mondi. Le fonti da me consultate presentano queste idee come ipotesi o teorie, talvolta controverse e soggette a diverse interpretazioni. Si suggerisce che la possibilità che la nostra storia sia stata plasmata da forze extraterrestri metta in discussione la nostra comprensione del mondo e che il presunto insabbiamento di eventi come quello di Roswell possa essere legato al timore di mandare in frantumi i miti sull'origine umana.

Cordiali saluti,

Francesco Toscano.

Gli alieni e l'Antico Egitto: alcune linee guida, estrapolate dagli studi dei cultori della teoria degli antichi astronauti.

3 dicembre 2024

Palermo, lì 3 dicembre 2024. 

La civiltà egizia e l'influenza esercitata su di essa da una presunta civiltà aliena, può essere rivista e analizzata alla luce degli studi di taluni cultori della teoria degli antichi astronauti; essi, infatti, suggeriscono che civiltà extraterrestri abbiano visitato la Terra in passato e, pertanto, influenzato lo sviluppo di varie culture antiche, compresa quella Egizia, una delle prime civiltà avanzate.

Ecco alcuni punti rilevanti che potrebbero essere applicati al contesto dell'antico Egitto:

  • Testimonianze di "Dèi venuti dal Cielo": Tutte le culture antiche, non solo quelle specificamente citate nelle fonti, hanno miti e leggende che parlano di divinità discese dal cielo. L'antico Egitto, con il suo pantheon di dei e la sua ricca mitologia, non fa eccezione. Si potrebbe ipotizzare che alcune di queste divinità, come Ra o Horus, fossero interpretate dagli antichi egizi come esseri provenienti da altri mondi;
  • Conoscenze Avanzate: La teoria degli antichi astronauti si basa sull'idea che alcune civiltà antiche possedessero conoscenze e tecnologie troppo avanzate per l'epoca. L'antico Egitto, con le sue piramidi, i suoi templi e le sue conoscenze di astronomia e matematica, potrebbe essere considerato un esempio di civiltà che ha beneficiato di un intervento extraterrestre, secondo questa teoria;
  • Reperti Archeologici: I sostenitori della teoria degli antichi astronauti indicano reperti archeologici come prove della presenza di alieni nel passato; si potrebbe ipotizzare che alcuni oggetti o strutture, come i geroglifici che sembrano raffigurare oggetti volanti, possano essere interpretati come indizi di un contatto extraterrestre.

È importante sottolineare che la teoria degli antichi astronauti è controversa e non è accettata dalla comunità scientifica; questa teoria, ad oggi, è da intendersi come un'ipotesi intrigante, che resta tale, ma non può assurgere al rango di "un fatto dimostrato". 

A tal proposito, potete trovare utile cercare informazioni su:

  • Interpretazioni ufologiche dei miti e dei reperti egizi: Esistono numerosi libri, articoli e siti web che propongono interpretazioni alternative della mitologia e dei reperti egizi, suggerendo connessioni con la presenza aliena;
  • Studi sull'archeoastronomia egizia: L'archeoastronomia studia le conoscenze astronomiche delle culture antiche. Alcuni studiosi si sono concentrati sull'antico Egitto, cercando di capire se le loro costruzioni e i loro miti avessero connessioni con fenomeni astronomici o con la presenza di altri mondi.

Al prossimo post!

Cordiali saluti, Francesco Toscano.

Linkografia:

La Sfinge e le piramidi della piana di Giza

Quale tema accomuna i saggi di Toscano sull'ufologia? Come si inserisce la figura di Zecharia Sitchin nelle opere di Toscano?

8 agosto 2024

 Palermo, 9 agosto 2024.


Quale tema accomuna i saggi di Toscano sull'ufologia?

 

Il tema comune che lega i saggi di Toscano sull'ufologia, "A proposito degli alieni…" e "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", è la teoria degli antichi astronauti. Questa teoria suggerisce che gli extraterrestri abbiano visitato la Terra in passato, influenzando lo sviluppo delle prime civiltà umane.

Entrambi i saggi presentano questa teoria come una possibile spiegazione per l'avanzata conoscenza e lo sviluppo tecnologico di civiltà come i Sumeri, i Maya, gli Inca e gli Egizi. I sostenitori di questa teoria, come Erich von Däniken, Peter Kolosimo e Zecharia Sitchin, indicano reperti archeologici, incisioni rupestri, sculture e antichi testi come prove della presenza di questi antichi astronauti. Essi sostengono che queste prove suggeriscano tecnologie e conoscenze troppo avanzate per l'epoca in cui sono state create, portando all'ipotesi di un intervento extraterrestre. Tuttavia, è importante sottolineare che entrambi i saggi presentano la teoria degli antichi astronauti come un'ipotesi intrigante, ma non come un fatto dimostrato. Le prove presentate sono soggette a diverse interpretazioni e la comunità scientifica rimane divisa sulla loro validità.

 


Come si inserisce la figura di Zecharia Sitchin nelle opere di Toscano?

 

Zecharia Sitchin è una figura chiave nelle opere di Francesco Toscano, in particolare nel suo romanzo fantasy "E un giorno mi svegliai". Nel romanzo, Toscano cita esplicitamente le teorie di Sitchin sugli Anunnaki, una razza aliena proveniente dal pianeta Nibiru. Secondo Sitchin, gli Anunnaki visitarono la Terra in passato, creando l'umanità per usarla come forza lavoro nelle loro miniere d'oro. Toscano integra questa teoria nella trama del suo romanzo, descrivendo gli Anunnaki come esseri tecnologicamente avanzati che rapiscono il protagonista, Salvatore Cuzzuperi, per esperimenti genetici.

L'influenza di Sitchin è evidente anche nell'enfasi di Toscano su specifici dettagli della mitologia sumera, come l'importanza di Enki, il dio della sapienza e della creazione. Toscano descrive Enki come un esperto di genetica e lo collega direttamente alla creazione dell'uomo, riprendendo un elemento centrale delle teorie di Sitchin.

Attraverso la citazione diretta delle teorie di Sitchin e l'utilizzo di elementi specifici della mitologia sumera, Toscano inserisce la figura di Sitchin come una sorta di autorità nel campo dell'ufologia e degli antichi astronauti. In questo modo, Toscano conferisce un'aura di credibilità e di mistero alla sua narrazione fantascientifica.


Cordiali saluti, Francesco Toscano.

Chi costruì le piramidi di Giza? Qual era la loro reale funzione?

18 gennaio 2021



18 gennaio 2021.

Chi costruì le Piramidi della piana di Giza? Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei Faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla Terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". 

"La nostra attuale civiltà globale è stata la prima sulla Terra, o ne è esistita almeno un'altra se non pari senz'altro superiore tecnologicamente? Per la realizzazione di determinate costruzioni e altri reperti del passato erano necessari mezzi evoluti, forse anche più di quelli di cui la nostra civiltà attuale dispone, e senz'altro non erano sufficienti tutta la buona volontà e il fervore di uomini appena usciti dall'età della pietra. Per spostare blocchi del peso di 200 tonnellate e porli magistralmente in opera servono tecnologie avanzate e non solo belle parole! E' stato verificato da qualche tempo che molte antiche costruzioni sono orientate astronomicamente. Questo elemento non dimostra solamente che popoli dell'antichità, come gli Egizi ad esempio, avevano un sistema di conoscenze astronomiche estremamente evoluto, ma fornisce anche lo spunto per poter utilizzare nell'indagine strumenti forniti da quella disciplina denominata Archeoastronomia." (Archeologia dei Misteri,di Paolo Forni)

Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine-tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un lungo e articolato processo con contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà e infine vivere in eterno, ricongiungendosi con quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride, signore dell'eternità. La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia del Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri. La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide. Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro regale, o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte. 96 Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide, dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore. Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la Grande Piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia. I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti, ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato. La Grande Piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro sennonché la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re. Poco c’è noto della vita del costruttore della Grande Piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla Terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì, fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". [...]

Tratto dal saggio "A proposito degli alieni..." di Francesco Toscano e Enrico Messina, pagg. 95, 96.

Le piramidi della piana di Giza.

3 maggio 2019

Chi costruì le piramidi di Giza? Qual era la loro reale funzione? Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine- tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un lungo e articolato processo con contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà e infine vivere in eterno, ricongiungendosi con quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride, signore dell'eternità.
La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri. La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide.
Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro regale,o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte. Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore. Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la Grande Piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia.I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti, ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato.
La Grande Piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro sennonché la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re. Poco c’è noto della vita del costruttore della Grande Piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì, fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". Dietro la nascita dell'antico Egitto si nasconderebbe, dunque, la regia di una razza aliena tecnologicamente più avanzata? «Le pietre delle piramidi», volendo citare Jean-Charles Moreux (da "Non è Terrestre" di Peter Kolosimo, pagg. 178 - 180), «sono connesse con tanta esattezza (benché alcune siano lunghe sino a dieci metri), che si può passare una lama di temperino sulla loro superficie laterale senza scoprire il solco che le divide. Eppure non ci si servì di calce!Uno dei più grandi imprenditori degli Stati Uniti ha fatto notare che oggi noi non possediamo macchine capaci di produrre due superfici che si connettano fra loro perfettamente come sono connesse le pietre della Grande Piramide. L'insieme della costruzione pesa circa sei milioni di tonnellate occorrerebbero quindi 6000 locomotive capaci di trarre mille tonnellate ognuna per trasportarla. L'attuale disponibilità finanziaria dell'Egitto non basterebbe a pagare gli operai che fossero incaricati di demolirla. Il suo architetto, chiunque sia stato, mirava dunque a erigere un monumento perenne. In realtà, nessuno ha ancora toccato l'audacia dei costruttori della Grande Piramide: sì pensi che questa montagna di massi supera di 40 metri il Duomo degli Invalidi, di sessantasei il Pantheon e di settantasette le torri di Notre Dame di Parigi!» «Quanto all'orientamento», continua Moreux, «le facce della piramide sarebbero dovuto esser rivolte ai quattro punti cardinali; ma tanto non riuscì con esattezza, se non con la piramide di Cheope.» «Il problema è, infatti, arduo, e creò difficoltà assai gravi anche agli architetti più esperti. Abbiamo, è vero, la bussola, ma tutti sanno che l'ago calamitato indica il Nord magnetico: per ogni luogo e per ogni anno — anzi, per ogni giorno — occorre apportare rettifiche.» «Resta il metodo astronomico, il Nord segnato dalla Stella Polare. Neppure questo è, tuttavia, un dato esatto, poiché quest'astro, che serve per orientarci in pratica, non si trova per nulla al polo celeste: in questo periodo esso descrive attorno a questo “punto ideale”, corrispondente al prolungamento dell'asse terrestre, un cerchio di 1 grado e 8' di raggio; tra la Stella Polare e il polo celeste potrebbero, in parole semplici, trovar posto due globi pari alla Luna. La stella che noi chiamiamo “polare”, inoltre, non sarebbe potuto esser così definita quattro mila anni fa. A causa dell'oscillazione della Terra, l'asse del nostro pianeta punta in seguito in direzioni diverse, e occorre un lasso di venticinque mila anni perché sia ricondotto nella stessa posizione. Fra tredici mila anni la nostra stella polare sarà Vega, il bel sole azzurro della Lira; quando fu costruita la Grande Piramide, la stella polare era un astro della costellazione del Dragone.» «Per stabilire il polo celeste bisogna perciò ricorrere ad altri metodi. Gli astronomi antichi non possedevano certo strumenti esatti come quelli che oggi usiamo. Il famoso Tycho Brahe, quando volle orientare l'osservatorio d'Urianenborg, commise, nonostante tutti i suoi calcoli, un errore di 18' d'arco; e dobbiamo notare che tanto avvenne nel 1577, solo tre secoli e mezzo fa. Sia per negligenza sia per inettitudine, l'osservatorio di Parigi non è orientato meglio... ed è stato costruito nel 1666!» «Ebbene, un'ulteriore, incredibile sorpresa attendeva gli astronomi: si scoprì che l'orientamento della Grande Piramide è esatto con un'approssimazione inferiore a 5'.
Qui è assolutamente impossibile pensare a una coincidenza, e bisogna ammettere che i costruttori egizi furono più abili di Tycho Brahe. Andiamo oltre: per secoli gli scienziati d'ogni paese civile cercarono un meridiano ideale per la misurazione delle latitudini. La scelta cadde dapprima su quello di Parigi, poi su quello di Greenwich. E ora ci accorgiamo che, in realtà, il meridiano ideale è quello della Grande Piramide. Perché mai? In primo luogo, è il meridiano che passa per la maggior parte di continenti e per la minor parte di distese marine. È il solo a partire dallo stretto di Bering e (circostanza ancor più singolare), se si calcola esattamente l'area abitabile dall'uomo, vediamo che la divide esattamente in due.
È giusto, quindi, definirlo ideale, poiché è il solo a essere fondato su dati naturali.» «I costruttori della Grande Piramide avrebbero dunque percorso la Terra e disegnato carte geografiche del globo? Non solo: l'altezza del monumento è in diretto rapporto (come vedremo) con la distanza del nostro globo dal Sole. E la distanza della Grande Piramide dal centro del pianeta è uguale alla distanza della costruzione stessa dal polo nord e, quindi, corrispondente alla distanza dal polo nord al centro della Terra.» Resta quindi da chiederci come abbiano fatto a saperlo i progettisti, se il loro livello di conoscenza era quello dipinto dalla scienza tradizionale?

Tratto dal saggio:


ISBN: 978-1-291-45430-7
Autore/i: Francesco Toscano

Derek Welsby ed il suo team hanno rinvenuto i resti di 16 piramidi in un cimitero della città di Gematon, in Sudan.

20 settembre 2015
20 settembre 2015. Derek Welsby ed il suo team hanno rinvenuto i resti di 16 piramidi in un cimitero della città di Gematon, in Sudan. Sono state ritrovate in varie parti del mondo, le più famose indubbiamente sono quelle d'Egitto, ma il mistero delle piramidi continua ad affascinare molti appassionati e studiosi del tema. L'ultimo ritrovamento dei resti di 16 piramidi, con tombe sottostanti, è avvenuto in un cimitero nell'antica città di Gematon, in Sudan. Secondo gli archeologi, risalgono a circa 2000 anni fa. Per saperne di più...

Altra fonte:
http://www.sudarchrs.org.uk/

Il saggio "A proposito degli alieni...." di Francesco Toscano ed Enrico Messina, in vendita presso il portale http://books.inmondadori.it/ al prezzo di € 12,98.

23 dicembre 2013
13 dic. 2013. Egregio lettore, gentile lettrice del blog, buonasera. Mi pregio di segnalarVi che, da qualche giorno, è possibile acquistare il saggio "A proposito degli alieni...." di Francesco TOSCANO e Enrico MESSINA, edito dalla casa editrice Lulu.com, presso il portale http://books.inmondadori.it/ al prezzo di € 12,98, anziché al prezzo di copertina di € 15,00. Buona lettura! Francesco Toscano, il co-autore del libro.

Robot umanoidi nel sito sotterraneo delle piramidi della piana di Giza?

20 novembre 2013
20/11/2013. 

Lo storico greco Erodoto, scrisse che la piramide di Cheope nell'antichità era ricoperta da un rivestimento di calcare bianco che risplendeva come una gigantesca gemma. Inoltre, questa meraviglia, era ricoperta di incisioni e geroglifici che gli stessi egizi non sapevano decifrare.

Enormi segreti non rivelati presenti all'interno delle piramidi della piana di Giza? Un archeologo egiziano, secondo quanto riportato in alcuni post pubblicati su alcuni blog sparsi in rete, ha ammesso che le piramidi contengono tecnologia aliena... 
In particolare, il 28 novembre 2010, nel corso di una non meglio precisata conferenza, con una dichiarazione shock, il capo del Dipartimento di Archeologia dell'Università del Cairo, il dottor Ala Shaheen, ha precisato al pubblico presente: "Io potrei avere la prova di quella teoria secondo la quale antichi alieni hanno aiutato gli antichi egizi a costruire le più antiche piramidi in Egitto, come quelli della piana di Giza. Interrogato dal signor Marek Novak, un delegato dalla Polonia, questi gli ha chiesto se la piramide potrebbe contenere tecnologia aliena o anche un UFO? Il dottor Shaheen, è stato vago, rispondendo: 
"Non posso confermare o smentire, ma c'è qualcosa all'interno della piramide che  non è di questo mondo."

Gli spettatori presenti alla conferenza sull'antica architettura egiziana sono rimasti scioccati, ma il dottor Shaheen ha rifiutato di commentare o chiarire la presenza dell'UFO o dell'interazione fra gli alieni e l'umanità per la costruzione delle piramidi. Non esistono prove, purtuttavia, di questa conferenza del 28 novembre 2010 tenuta dal dottor Shaheen, ma una cosa è certa: il dottor Shaheen non è certo il capo del dipartimento di archeologia della capitale egiziana. Si tratta, quindi, di una bufala?
Eppure, stranamente, diversi anni fa,  i russi avevano lanciato un progetto, denominato Project Isis, per recuperare la conoscenza nascosta all'interno della Grande Piramide. Questa conoscenza sarebbe stata conservata in una libreria chiamata la "Casa della Conoscenza". Infine, le squadre russe hanno recuperato i documenti e il corpo di un alieno. ("In Egitto, nella piana delle piramidi di Giza, nel 1945 venne infatti scoperta una piramide che conteneva il corpo mummificato di un individuo dalle caratteristiche particolari: alto circa due metri, con cranio allungato e ingrossato posteriormente, orbite oculari molto ampie, mento appuntito..insomma, uno scheletro decisamente non umano! [...] Questa tomba venne definita "la Piramide del Visitatore" e il suo abitante venne convenzionalmente chiamato Osiride. L'esame condotto con il sistema del Carbonio 14 datò il corpo a 10500 a.C.: l'umanoide alieno era morto dunque in quel periodo! Questa scoperta venne mostrata per la prima volta in un documentario andato in onda nel 1999 e ripreso poi nell'agosto del 2009 da una nota trasmissione italiana." - Tratto da "Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia" di Mauro Biglino, pag. 167, edito nel 2012 da Uno Editori - ISBN 978-88-9762-310-6). 

Marte, è un pianeta abitabile?

Marte: immagine composita ripresa dall'orbiter della missione Viking 1 che mostra la Valles Marineris
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene chiamato il Pianeta rosso a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono. Pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra −140 °C e 20 °C) il pianeta è il più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un decimo) presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri. Inoltre la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera. Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (soprattutto attività geologica, atmosferica e idrosferica) in grado di modellare le strutture tettoniche. Infine la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte delle meteoriti che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra. Secondo gli scienziati, la possibilità di trasformare Marte in un pianeta simile alla Terra è praticabile. Gli scienziati pensano che Marte sia Terra formabile. Terra formabile significa portare la vita in un posto in cui la vita non esiste. Gli scienziati credono, addirittura, che Marte sia un pianeta altamente Terra formabile. Secondo alcuni famosi astrobiologi, fra circa venti o trent'anni avremo delle serie possibilità di trovare la prova dell’esistenza di forme di vita al di fuori del pianeta Terra. Saremo capaci di rispondere alla fondamentale domanda: “siamo soli?” Molti scienziati della Nasa concordano nel dire che una futura esplorazione dello spazio porterà alla luce forme di vita su altri pianeti; ma potrebbe anche fornire le prove che gli dèi del mondo antico fossero di fatto degli extraterrestri, così come credono i teorici degli “antichi astronauti alieni”? Lo scopo delle missioni Nasa inizialmente erano quelle di andare sulla Luna e raccogliere le prove del fatto che nel nostro sistema solare sia esistita una civiltà all'avanguardia e di riportarla indietro; in altre parole, dimostrare che in realtà discendiamo da queste divinità, Iside, Osiride, Horus, e Set. Ora che l’obiettivo è stato raggiunto, lo scopo della Nasa sembra essere quello di rivelare gradualmente tutte queste informazioni. La Nasa vuole scoprire le origini dell’uomo: da dove veniamo? Perché siamo qui? Dove stiamo andando? Gli scienziati della Nasa cercano di dare risposte alle domande summenzionate andando nello spazio? Secondo la teoria degli “antichi alieni” le nostre origini non sono qui sulla terra, ma lassù, da qualche parte del cielo che quotidianamente osserviamo. Lo spazio è davvero l’ultima frontiera?

Il saggio "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno" di Francesco Toscano, a soli 0,99 €.

7 settembre 2013
 7 settembre 2013.

Egregio lettore, gentile lettrice del blog, buonasera. Mi permetto di segnalarVi che è possibile acquistare il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno" di Francesco Toscano, al prezzo di 0,99 €, quasi quanto il costo di un caffè da consumare al banco, presso il portale http://www.bookolico.com/. Allora che cosa aspettate? Visitate oggi stesso bookolico e, qualora foste interessati all'acquisto dell'opera, digitate o cliccate al seguente url: http://www.bookolico.com/Publications/get/165 .
Buona lettura! Cordialmente vostro, Francesco TOSCANO.



TRAMA:

Dopo la pubblicazione del libro “A proposito degli alieni….”, l’autore cercherà di corroborare, attraverso un lungo, articolato e ipotetico viaggio a ritroso nel tempo, e attraverso l’esame e lo studio di alcuni siti archeologici, nonché l’esame di alcuni OOPart , “le prove” dell’esistenza di presunti contatti in epoche remote fra alcune civiltà aliene e l’Homo Sapiens. Il mistero, le sue implicazioni e il fascino in esso celato suscitano da sempre una comprensibile sete di conoscenza. Non a caso la parola “mistero” è assimilabile anche al termine poetico “misterio”, che deriva da “Sofia” e significa “Sapienza”. Aprite le vostre menti, uscite da questa realtà che vi circonda, svuotate il cassetto della memoria per un momento affinché possiate registrare questi nuovi dati che difficilmente sono reperibili nei libri di storia, quella che ci hanno insegnato sui banchi di scuola, pesantemente condizionata dalla religione e dall’operato della Chiesa Cattolica nell’ultimo millennio, e raccolti per voi dall’autore. E così, a braccetto con il lettore, senza alcuna velleità, tenendo conto delle difficoltà oggettive che s’incontrano nell’accettare teorie così contraddittorie, si tenterà di svelare gli arcani misteri che si sono persi nella nebbia del tempo, al solo fine di ricercare la “verità”, quella che sconvolge e pone degli inquietanti interrogativi: chi siamo? Da chi siamo stati creati e perché? Qual è il nostro ruolo nell’Universo oggi conosciuto, così vasto e immenso?

GENERE:
Saggio

FORMATO: 
pdf

DIMENSIONE: 
3102 KB 

LUNGHEZZA:  
24971 parole 

PUBBLICATO IL:  
2013-07-03 

Gli extraterrestri e le sette.

2 settembre 2013
3 settembre 2013.

Suicidi di massa. Sacrifici umani. Rituali satanici. Nel corso della storia alcune persone hanno dichiarato di essere in possesso di una conoscenza proveniente da un altro mondo, facendo così commettere ai loro seguaci terribili atti di violenza. Sono stati dei pazzi? O sono stati degli esseri alieni a parlare alle loro menti? 

Il 26 marzo 1997 a San Diego, California, in una villa milionaria della zona, la polizia fa una strana ed impressionante scoperta: rinviene i cadaveri di 39 membri della setta Heaven's Gate (letteralmente "porta del cielo"), una setta ufologica fondata e guidata da Marshall Applewhite e Bonnie Nettles, con sede a San Diego, suicidatisi in massa. Il suicidio di massa è stato collegato con l'avvicinamento al Sole della cometa Hale-Bopp, la cui luminosità e visibilità a occhio nudo superò anche le previsioni fatte dagli esperti. I cadaveri, in particolare, furono rinvenuti abbigliati tutti allo stesso modo: lo stesso taglio di capelli; lo stesso modello di scarpe da ginnastica; tutti coperti da un lenzuolo viola. Marshall Applewhite credeva che quella notte sarebbe apparso un Ufo e che sei membri della setta si fossero suicidati in massa, le loro anime sarebbero state immediatamente prese dagli alieni. Era riuscito a convicere i suoi seguaci che lui e la Nettles fossero degli esseri alieni che si erano impadroniti di corpi umani. Applewhite dichiarò di essere l'unico mezzo con cui un potere proveniente dallo spazio avrebbe parlato con il mondo; di essere stato scelto per rivelare la verità di questi esseri alieni superiori. Si fece castrare chirurgicamente, adducendo che esseri superiori più evoluti non avrebbero dovuto avere connotazioni sessuali. Tra le persone che si suicidarono vi fu anche Thomas, fratello dell'attrice televisiva Nichelle Nichols. Membro del gruppo da 11 anni, prima di togliersi la vita registrò un video nel quale disse di essere la persona più felice del mondo. 
L'imperatore romano Caligola
Nel mondo antico gli imperi vennero governati da uomini che ritennero di avere contatti con un potere superiore. L'imperatore romano Caligola fu uno di questi. Gaio Giulio Cesare Germanico (latino: Gaius Iulius Caesar Germanicus; Anzio, 31 agosto 12 d.C. – Roma, 24 gennaio 41), meglio conosciuto con il suo nome da regnante Gaio Cesare (Imperator Gaius Caesar) o con il soprannome Caligola (Caligula), fu il terzo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, e regnò dal 37 al 41 d.C.. Le fonti storiche pervenute lo hanno reso noto per la sua stravaganza, eccentricità e depravazione, tramandandone un'immagine di despota. L'esiguità delle fonti fa comunque di Caligola il meno conosciuto di tutti gli imperatori della dinastia. Fu assassinato da un gruppo di sue guardie. Caligola ("piccola caliga", la calzatura dei legionari, affettuoso soprannome datogli in giovane età dai soldati del padre Germanico) era il terzo figlio di Agrippina Maggiore e Germanico, generale molto amato dal popolo romano. La madre era figlia di Marco Vipsanio Agrippa (amico di Augusto) e di Giulia (figlia di primo letto di Augusto). Il padre era figlio di Druso maggiore (fratello di Tiberio e figlio di Livia, moglie di Augusto) e di Antonia Minore (figlia di Marco Antonio e Ottavia, sorella di Augusto). Inoltre suo padre Germanico era stato adottato da Tiberio, che era stato adottato da Augusto, che a sua volta era stato adottato da Giulio Cesare. Questa particolare situazione familiare (che tramite Augusto poteva risalire a Cesare e quindi persino alle origini stesse di Roma, a Enea e Venere) rendevano Caligola, il più probabile successore di Tiberio. Da ragazzo accompagnava i genitori nelle spedizioni militari in Germania e indossava nei campi la calzatura dei legionari (Caliga), da cui il soprannome affettuoso "Caligola", datogli dai soldati. Nel 17, dopo aver assistito al trionfo del padre a Roma, parte con la famiglia al seguito di Germanico inviato in missione a Oriente. Solo due anni più tardi il padre morì e Caligola, insieme alla madre, fece ritorno in Italia. Nel 27 andrà a vivere a casa della bisavola paterna Livia, sul Palatino e nel 29 a casa della nonna Antonia Minore dove incontrerà i tre giovani principi traci, Polemone II (a cui darà il regno del Ponto e del Bosforo), Rhoimetalkes (a cui darà quasi la metà dell'antico regno di Tracia) e Kotys III (a cui darà l'Armenia Minore). L'imperatore Tiberio, ritiratosi a Capri già nel 26, vorrà Caligola con lui nel 31, anno in cui divenne Pontifex (sacerdote). Nel 33 divenne questore, e qui si chiude il cursus honorum di Caligola. Tiberio nonostante tutto nominerà suoi successori nel testamento Caligola e il suo giovane nipote Tiberio Gemello. Ebbe quattro mogli: Giunia Claudilla, Livia Orestilla, Lollia Paolina, già sposata a Publio Memmio Regolo e Milonia Cesonia, dalla quale ebbe una figlia che chiamò Giulia Drusilla in onore della sorella deceduta. Di Caligola si dice che, oltre ad aver nominato senatore il suo cavallo (episodio non documentato storicamente, n.d.r.), il quale per volere del suo padrone mangiava in una mangiatoia d'oro, addirittura era solito togliere le teste delle statue degli dèi, per sostituirle con la sua. E' un concetto che i romani ereditarono dai greci e dagli egiziani. Tutta la regalità dell'Egitto, infatti, si basava sulla convinzione che fosse esistito un Re divino chiamato "Osiride", che era venuto dalle stelle, e che aveva regnato sull'Egitto insieme alla sua sorella e moglie "Iside", dalla quale ebbe un figlio a cui diedero il nome di "Horus". 
Horus
Non esiste un solo mito di Horus ma cambia a seconda della civiltà e del periodo: 1) Nei Testi delle piramidi troviamo il mito più arcaico su Horus, il quale ci racconta che egli nacque dal rapporto tra Osiride (ricostruito con un membro di legno, secondo altri sarebbe una candela, e non resuscitato poiché rimane in stato vegetativo e diventerà per questo il dio delle vegetazioni e della morte) con Iside che lo partorisce. Horus affronta Seth, il quale gli strappa un occhio e viene rappresentato come un porco. Horus successivamente riprende l'occhio e gli strappa i testicoli, dona l'occhio a Osiride suo padre che si rianima e con questo completa il ciclo agrario; 2) La versione ellenica invece ci è nota da Plutarco (45-125): Seth con l'aiuto di 12 compagni fa costruire una cassa ricchissima che regalerà a chi si adatterà perfettamente, in realtà è un inganno per Osiride che appena entrato viene gettato nel fiume Nilo. Però la cassa si incastra in un arbusto. Iside concepisce con un Osiride mummificato Horus. Seth scopre il cadavere di Osiride e lo smembra in quattordici parti disperse nel Nilo. Iside va alla ricerca delle parti e le trova tranne il membro al cui posto ne metterà uno di legno. Osiride poi verrà imbalsamato, rivitalizzato e diventerà re degli inferi. Ogni faraone credeva di essere la reincarnazione di Horus. Analizzando le credenze di questi popoli, in cui il Re, il sovrano, non solo rappresentava la divinità ma considerva sé stesso un dio, possiamo notare indiscutibili analogie con le sette moderne. 
Gli dèi e gli alieni potrebbero essere la stessa cosa, solo che li chiamiamo con nomi differenti. Si tratta di un uomo dello spazio che proviene da un altro pianeta, o è un dio? E' solo una questione di termini. Le antiche storie della Mesopotamia raccontano di come gli antichi alieni volessero realmente controllare la razza umana. Nella mitologia Sumera il dio Enki crea gli esseri umani per farne una razza di schiavi, ma i suoi superiori gli impediscono di raccontare loro la verità sulle proprie origini per paura di una rivolta. Era per caso questo l'obiettivo degli extraterrestri? Era forse quello di creare una cultura dell'ignoranza?
Nella Genesi della Bibbia si legge, in particolare, che quando Adamo ed Eva decisero di mangiare il frutto simbolo di conoscenza, Dio disse loro di non farlo perché non vi dovevano accedere. Secondo i testi sumerici Enki disubbidisce ai suoi superiori, e al fratellastro Enlil, e permette ad una società segreta, meglio conosciuta come la "fratellanza del serpente" (il simbolo che lo rappresentava) di acquisire questa conoscenza proibita. 
La Fratellanza del Serpente
La "fratellanza del serpente" era un'organizzazione formata da alieni benevoli che volevano trasmettere all'uomo la conoscenza. Ma a seguito dell'opposizione degli altri esseri alieni cui Enki apparteneva, la "fratellanza del serpente" fu utilizzata per indebolire la razza umana. Secondo la leggenda, la "fratellanza del serpente" si divise in diversi punti, che a loro volta si divisero in varie fazioni. Questa storia è stata riportata minuziosamente nelle scritture sumere che risalgono ad almeno 6000 anni fa. Si narra che l'uomo fu creato da alieni draconiani, venuti su questo pianeta per sfruttare le sue risorse - in particolare oro. Ma il lavoro era pesante, così la razza aliena ha incaricato altri esseri di fare il duro lavoro. Così Ea, che era un brillante scienziato creo' l'Homo Sapiens(1), come un ibrido tra una primitiva forma di vita e la razza aliena. I primi Homo Sapiens vennero utilizzati solo come schiavi e non poterono allevare animali. Successivamente questo stato di cose cambiò. Ea - Enki, al quale non piaceva come la sua razza che egli aveva creato veniva trattata, volle illuminare l'umanità creata dicendo loro chi fossero realmente. Ea - Enki svelò loro la verità nascosta che ogni individuo ha uno spirito che abita all'interno del suo corpo e che dopo la loro morte lo spirito continuerà a vivere sulla Terra reincarnandosi. Gli Homo sapiens si ribellarono contro i loro padroni, ma furono costretti a ritirarsi. A questo punto Ea - Enki fondò questa società segreta, la "Fratellanza del Serpente", con lo scopo di illuminare la gente in segreto, ma venne scoperto e giudicato dalle leggi aliene. Ea fu deportato a terra per l'eternità - per morire e rinascere in cicli senza fine, all'interno dei fragili corpi umani. Con il passare del tempo nella "Fratellanza del Serpente" si sono infiltrati dagli alieni draconiani e la conoscenza è stata distorta per confondere l'uomo, invece di illuminarlo. Sulla Terra, tutti i sistemi di potere sociale, sin dai tempi di Atlantide, sono stati guidati dalla "Fratellanza del Serpente", che a sua volta è stata guidata da forze spirituali ed extraterrestri, dei Guardiani. In breve, che ci sia stata la monarchia, il capitalismo o il comunismo, chi ha sempre lottato per il potere e la leadership, è stato influenzato spiritualmente dalle gerarchie solari durante l'Era Oscura, ed ora rappresenta le forze maschili e materialiste. Ovviamente, siamo stati guidati dalle nostre religioni e dai nostri leaders durante l'Era Oscura, ma anche questi, a loro volta, sono stati guidati da maestri spirituali. Molte persone di grado iniziatico inferiore non si rendono conto che influenze extraterrestri e cosmiche delle gerarchie solari sono state collocate in cima alla piramide delle logge. Durante l'Era Oscura le gerarchie solari, gli Illuminati, altri regnanti, conquistarono le forze maschili, i costruttori della materia. Nell'ultima Età dell'Oro le gerarchie lunari, i Luminari, le riconquistate forze cosmiche femminili, regnarono e portarono il matriarcato. Le anime completate del ciclo successivo uniscono, all'interno di sé, il sole e la luna, simbolicamente il connubio tra mente e materia. L'unione dell'uomo-ego e della donna-anima all'interno di un essere umano riconduce all'immortalità. Nel futuro il Sè Superiore sarà un essere umano sulla Terra. Ogni volta che fu scritta, la vera rivelazione del divino fu falsificata perché ogni testamento rappresenta sempre un'interpretazione di ciò che non si esperisce. E' così che originarono le religioni del mondo, con tutte le loro sette diverse, che seguirono rigorosamente e alla lettera parole morte e furono fuorviate, di generazione in generazione, sempre più lontane dalla verità. Gli extraterrestri si spacciano davvero per falsi dèi, al fine di tenere sotto controllo la razza umana? Se così fosse, si manifestarono a Marshall Applewhite e ai suoi seguiaci sino a fargli commettere un terribile suicidio di massa il 26 marzo 1997? Alcuni "teorici degli antichi astronauti" credono che la risposta sia affermativa.

Liberamente tratto da "Sette extraterrestri" della serie tv Enigmi alieni in onda su Sky.


Fonte linkografica: 

Bibliografia:

  • Lalich, Janja, Bounded Choice: True Believers and Charismatic Cults. University of California Press, 2004. ISBN 0-520-23194-5. 329 pp. ;
  • Investigative Reports: Inside Heaven's Gate;
  • Balch, Robert W., "Bo and Peep: a case study of the origins of messianic leadership", In Roy Wallis, ed. Millennialism and charisma. Belfast: Queens' University, 1982;
  • Balch, Robert W., "Waiting for the ships: disillusionment and revitalization of faith in Bo and Peep's UFO cult", In James R. Lewis, ed. The Gods have Landed: New Religions from Other Worlds, Albany: SUNY, 1995;
  • Balch, Robert W., "When the Light Goes Out, Darkness Comes: A Study of Defection from a Totalistic Cult". in Religious Movements: Genesis, Exodus and Numbers, Rodney Stark, (Ed), Paragon House Publishers, 1985, pp. 11–63;
  • Theroux, Louis, The Call of the Weird, Pan Macmillan, 2005, pp 207–221;
  • DiAngelo, Rio, "Beyond Human Mind-The Soul Evolution of Heaven's Gate", RIODIANGELO PRESS, 2007, 128p;
  • James R. Lewis, The Gods are landed: new religions from other world, Suny Press, 1995;
  • Christopher Hugh Partridge, UFO Religions, Routledge, 2003;
  • Diana G. Tumminia, Alien Worlds: social and religious dimensions of extraterrestrial contact, Syracuse University Press, 2007;
  • Martin Gardner, Fads and Fallacies in the Name of Science, Dover Publications, 1957
  • Jacques Vallée, Messengers of Deception: UFO Contacts and Cults, Ronin Publishing (prima edizione 1979);
  • James R. Lewis (ed.), Encyclopedic Sourcebook of UFO Religions, Prometheus Books, 2003;
  • Diana G. Tumminia, When Prophecy Never Fails: Myth and Reality in a Flying-Saucer Group, Oxford University Press, 2005.
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(1) Enki e la Creazione dell'Uomo.
Dopo sei generazioni di Dèi (nel racconto babilonese Enuma Elish), nella settima generazione (accadico shapattu o sabath), gli dèi più giovani chiamati Igigi, i figli e le figlie di Enlil e Ninlil, si rifiutarono di svolgere i loro doveri e continuarono nella loro opera di creazione. Abzu, il Dio delle acque dolci, co-creatore del cosmo, per punirli minacciò di distruggere il mondo inondandolo con le sue acque. Terrorizzati, gli dèi si riunirono per cercare di salvare le loro creazioni. Enki promise di aiutarli e di confinare Abzu nei canali di irrigazione e di confinarlo nel Kur, sotto la sua città di Eridu. Ma l'universo era ancora minacciato da Tiamat, infuriata a causa dell'imprigionamento di suo marito e consorte Abzu, e dietro suggerimento di suo figlio e visir Kingu, decide di portare avanti l'opera di distruzione iniziata da Abzu. Gli dèi si riunirono nuovamente terrorizzati, e si rivolsero ad Enki per trovare aiuto, ma quest'ultimo, colui che imbrigliò Abzu nei canali d'irrigazione, rifiutò questa seconda richiesta di aiuto. Gli dèi cercarono aiuto ovunque ed il patriarca Enlil, loro padre e dio del Nippur, promise di sconfiggere Tiamat e salvare il mondo, a patto che venisse incoronato re degli dèi. Nel racconto babilonese, il ruolo di Enlil viene assunto da Marduk, il figlio di Enki, e nella versione assira viene assunto da Asshur. Così Tiamat venne sconfitta da Enlil con "le frecce del suo vento" lanciate giù attraverso la sua gola (in qualche modo simile a come Elohim muove il suo respiro sopra "la faccia dell'abisso" o Tehom - Genesi 1:2). Ricostruendo il paradiso con un arco proveniente dalla sua costola, Enlil pose la sua coda nel cielo come la Via Lattea, e dalle sue lacrime nacque la sorgente del Tigri e dell'Eufrate. Ma esisteva ancora un problema, chi si prenderà cura del cosmo? Enki, che sarebbe potuto andare in loro aiuto, giaceva in un sonno profondo, e non gli era possibile udire il loro lamento. Sua madre Nammu (creatrice anche di Abzu e Tiamat) portò le lacrime degli dèi ad Enki e gli disse:

« O figlio mio, svegliati dal mio letto, dal mio sonno, fai ciò che è saggio,
Modella i servi per gli Dèi, affinché possano produrne il loro (pane?). »
Così Enki consigliò di creare i servi degli dèi, l'umanità, fatta di sangue e argilla. Questo racconto è simile alla creazione di Adamo nel Corano, dove viene raccontato come l'umanità fosse stata creata dall'argilla e un grumo di sangue (mestruale?). Era desiderio di Enki mantenere in vita Kingu, ma gli Igigi decisero comunque di ucciderlo, convincendo infine Enki ad usarne il sangue per creare il primo uomo. Così Enki creò il primo uomo, il primo dei sette saggi o Abgallu (*Ab = acqua, *Gal=grande, *Lu= Uomo), conosciuto anche come Adapa, con cui ha sempre mantenuto una stretta amicizia. Enki raccoglie a sé un gruppo di divinità per aiutarlo nella sua opera, i quali vennero chiamati i buoni e principeschi modellatori. Così racconta a sua madre:

« O madre, le creature il cui nome tu hai pronunciato, esistono,
Legati agli dèi essi saranno;
Miscuglio dal cuore di argilla che proviene da oltre gli Abissi (Il tempio di Enki, E'Abzu),
I buoni e principeschi modellatori addenseranno l'argilla
Tu, porterai i loro arti nell'esistenza;
Ninmah (la Dea Madre della terra) (Ninhursag, sua moglie e consorte) lavorerà su di te
(Nintu?) (divinità della nascita) staranno con i loro modellatori;
O madre mia, sarai tu a decretarne il fato. »
Adapa, il primo uomo ad essere modellato, in seguito si recò ad Eridu ricoprendo il ruolo di consigliere del Re, quando nella Lista dei Re, il Me del potere sovrano discendeva da Eridu.

Archeoastronomia: i monumenti Egizi e Maya allineati alla costellazione di Orione.

24 agosto 2013
Le Piramidi della piana di Giza sono allineate alle tre stelle della cintura di Orione.
24 agosto 2013. 

Le civiltà antiche allineavano i loro magnifici monumenti alle costellazioni. Numerosi monumenti sparsi in diversi angoli del mondo, fra tutti le Piramidi della piana di Giza, sembrerebbero oggi, attraverso le conoscenze di cui è dotato l'uomo moderno, allineati alla costellazione di Orione, forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all'equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo.
Le tre stelle della cintura d'Orione, sono coordinate di un piano celeste, mappato circa settemila anni fa, con sabbia e pietre? Oggi più che mai l'archeologo moderno ritiene che le civiltà antiche, e i costruttori dei magnifici manufatti architettonici sparsi in diversi angoli del mondo, avessero una conoscenza profonda delle costellazioni e delle stelle che li formano, portando a ritenere i "teorici degli antichi astronauti" che sul nostro piccolo mondo ci sono diversi indizi che fanno supporre che queste civiltà, oggi scomparse, avessero avuto contatti con civiltà extraterrestri. La costellazione di Orione, in particolare, è molto importante per le civiltà antiche, perché è collegata al luogo da cui veniamo e a quello presso cui stiamo andando.
La Nebulosa di Orione.
L'undici gennaio del 2006 il telescopio spaziale Hubble ha catturato un'immagine della Nebulosa di Orione, mai vista prima. Posta ad una distanza di circa 1.500 anni luce dalla Terra, la Nebulosa si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al sistema solare. Vecchie pubblicazioni si riferiscono a questa nebulosa col nome di Grande Nebulosa, mentre più anticamente i testi astrologici riportavano lo stesso nome della stella Eta Orionis, Ensis (la spada), la quale però è posta in un'altra parte della costellazione. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste, ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. La Nebulosa di Orione contiene al suo interno un ammasso aperto molto giovane, noto come Trapezio.
Le osservazioni con i più potenti telescopi (specialmente il Telescopio spaziale Hubble) hanno rivelato molte stelle circondate da anelli di polveri, probabilmente il primo stadio della formazione di un sistema planetario. La nebulosa è stata riconosciuta come tale nel 1610 da un avvocato francese, Nicolas-Claude Fabri de Peiresc (1580-1637), anche se, date le dimensioni e la luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo la identificava come una stella della spada di Orione, di magnitudine 3.
Mappa della costellazione di Orione.
Secondo le teorie di alcuni scienziati moderni è proprio presso la Nebulosa di Orione, miliardi di anni orsono, che potrebbero essere nati stelle e pianeti. Si tratta di un "asilo stellare", cioè il luogo in cui nascono le stelle. E' questa la parte della costellazione di Orione che viene maggiormente studiata dagli astronomi.
La costellazione di Orione, così come si vede dalla terra,consta di circa 130 stelle visibili ed è identificabile dall'allineamento di tre stelle che formano la cintura di Orione, queste tre stelle sono chiamate in diversi modi a seconda della tradizione: i Tre Re, i Re Magi, il rastrello, i tre mercanti, i bastoni. Esse sono, in particolare, la stella Alnilam, Alnitak, Mintaka.
La sagoma dell'eroe è invece delineata da nove stelle. Orione si trova accanto al fiume Eridano, con i suoi due cani da caccia Cane Maggiore e Cane Minore, combattendo contro il Toro. Anche un'altra sua preda, la Lepre, si trova vicino.
La costellazione di Orione venne venerata per migliaia di anni da moltissime culture di civiltà sparse in diversi angoli del nostro piccolo globo. Tale costellazione è una delle più semplici da riconoscere e da osservare e contiene un gran numero di stelle luminose, al punto che è perfettamente visibile senza difficoltà anche dal centro di una grande città. La sua forma ricorda molto quella di una clessidra e la sua caratteristica più rilevante, oltre al grande rettangolo verticale di stelle luminose, è l'allineamento di tre stelle di quasi pari luminosità poste al centro della figura, un segno che prende il nome di Cintura di Orione e che è ben impresso nell'immaginario collettivo di tutti i popoli della Terra.
La parte nordorientale di Orione confina col Toro e mostra un arco di stelle di terza e quarta magnitudine, che secondo la tradizione rappresenta lo scudo del gigante; questo gruppo costituisce infatti un asterismo noto come Scudo di Orione.
La costellazione di Orione è molto ricca di stelle brillanti e oggetti interessanti. Le stelle principali di Orione sono molto simili come età e caratteristiche fisiche, cosa che suggerisce che abbiano avuto un'origine comune (Betelgeuse è un'eccezione a questa regola). In effetti, l'intera costellazione di Orione è la più vicina zona di formazione stellare, ed è stata a volte considerata per intero un'associazione OB, ossia un gruppo di stelle giovani e blu, estremamente luminose e caldissime. Orione è molto utile per trovare altre stelle. Estendendo la linea della Cintura verso sudovest, si può trovare Sirio (α Canis Majoris); verso nordest, Aldebaran (α Tauri). Una linea verso est che attraversa le due spalle indica la direzione di Procione (α Canis Minoris). Una linea da Rigel verso Betelgeuse punta a Castore e Polluce, α e β Geminorum. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale va da novembre a maggio; trovandosi esattamente a cavallo dell'equatore celeste, la sua visibilità è ottimale per tutti i popoli della Terra.
Orione è la più splendente delle costellazioni, caratteristica che ben si addice a un personaggio che secondo la leggenda fu il più imponente e il più bello degli uomini. La costellazione è messa in risalto dalle stelle brillanti Betelgeuse e Rigel, e ha tre stelle distintamente allineate che formano la cintura di Orione.
«Nessun'altra costellazione rappresenta più chiaramente la figura di un uomo», dice Germanico Cesare. Manilio la chiama «dorato Orione» e «la più potente delle costellazioni», ed esagera la sua brillantezza dicendo che, quando Orione si leva, «la notte simula la luminosità del giorno e ripiega le sue ali scure».
Manilio descrive Orione «che allunga le braccia su una vasta estensione di cielo e che si solleva verso le stelle con un passo altrettanto imponente».
In effetti, Orione non è una costellazione molto grande, occupa solo il ventiseiesimo posto in quanto a dimensioni (è più piccola, per esempio, di Perseo secondo i confini moderni tra le costellazioni), ma la brillantezza delle sue stelle dà l'impressione che sia molto più grande. Orione è anche una delle costellazioni più antiche, essendo nota ai primi scrittori greci, quali Omero ed Esiodo.
Persino nell'era spaziale Orione rimane uno dei pochi raggruppamenti stellari che i non astronomi riescono a riconoscere. In cielo Orione è raffigurato che affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante, nonostante il mito di Orione non faccia nessun riferimento a un tale combattimento. 
La costellazione nacque con i Sumeri che videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo.
Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo. Gilgamesh era l'equivalente sumero di Eracle, il che ci porta a un altro rompicapo. Essendo il più grande eroe della mitologia greca, Eracle merita una costellazione della brillantezza di questa, ma in realtà gli è assegnata una zona di cielo molto più scura. È possibile, allora, che Orione in realtà altro non sia che Eracle sotto mentite spoglie? Potrebbe essere, se si pensa che una delle fatiche di Eracle fu quella di catturare il toro di Creta e che in cielo è raffigurato un combattimento tra Orione e il Toro.
Tolomeo lo descrisse con un bastone e una pelle di leone, entrambi noti attributi di Eracle, e così è rappresentato nelle vecchie carte astrali. Ma, nonostante queste circostanze, nessun mitologo accenna a una possibile connessione fra questa costellazione ed Eracle. Secondo il mito, Orione era figlio di Poseidone, il dio del mare, ed Euriale, figlia del Re Minosse di Creta. Poseidone diede a Orione il potere di camminare sull'acqua.
Omero nell'Odissea descrive Orione come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo. In cielo i cani del cacciatore (le costellazioni del Cane Maggiore e del Cane Minore) lo seguono dappresso, all'inseguimento della Lepre. La costellazione di Orione nella sua interezza. Sull'isola di Chio, Orione corteggiò Merope, figlia del Re Enopione, apparentemente senza successo, dato che una notte, reso spavaldo dal vino, cercò di violentarla. Per punirlo, Enopione lo fece accecare e lo bandì dall'isola. Orione si diresse a nord verso l'isola di Lemno dove Efesto aveva la sua fucina. Efesto s'impietosì alla vista di Orione cieco e gli offrì come compagno e guida uno dei suoi assistenti, Cedalione. Con il giovane sulle spalle, Orione si diresse a est verso il punto in cui sorgeva il sole, dove, a detta di un Oracolo, gli sarebbe stata restituita la vista. E infatti quando all'alba i raggi prodigiosi del Sole caddero su quegli occhi spenti, Orione miracolosamente ebbe resa la vista. In un mito celeste Orione è legato all'ammasso stellare delle Pleiadi del Toro. Le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante e Pleione. La storia che si racconta solitamente dice che Orione s'innamorò delle Pleiadi e le perseguitò con intenti amorosi. Ma secondo Igino, chi lui veramente voleva in realtà era la loro madre Pleione. Zeus agguantò tutto il gruppo e lo sistemò fra le stelle, dove Orione continua a incalzarlo ogni notte. Ci sono numerose e conflittuali storie sulla morte di Orione. Mitografi astronomi come Arato di Soli, Eratostene e Igino concordarono che vi fu implicato uno scorpione. Una versione, quella raccontata sia da Eratostene che da Igino, sostiene che Orione si vantasse di essere il più abile dei cacciatori. Egli disse ad Artemide, la dèa della caccia, e alla madre di lei, Latona, che poteva uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. La Terra fremette d'indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presuntuoso. Arato, invece, dice che Orione tentò di rapire la vergine Artemide e che fu lei a causare la spaccatura della Terra dalla quale uscì lo scorpione. Ovidio ha ancora un'altra versione: dice che Orione fu ucciso nel tentativo di salvare Latona dallo scorpione. Anche la dislocazione è diversa. Eratostene e Igino dicono che la morte avvenne a Creta, ma Arato la fa accadere a Chio. In entrambe le versioni il risultato fu che Orione e lo scorpione (la costellazione dello Scorpione) furono sistemati su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest. «L'infelice Orione teme ancora di essere ferito dal pungiglione velenoso dello scorpione», notò Germanico Cesare. Una storia molto diversa, anche questa raccontata da Igino, è quella che Artemide amava Orione e stava seriamente prendendo in considerazione la possibilità di rinunciare al voto di castità per sposarlo. Essendo i più grandi cacciatori maschio e femmina, avrebbero formato una coppia formidabile. Ma ad Apollo, il fratello gemello di Artemide, l'accoppiamento non piacque. Un giorno, mentre Orione nuotava, Apollo finse di voler mettere alla prova l'abilità di Artemide al tiro con l'arco e la sfidò a colpire un piccolo oggetto nero che ballonzolava fra le onde. Artemide lo trafisse al primo colpo e rimase inorridita nello scoprire che aveva ucciso Orione. Affranta, lo pose fra le costellazioni. Orione ripreso dalla sede del Very Large Telescope, nell'emisfero australe. C'è una storia strana e persistente a proposito della nascita di Orione, che spiega la versione più antica del suo nome, Urione (ancora più vicina all'originale sumero URU AN-NA). Secondo questa storia a Tebe viveva un vecchio agricoltore di nome Irieo. Un giorno egli offrì ospitalità a tre stranieri di passaggio che, guarda caso, erano gli dei Zeus, Poseidone ed Ermes. Dopo che ebbero mangiato, i visitatori gli chiesero se ci fosse qualcosa che desiderasse. Il vecchio confessò che gli sarebbe piaciuto avere un figlio e i tre dèi gli promisero di appagare il suo desiderio. Si misero tutti e tre in piedi davanti alla pelle del bue che avevano appena consumato e vi urinarono sopra, poi dissero a Irieo di seppellirla. Da quella, a tempo debito, nacque un bambino che Irieo chiamò Urione dato il modo in cui era stato concepito.
In qualsiasi tradizione, ed in particolare in quella Egizia, la costellazione di Orione viene spesso vista come un uomo che cammina a grandi passi. 
I Greci lo vedevano come un cacciatore e molte altre culture come un gigante.
Secondo la mitologia Egizia le divinità provengono dalla costellazione di Orione, e più precisamente da Sirio, la stella più luminosa del cielo.
Gli antichi Egizi, in particolare, credevano che da Sirio ed Orione provenissero degli esseri con fattezze umane; che Osiride ed Iside abbiano dato inizio alla razza umana.
Sirio ed Orione, in particolare, rappresentano Iside ed Osiride.
Per gli antichi Egizi Osiride era Orione. Per gli antichi Egizi Orione era chiaramente collegata alla creazione, soprattutto a quella magica.
Nell'antico Egitto Orione ed Osiride sono la stessa identica cosa. 
Gli Egizi credevano che Osiride un giorno avrebbe fatto ritorno da Orione.
Tutte le culture antiche erano convinte che qualcuno un giorno sarebbe ritornato; dopotutto ancora oggi noi aspettiamo che qualcuno faccia lo stesso.
Le storie Egizie sulla creazione, documentano le origine ultraterrene dell'umanità? Se così fosse, hanno lasciato le prove di queste origini forse incise sulla pietra?
Secondo i testi delle Piramidi il faraone egizio Unas regnò per trent'anni per poi fare rotta verso la costellazione di Orione. Unas lasciò il suo nome sulle rocce della prima cateratta (quella di Assuan) e nella sua piramide è inciso il più antico Testo delle Piramidi. 
Questo nome è attribuito alla raccolta di testi trovati incisi all'interno di cinque piramidi di Saqqara ( oltre che in quella di Unas, in quelle di Teti, Pepy I, Merenre e Pepy II della sesta dinastia). Questi testi sono una raccolta di incantesimi grazie ai quali il faraone defunto poteva raggiungere, dopo la morte, il posto a lui riservato tra gli dèi.
Ultimo re della Quinta Dinastia, Unas ha costruito il suo complesso piramidale a Sud-Ovest vicino le mura che circondano il complesso di Djoser a Saqqara, esattamente all'angolo opposto del complesso di Djoser.
Il complesso consiste di una piramide principale, ad Est della quale è localizzato il tempio funerario ed una piccola piramide satellite. Una strada rialzata lunga connette il Tempio funerario con il Tempio della valle poco distante a Sud-Est della piramide. Nessuna piramide per la Regina è stata costruita. La piramide principale misura 57.75 metri per lato, con un pendio del 56° e originalmente alta 43 metri, più piccola delle piramidi di Djoser e di Userkaf. La piramide è stata costruita in una maniera simile a quella di Djedkare con la muratura del centro costituita da blocchi in pietra incassati in un telaio di calcare eccellente. Nel periodo del Nuovo Regno la piramide era già in decadenza, infatti antiche iscrizioni lasciate da Khaemwaset, il figlio famoso di Ramesse II e alto Visir di Menfi, gli assegnano la restaurazione del monumento.
Unas divenne grande, secondo la leggenda, cibandosi della carne dei suoi nemici mortali e uccidendo e divorando le divinità stesse. Gli antichi credevano, infatti, che mangiando la carne di grandi personaggi si potessero acquisire i loro poteri. Dopo aver divorato le divinità ed averne assorbito anima e poteri, Unas attraversò il cielo sino ad arrivare ad Orione.
Si tratta solo di leggende, o il faraone Unas ha viaggiato veramente nello spazio? Se Unas ha viaggiato veramente nello spazio, come ha fatto?
Gli antichi Egizi ci dicono chiaramente che la Grande Piramide non è stata costruita per essere una tomba ma per essere una specie di luogo di trasformazione.
Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine-tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un lungo ed articolato processo con contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà ed infine vivere in eterno, ricongiungendosi con quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride, signore dell'eternità.
La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri. 
La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide. Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro regale,o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte. Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore. 
Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la grande piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia. I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato. La grande piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro se non che la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re. Poco ci è noto della vita del costruttore della grande piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". Dietro la nascita dell'antico Egitto si nasconderebbe, dunque, la regia di una razza aliena tecnologicamente più avanzata ? «Le pietre delle piramidi», volendo citare Jean-Charles Moreux (da "Non è Terrestre" di Peter Kolosimo, pagg. 178 - 180), «sono connesse con tanta esattezza (benché alcune siano lunghe sino a dieci metri), che si può passare una lama di temperino sulla loro superficie laterale senza scoprire il solco che le divide. Eppure non ci si servì di calce! Uno dei più grandi imprenditori degli Stati Uniti ha fatto notare che oggi noi non possediamo macchine capaci di produrre due superfici che si connettano fra loro perfettamente come sono connesse le pietre della Grande Piramide. «L'insieme della costruzione pesa circa 6 milioni di tonnellate occorrerebbero quindi 6000 locomotive capaci di trarre mille tonnellate ognuna per trasportarla. L'attuale disponibilità finanziaria dell'Egitto non basterebbe a pagare gli operai che fossero incaricati di demolirla. Il suo architetto, chiunque sia stato, mirava dunque ad erigere un monumento perenne. In realtà, nessuno ha ancora toccato l'audacia dei costruttori della Grande Piramide: sì pensi che questa montagna di massi supera di 40 metri il Duomo degli Invalidi, di 66 il Pantheon e di 77 le torri di Notre Dame di Parigi!». «Quanto all'orientamento», continua Moreux, «le facce della piramide avrebbero dovuto esser rivolte ai quattro punti cardinali; ma tanto non riuscì con esattezza, se non con la piramide di Cheope. Il problema è infatti arduo, e creò difficoltà assai gravi anche agli architetti più esperti. Abbiamo, è vero, la bussola, ma tutti sanno che l'ago calamitato indica il Nord magnetico: per ogni luogo e per ogni anno — anzi, per ogni giorno — occorre apportare rettifiche. «Resta il metodo astronomico, il Nord segnato dalla Stella Polare. Neppure questo è, tuttavia, un dato esatto, poiché quest'astro, che serve per orientarci in pratica, non si trova affatto al polo celeste: attualmente esso descrive attorno a questo “punto ideale”, corrispondente al prolungamento dell'asse terrestre, un cerchio di 1 grado ed 8' di raggio; tra la Stella Polare ed il polo celeste potrebbero, in parole semplici, trovar posto due globi pari alla Luna. La stella che noi chiamiamo “polare”, inoltre, non avrebbe potuto esser così definita 4 mila anni fa. A causa dell'oscillazione della Terra, l'asse del nostro pianeta punta successivamente in direzioni diverse, ed occorre un lasso di 25 mila anni perché venga ricondotto nella stessa posizione. Fra 13 mila anni la nostra stella polare sarà Vega, il bel sole azzurro della Lira; quando fu costruita la Grande Piramide, la stella polare era un astro della costellazione del Dragone. «Per stabilire il polo celeste bisogna perciò ricorrere ad altri metodi. Gli astronomi antichi non possedevano certo strumenti esatti come quelli che oggi usiamo. Il famoso Tycho Brahe, quando volle orientare l'osservatorio d'Urianenborg, commise, nonostante tutti i suoi calcoli, un errore di 18' d'arco; e dobbiamo notare che tanto avvenne nel 1577, solo tre secoli e mezzo fa. Sia per negligenza che per inettitudine, l'osservatorio di Parigi non è orientato meglio... ed è stato costruito nel 1666! «Ebbene, un'ulteriore, incredibile sorpresa attendeva gli astronomi: si scoprì che l'orientamento della Grande Piramide è esatto con un'approssimazione inferiore a 5'. Qui è assolutamente impossibile pensare ad una coincidenza, e bisogna ammettere che i costruttori egizi furono più abili di Tycho Brahe. «Andiamo oltre: per secoli gli scienziati d'ogni paese civile cercarono un meridiano ideale per la misurazione delle latitudini. La scelta cadde dapprima su quello di Parigi, poi su quello di Greenwich. Ed ora ci accorgiamo che, in realtà, il meridiano ideale è quello della Grande Piramide. Perché mai? «In primo luogo, è il meridiano che passa per la maggior parte di continenti e per la minor parte di distese marine. È il solo a partire dallo stretto di Bering e (circostanza ancor più singolare), se si calcola esattamente l'area abitabile dall'uomo, vediamo che la divide esattamente in due. È giusto, quindi, definirlo ideale, poiché è il solo ad essere fondato su dati naturali. «I costruttori della Grande Piramide avrebbero dunque percorso la Terra e disegnato carte geografiche del globo?». Non solo: l'altezza del monumento è in diretto rapporto (come vedremo) con la distanza del nostro globo dal Sole. E la distanza della Grande Piramide dal centro del pianeta è uguale alla distanza della costruzione stessa dal Polo Nord e, quindi, corrispondente alla distanza dal Polo Nord al centro della Terra. Resta quindi da chiederci come abbiano fatto a saperlo i progettisti, se il loro livello di conoscenza era quello dipintoci dalla scienza tradizionale.

Sezione schematica della Piramide di Cheope:
1. ingresso originale
2. nuova entrata
3. passaggio discendente
4. cunicolo discendente
5. camera inferiore
6. cunicolo ascendente
7. camera della regina
8. cunicolo orizzontale
9. grande galleria
10. camera del re
11. camera delle saracinesche
12. cunicolo verticale

Secondo i "teorici degli antichi astronauti", la prova che gli Egizi erano in grado di viaggiare nello spazio, attraverso il processo tecnologico che avveniva all'interno delle Pirmadi, si può dimostrare attraverso l'esame di un articolato sistema di pozzi di ventilazione rinvenuti all'interno della Grande Piramide che, non ci crederete,  puntano direttamente verso le stelle di Orione e Sirio.
Le Piramidi della piana di Giza si suppone che siano allineate alle tre stelle della cintura di Orione. 
Ciò sembrerebbe indicare che Orione fosse la meta dello "stargate" che stavano costruendo a Giza. 
Perché la Grande Piramide ha dei pozzi di ventilazione che puntano verso Orione? 
E' possibile che in realtà siano dei condotti intergalattici, che collegano la Terra con Orione? Se così fosse, potrebbe essere un ulteriore prova delle nostre origini extraterrestri?

El Castillo, noto anche come Piramide di Kukulcán, è una piramide a gradoni mesoamericana costruita nel centro Maya di Chichen Itza in Messico. Molte caratteristiche architettoniche hanno suggerito la presenza di elementi astronomici. Ognuno delle rampe di scale costruita ai lati della piramide ha 91 gradini. Insieme a quelli extra situati sulla piattaforma in alto, il totale ammonta a 365 gradini, che corrisponde possibilmente a uno per ogni giorno dell'anno (365,25 giorni) o al numero delle orbite lunari: 10.000 rotazioni (365,01 giorni). Un effetto visivamente sorprendente viene visto ogni volta a marzo e a settembre, un'ombra inusuale che nel periodo degli equinozi sembra scendere la balaustrata occidentale della rampa di scale situata a nord. L'effetto visivo è quello di un serpente che discende la scalinata, con la sua testa alla base illuminata. Inoltre la facciata ovest punta verso il tramonto, intorno al 25 maggio, tradizionalmente la data di transizione che delimita il periodo secco dalla stagione delle piogge. 




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