Chi costruì le piramidi di Giza? Qual era la loro
reale funzione? Secondo l'egittologia classica le piramidi
erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine-
tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un
lungo e articolato processo con contestuale giudizio,
sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere
l'aldilà e infine vivere in eterno, ricongiungendosi con
quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a
raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione
di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse
Osiride, signore dell'eternità.
La necropoli di Giza è situata
nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto.
Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa
dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro
del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la
Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta
a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un
quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54.
L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati
secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre
stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del
mondo antico giunta sino ai giorni nostri. La fase principale
di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV
secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel
momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da
Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del
mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno
notevolmente modificato il concetto di piramide.
Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma
geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro
regale,o, per dare una definizione più esatta, una tomba
gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali
e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro
di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti
distinte. Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il
terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca
durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle,
edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di
lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo
chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio
che dava direttamente accesso al lato orientale della
piramide dove una finta porta, o una stele arretrata imitante
un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto
monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi
prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le
pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere
adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si
svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti
quotidiani e festivi celebrati in suo onore. Descrivere le
piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo
sembra quasi un sottovalutarle, perché la Grande Piramide
supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano
dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti
costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili
della cattedrale di Colonia.I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono
diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci
sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e
Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti, ci sono divenuti
così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato.
La
Grande Piramide è già stata tante volte e così
esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro
sennonché la disposizione interna presenta due radicali
mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande
galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale,
un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re.
Poco c’è noto della vita del costruttore della Grande
Piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo
autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto,
molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle,
con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini
il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle.
Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i
segreti della propria gente. Quando morì, fu sepolto in un
luogo segreto: la tomba del "visitatore". Dietro la nascita
dell'antico Egitto si nasconderebbe, dunque, la regia di una
razza aliena tecnologicamente più avanzata? «Le pietre delle
piramidi», volendo citare Jean-Charles Moreux (da "Non è
Terrestre" di Peter Kolosimo, pagg. 178 - 180), «sono connesse
con tanta esattezza (benché alcune siano lunghe sino a dieci
metri), che si può passare una lama di temperino sulla loro superficie
laterale senza scoprire il solco che le divide. Eppure non ci si servì di
calce!Uno dei più grandi imprenditori degli Stati Uniti ha fatto
notare che oggi noi non possediamo macchine capaci di produrre due
superfici che si connettano fra loro perfettamente come sono connesse le
pietre della Grande Piramide. L'insieme della costruzione pesa circa
sei milioni di tonnellate occorrerebbero quindi 6000 locomotive capaci
di trarre mille tonnellate ognuna per trasportarla. L'attuale
disponibilità finanziaria dell'Egitto non basterebbe a pagare gli operai
che fossero incaricati di demolirla. Il suo architetto, chiunque sia stato,
mirava dunque a erigere un monumento perenne. In realtà, nessuno ha
ancora toccato l'audacia dei costruttori della Grande Piramide: sì pensi
che questa montagna di massi supera di 40 metri il Duomo degli
Invalidi, di sessantasei il Pantheon e di settantasette le torri di Notre
Dame di Parigi!»
«Quanto all'orientamento», continua Moreux, «le facce
della piramide sarebbero dovuto esser rivolte ai quattro punti cardinali;
ma tanto non riuscì con esattezza, se non con la piramide di Cheope.»
«Il problema è, infatti, arduo, e creò difficoltà assai gravi
anche agli architetti più esperti. Abbiamo, è vero, la bussola, ma tutti
sanno che l'ago calamitato indica il Nord magnetico: per ogni luogo e
per ogni anno — anzi, per ogni giorno — occorre apportare
rettifiche.»
«Resta il metodo astronomico, il Nord segnato dalla Stella
Polare. Neppure questo è, tuttavia, un dato esatto, poiché quest'astro,
che serve per orientarci in pratica, non si trova per nulla al polo celeste:
in questo periodo esso descrive attorno a questo “punto ideale”,
corrispondente al prolungamento dell'asse terrestre, un cerchio di 1
grado e 8' di raggio; tra la Stella Polare e il polo celeste potrebbero, in
parole semplici, trovar posto due globi pari alla Luna. La stella che noi chiamiamo “polare”, inoltre, non sarebbe potuto esser così definita
quattro mila anni fa. A causa dell'oscillazione della Terra, l'asse del
nostro pianeta punta in seguito in direzioni diverse, e occorre un lasso
di venticinque mila anni perché sia ricondotto nella stessa posizione.
Fra tredici mila anni la nostra stella polare sarà Vega, il bel sole
azzurro della Lira; quando fu costruita la Grande Piramide, la stella
polare era un astro della costellazione del Dragone.»
«Per stabilire il polo celeste bisogna perciò ricorrere ad altri
metodi. Gli astronomi antichi non possedevano certo strumenti esatti
come quelli che oggi usiamo. Il famoso Tycho Brahe, quando volle
orientare l'osservatorio d'Urianenborg, commise, nonostante tutti i suoi
calcoli, un errore di 18' d'arco; e dobbiamo notare che tanto avvenne
nel 1577, solo tre secoli e mezzo fa. Sia per negligenza sia per
inettitudine, l'osservatorio di Parigi non è orientato meglio... ed è stato
costruito nel 1666!»
«Ebbene, un'ulteriore, incredibile sorpresa attendeva gli
astronomi: si scoprì che l'orientamento della Grande Piramide è esatto
con un'approssimazione inferiore a 5'.
Qui è assolutamente impossibile
pensare a una coincidenza, e bisogna ammettere che i costruttori egizi
furono più abili di Tycho Brahe. Andiamo oltre: per secoli gli
scienziati d'ogni paese civile cercarono un meridiano ideale per la
misurazione delle latitudini. La scelta cadde dapprima su quello di
Parigi, poi su quello di Greenwich. E ora ci accorgiamo che, in realtà,
il meridiano ideale è quello della Grande Piramide. Perché mai? In
primo luogo, è il meridiano che passa per la maggior parte di continenti
e per la minor parte di distese marine. È il solo a partire dallo stretto
di Bering e (circostanza ancor più singolare), se si calcola esattamente
l'area abitabile dall'uomo, vediamo che la divide esattamente in due.
È giusto, quindi, definirlo ideale, poiché è il solo a essere fondato su dati
naturali.»
«I costruttori della Grande Piramide avrebbero dunque
percorso la Terra e disegnato carte geografiche del globo? Non solo:
l'altezza del monumento è in diretto rapporto (come vedremo) con la
distanza del nostro globo dal Sole. E la distanza della Grande
Piramide dal centro del pianeta è uguale alla distanza della
costruzione stessa dal polo nord e, quindi, corrispondente alla distanza
dal polo nord al centro della Terra.» Resta quindi da chiederci
come abbiano fatto a saperlo i progettisti, se il loro livello di
conoscenza era quello dipinto dalla scienza tradizionale?