18 gennaio 2021.
Chi costruì le Piramidi della piana di Giza? Secondo una
leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei Faraoni, un dio
arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono
agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le
stelle. Solo uno rimase sulla Terra, e insegnò al popolo del Nilo i
segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo
segreto: la tomba del "visitatore".
"La nostra attuale civiltà globale è stata la prima sulla Terra, o ne è esistita
almeno un'altra se non pari senz'altro superiore tecnologicamente? Per la
realizzazione di determinate costruzioni e altri reperti del passato erano
necessari mezzi evoluti, forse anche più di quelli di cui la nostra civiltà attuale
dispone, e senz'altro non erano sufficienti tutta la buona volontà e il fervore di
uomini appena usciti dall'età della pietra. Per spostare blocchi del peso di 200
tonnellate e porli magistralmente in opera servono tecnologie avanzate e non solo
belle parole! E' stato verificato da qualche tempo che molte antiche costruzioni
sono orientate astronomicamente. Questo elemento non dimostra solamente che
popoli dell'antichità, come gli Egizi ad esempio, avevano un sistema di
conoscenze astronomiche estremamente evoluto, ma fornisce anche lo spunto per
poter utilizzare nell'indagine strumenti forniti da quella disciplina denominata
Archeoastronomia."
(Archeologia dei Misteri,di Paolo Forni)
Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case -
tomba, o per meglio dire delle macchine-tomba; il luogo in cui
l'anima del faraone, attraverso un lungo e articolato processo con
contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e
raggiungere l'aldilà e infine vivere in eterno, ricongiungendosi con
quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a
raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di
Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride,
signore dell'eternità. La necropoli di Giza è situata nella piana di
Giza, alla periferia del Il Cairo, in Egitto.
Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa
dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo
in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di
Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della
base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4;
230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono
orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre
stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo
antico giunta sino ai giorni nostri.
La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno
al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel
momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di
Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli
ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di
piramide.
Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé
stante e innalzato sopra un sepolcro regale, o, per dare una
definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con
quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi
piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende
altre tre parti distinte.
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Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno
coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione
della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste
dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio
soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al
tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al
lato orientale della piramide, dove una finta porta, o una stele
arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al
defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi
prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di
questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e
iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute
regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in
suo onore.
Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie
del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la Grande
Piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano
dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti
interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale
di Colonia. I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono
diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati
riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano
tutt'altro che esatti, ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è
pienamente giustificato.
La Grande Piramide è già stata tante volte e così esaurientemente
descritta che non occorre aggiungere altro sennonché la
disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto,
fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera
camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera
del Re. Poco c’è noto della vita del costruttore della Grande
Piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico
potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo
prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza.
Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi
tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla Terra, e
insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando
morì, fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". [...]
Tratto dal saggio "A proposito degli alieni..." di Francesco Toscano e Enrico Messina, pagg. 95, 96.