Francesco Toscano
L'archeologia spaziale è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri.
Il saggio "A proposito degli alieni...", di Francesco Toscano e Enrico Messina, in offerta su Ibs.it a € 0,50.
Chi costruì le piramidi di Giza? Qual era la loro reale funzione?
Chi costruì le Piramidi della piana di Giza? Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei Faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla Terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore".
"La nostra attuale civiltà globale è stata la prima sulla Terra, o ne è esistita almeno un'altra se non pari senz'altro superiore tecnologicamente? Per la realizzazione di determinate costruzioni e altri reperti del passato erano necessari mezzi evoluti, forse anche più di quelli di cui la nostra civiltà attuale dispone, e senz'altro non erano sufficienti tutta la buona volontà e il fervore di uomini appena usciti dall'età della pietra. Per spostare blocchi del peso di 200 tonnellate e porli magistralmente in opera servono tecnologie avanzate e non solo belle parole! E' stato verificato da qualche tempo che molte antiche costruzioni sono orientate astronomicamente. Questo elemento non dimostra solamente che popoli dell'antichità, come gli Egizi ad esempio, avevano un sistema di conoscenze astronomiche estremamente evoluto, ma fornisce anche lo spunto per poter utilizzare nell'indagine strumenti forniti da quella disciplina denominata Archeoastronomia." (Archeologia dei Misteri,di Paolo Forni)
Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine-tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un lungo e articolato processo con contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà e infine vivere in eterno, ricongiungendosi con quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride, signore dell'eternità. La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia del Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri. La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide. Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro regale, o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte. 96 Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide, dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore. Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la Grande Piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia. I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti, ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato. La Grande Piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro sennonché la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re. Poco c’è noto della vita del costruttore della Grande Piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla Terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì, fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". [...]
Tratto dal saggio "A proposito degli alieni..." di Francesco Toscano e Enrico Messina, pagg. 95, 96.
Le piramidi della piana di Giza.
La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri. La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide.
Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro regale,o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte. Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore. Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la Grande Piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia.I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti, ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato.
La Grande Piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro sennonché la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re. Poco c’è noto della vita del costruttore della Grande Piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì, fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". Dietro la nascita dell'antico Egitto si nasconderebbe, dunque, la regia di una razza aliena tecnologicamente più avanzata? «Le pietre delle piramidi», volendo citare Jean-Charles Moreux (da "Non è Terrestre" di Peter Kolosimo, pagg. 178 - 180), «sono connesse con tanta esattezza (benché alcune siano lunghe sino a dieci metri), che si può passare una lama di temperino sulla loro superficie laterale senza scoprire il solco che le divide. Eppure non ci si servì di calce!Uno dei più grandi imprenditori degli Stati Uniti ha fatto notare che oggi noi non possediamo macchine capaci di produrre due superfici che si connettano fra loro perfettamente come sono connesse le pietre della Grande Piramide. L'insieme della costruzione pesa circa sei milioni di tonnellate occorrerebbero quindi 6000 locomotive capaci di trarre mille tonnellate ognuna per trasportarla. L'attuale disponibilità finanziaria dell'Egitto non basterebbe a pagare gli operai che fossero incaricati di demolirla. Il suo architetto, chiunque sia stato, mirava dunque a erigere un monumento perenne. In realtà, nessuno ha ancora toccato l'audacia dei costruttori della Grande Piramide: sì pensi che questa montagna di massi supera di 40 metri il Duomo degli Invalidi, di sessantasei il Pantheon e di settantasette le torri di Notre Dame di Parigi!» «Quanto all'orientamento», continua Moreux, «le facce della piramide sarebbero dovuto esser rivolte ai quattro punti cardinali; ma tanto non riuscì con esattezza, se non con la piramide di Cheope.» «Il problema è, infatti, arduo, e creò difficoltà assai gravi anche agli architetti più esperti. Abbiamo, è vero, la bussola, ma tutti sanno che l'ago calamitato indica il Nord magnetico: per ogni luogo e per ogni anno — anzi, per ogni giorno — occorre apportare rettifiche.» «Resta il metodo astronomico, il Nord segnato dalla Stella Polare. Neppure questo è, tuttavia, un dato esatto, poiché quest'astro, che serve per orientarci in pratica, non si trova per nulla al polo celeste: in questo periodo esso descrive attorno a questo “punto ideale”, corrispondente al prolungamento dell'asse terrestre, un cerchio di 1 grado e 8' di raggio; tra la Stella Polare e il polo celeste potrebbero, in parole semplici, trovar posto due globi pari alla Luna. La stella che noi chiamiamo “polare”, inoltre, non sarebbe potuto esser così definita quattro mila anni fa. A causa dell'oscillazione della Terra, l'asse del nostro pianeta punta in seguito in direzioni diverse, e occorre un lasso di venticinque mila anni perché sia ricondotto nella stessa posizione. Fra tredici mila anni la nostra stella polare sarà Vega, il bel sole azzurro della Lira; quando fu costruita la Grande Piramide, la stella polare era un astro della costellazione del Dragone.» «Per stabilire il polo celeste bisogna perciò ricorrere ad altri metodi. Gli astronomi antichi non possedevano certo strumenti esatti come quelli che oggi usiamo. Il famoso Tycho Brahe, quando volle orientare l'osservatorio d'Urianenborg, commise, nonostante tutti i suoi calcoli, un errore di 18' d'arco; e dobbiamo notare che tanto avvenne nel 1577, solo tre secoli e mezzo fa. Sia per negligenza sia per inettitudine, l'osservatorio di Parigi non è orientato meglio... ed è stato costruito nel 1666!» «Ebbene, un'ulteriore, incredibile sorpresa attendeva gli astronomi: si scoprì che l'orientamento della Grande Piramide è esatto con un'approssimazione inferiore a 5'.
Qui è assolutamente impossibile pensare a una coincidenza, e bisogna ammettere che i costruttori egizi furono più abili di Tycho Brahe. Andiamo oltre: per secoli gli scienziati d'ogni paese civile cercarono un meridiano ideale per la misurazione delle latitudini. La scelta cadde dapprima su quello di Parigi, poi su quello di Greenwich. E ora ci accorgiamo che, in realtà, il meridiano ideale è quello della Grande Piramide. Perché mai? In primo luogo, è il meridiano che passa per la maggior parte di continenti e per la minor parte di distese marine. È il solo a partire dallo stretto di Bering e (circostanza ancor più singolare), se si calcola esattamente l'area abitabile dall'uomo, vediamo che la divide esattamente in due.
Tratto dal saggio:
ISBN: 978-1-291-45430-7
Autore/i: Francesco Toscano
Göbekli Tepe, più antico della Grande Piramide della piana di Giza.
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Göbekli Tepe |
Un complesso di strutture di pietra, risalente a oltre 10.000 anni fa, è stato scoperto occasionalmente nella prima metà degli anni Novanta del secolo scorso in Turchia, a circa 800 km dalle strade affollate di Istanbul. Da quale passato è venuto fuori? E' un mistero, se si considera che la storia convenzionale, quella che ci hanno insegnato sui banchi di scuola, sostiene che la nostra civiltà ha avuto origine in Mesopotamia alla fine del IV millennio a.C. con l'avvento della civiltà sumerica. Chi furono allora quegli antichi costruttori che si cimentarono nella costruzione di tale complesso archeologico? Queste strutture megalitiche erano fatte forse per essere viste dal cielo? Chi o che cosa poteva volare a quel tempo, a parte una civiltà aliena? Nel Sud-Est della Turchia, sorge il complesso megalito nei pressi di Şanlıurfa. Nel 1994, in questo luogo della Turchia, un pastore locale notò una punta di una pietra che fuoriusciva dal suo campo, su di una collina polverosa. Il pastore, incuriosito, cominciò a scavare. Alla fine dello scavo dissotterrò un pilastro alto circa sei metri. Il pilastro aveva bordi netti, con al centro un'incisione a rilievo di uno strano animale.Da un esame più attento apparve che la pietra, finemente incisa, fu realizzata da artigiani attenti, i quali hanno sicuramente lavorato con strumenti avanzati. La notizia della scoperta del sito archeologico fece il giro del mondo, e quando la comunità scientifica ne prese coscienza, una cosa diventò ovvia: un pastore curdo è incappato, forse, nella più sorprendente scoperta archeologica dell'epoca moderna. Il sito archeologico è noto come Göbekli Tepe, più antico della Grande Piramide della piana di Giza, costruito circa 6000 anni prima che Stonehenge prendesse forma. E, sorprendentemente, costruito tra i 3000 e i 1500 anni prima di Çatalhöyük, sino allora considerato uno degli insediamenti più antichi della storia. Il sito archeologico di Göbekli Tepe si trova su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m, situata sul punto più alto di un'elevazione di forma allungata, che domina la regione circostante, tra la catena del Tauro e il Karaca Dağ e la valle dove si trova la città di Harran. Il sito utilizzato dall'uomo avrebbe avuto un'estensione da 300 a 500 metri quadrati. Tale sito archeologico fu riconosciuto nel 1963 da un gruppo di ricerca turco- statunitense, che notò diversi consistenti cumuli di frammenti di selce, segno di attività umana nell'età della pietra. Dopo la visita del sito, che fu soltanto un "mordi e fuggi" su quello che agli antropologi sembrò un cimitero abbandonato risalente al Medioevo, nel 1994 arrivò Schmidt, convinto che in quel luogo ci fosse più che un vecchio cimitero. "Solo l'uomo può aver creato una collina come questa" sostenne Schmidt. «E' chiaro che questo è un sito enorme risalente all'età della Pietra.» Poco dopo la scoperta del sito archeologico, la notizia arrivò al responsabile del museo della città di Şanlıurfa, che contattò il ministero, il quale a sua volta si mise in contatto con la sede di Istanbul dell'Istituto archeologico germanico. Gli scavi furono iniziati solo nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell'Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt. Nel 2006 gli scavi passarono alle università tedesche di Heidelberg e di Karlsruhe. Gli scavi rimisero in luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco. Sono stati inoltre rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre dieci tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l'utilizzo di strumenti in pietra. Secondo il direttore dello scavo le pietre, drizzate in piedi e disposte in circolo, simboleggerebbero assemblee di uomini. Sono state riportate in luce circa quaranta pietre a forma di T, che raggiungono i tre metri di altezza. Per la maggior parte sono incise e vi sono raffigurati diversi animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni,furono volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Sono inoltre presenti elementi decorativi, come insiemi di punti e motivi geometrici. Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno. Un'altra pietra a forma di T, estratta solo a metà dalla cava, è stata rinvenuta a circa un chilometro dal sito. Aveva una lunghezza di circa nove metri ed era probabilmente destinata al santuario, ma una rottura costrinse ad abbandonare il lavoro. Oltre alle pietre sono presenti sculture isolate, in argilla, molto rovinate dal tempo, che rappresentano probabilmente un cinghiale o una volpe. Confronti possono essere fatti con statue del medesimo tipo rinvenute nei siti di Nevalı Çori e di Nahal Hemar. Gli scultori dovevano svolgere la loro opera direttamente sull'altopiano del santuario, dove sono state rinvenute anche pietre non terminate e delle cavità a forma di scodella nella roccia argillosa, secondo una tecnica già utilizzata durante l'epipaleolitico o età del mesolitico, cioè il periodo intermedio dell'Età della pietra, per ottenere argilla per le sculture o per il legante argilloso utilizzato nelle murature. Nella roccia sono anche presenti raffigurazioni di forme falliche, che forse risalgono a epoche successive, trovando confronti nelle culture sumere e mesopotamiche (siti di Byblos, Nemrik, Helwan e Aswad). Le raffigurazioni di animali hanno permesso di ipotizzare un culto di tipo sciamanico, non distante da quelli presenti nelle culture sumere e mesopotamiche.furono volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove.
Il saggio "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno" in vendita presso il portale internet Photocity.it al costo di € 9,35.
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ISBN 978-88-6682-283-7 |
Certo di avervi fatto cosa gradita, colgo l'occasione di porgere loro cordiali saluti.
Libro | Bianco & Nero |
Formato | 14,8 x 21 (A5) |
Copertina | Morbida |
Pagine | 99 |
Editore | Photocity Edizioni |
Lingua | Italiana |
Categoria | Saggi |
Prezzo | €11.00 |
Sconto | 15% (€1.65) |
Totale | €9.35 |
Il saggio "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno", di Francesco Toscano, in vendita su Lulu.com al costo di € 7,00.

29 settembre 2014.
Cari amici, gentili amiche, buongiorno!
Dettagli del prodotto:
- ISBN
- 9781291454307
- Copyright
- Francesco Toscano (Licenza di copyright standard)
- Edizione
- Terza Edizione - Revisione del 20 giugno 2013
- Editore
- Lulu.com
- Pubblicato
- 20 giugno 2013
- Lingua
- Italiano
- Pagine
- 146
- Rilegatura
- Copertina morbida con rilegatura termica
- Inchiostro contenuto
- Bianco e nero
- Peso
- 0,27 kg
- Dimensioni (centimetri)
- Larghezza: 15,24, altezza: 22,86
La civiltà Sumera.
La storia dei Sumeri è divisa in vari periodi: il primo è detto Protodinastico I (o Mesilim, dal re Misilim di Kish) e va dal 2800 al 2650 a.C.; il secondo periodo è il Protodinastico II (2650-2550 a.C.), documentato da un gruppo di tavolette di Fura (antica Shuruppak) di contenuto amministrativo; segue il periodo della prima dinastia di Ur (2550-2400 a.C.) o Protodinastico III; di cui si conoscono i nomi di alcuni re (Mesannepadda, Meskiagnunna, Elulu, Aannepadda). Contemporaneamente alla prima dinastia di Ur, vi furono a Lagash altri re, fra i quali Eannatum, re di Kish, il quale guerreggiò contro la città di Umma, contro l'Elam e altre città sumeriche. Dopo Eannatum II, il potere fu assunto da una serie di sacerdoti. Verso il 2380-2200 a.C. la Mesopotamia fu tutta conquistata da un re del Nord, Sargon di Akkad; la caduta di questa dinastia è attribuita all'invasione dei barbari Gutei dell'Est, che occuparono la parte centrale del paese. La cacciata dei Gutei fu opera di Utu-Khegal, re di Uruk. Verso la fine del 2000 a.C. anche quest'ultimo impero decadde, a causa dell'invasione amorrea; la città di Ur venne distrutta dagli Elamiti, e con essa termina l'ultimo periodo della civiltà sumerica.
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Il saggio "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno" su www.bookolico.com |
Su Radio Carini, ogni venerdì, dalle 22.00 alle 23.30, la nuova trasmissione sul mistero denominata "Nuovo Millennio", di Gabriele Lombardo.
- http://www.youtube.com/channel/UCglmSU1tu0M4TOL6lH9EuHQ (qui si trovano i podcast).
- https://www.facebook.com/pages/Nuovo-Millennio/364172383713281 (qui si possono fare domande, saluti e contattare la redazione).
Antropologo americano rivela: “Abbiamo la prova inconfutabile che la storia umana è completamente da riscrivere”.
“La storia dell’umanità su questo pianeta è la più grande menzogna mai raccontata e scritta. Non vedo l’ora che la verità venga esposta e che i falsi libri di storia vengano bruciati! I mass-media sono complici di un insabbiamento di proporzioni epiche”.
L’antropologo, Dott. Semir Osmanagich, fondatore del Parco Archeologico Bosniaco, il sito archeologico più attivo del mondo, dichiara che le prove scientifiche, ‘inconfutabili’, venute alla luce, sull'esistenza di antiche civiltà con tecnologia avanzata, non ci lasciano altra scelta se non quella di riscrivere la nostra storia, la storia dell’Umanità Terrestre. Un attento esame, su l’età di alcune strutture, rivela definitivamente che sono state costruite da civiltà avanzate di oltre 29.000 anni fa. “Riconoscere che siamo testimoni di prove fondamentali dell’esistenza di antiche civiltà avanzate risalenti a oltre 29 mila anni fa, e un esame delle loro strutture sociali, costringe il mondo a riconsiderare totalmente la sua comprensione sullo sviluppo della civiltà attuale e della sua storia”, spiega il Dott. Semir Osmanagich. “I dati conclusivi del 2008 riguardanti il sito della Piramide Bosniaca, e confermati quest’anno da diversi laboratori indipendenti che hanno condotto test di carbonio radiofonico, hanno rilevato che il sito risale a più o meno 29.400 anni fa, minimo”. La datazione delle prove al radiocarbonio è stato fatto dal Radiocarbonio Lab di Kiev, in Ucraina, su materiale organico presente nel sito bosniaco della Piramide. Il fisico Dr. Anna Pazdur dell’Università polacca di Slesia, ha annunciato la notizia in una conferenza stampa a Sarajevo nell’agosto del 2008.
Il professore di Archeologia Classica presso l’Università di Alessandria, Dott. Mona Haggag, ha descritto questa scoperta come “scrivere nuove pagine della storia europea e mondiale”. La data di 29.000 anni del Parco Archeologico Bosniaco, è stata ottenuta da un pezzo di materiale organico recuperato da uno strato di argilla che si trovava all’interno dell’involucro esterno alla piramide. Ne consegue una data campione, ottenuta durante la stagione 2012 nello scavo su materiale che si trova sopra il calcestruzzo, di 24,8 mila anni, il che significa che questa struttura ha un profilo di costruzione che risale a quasi 30 mila anni. “I popoli antichi che hanno costruito queste piramidi conoscevano i segreti della frequenza e dell’energia. Hanno usato queste risorse naturali per sviluppare tecnologie, e per intraprendere la costruzione di scale che non abbiamo visto in nessun altro posto della terra”, ha detto il dottor Osmanagich.“Le prove dimostrano chiaramente che le piramidi furono costruite allineandole con la griglia energetica della Terra, ed erano come macchine che fornivano energia al potere della guarigione”. Studiosi di storia antica negli Stati Uniti, hanno notizie altrettanto sorprendenti su qualcosa trovato negli angoli più lontani del globo. Per esempio la scoperta di Rockwall al di fuori di Dallas, Texas, è solo un esempio di come stiamo riesaminando antichi misteri che rivelano molto sul nostro passato. Il sito Texano è un complesso e poderoso muro di dieci miglia di diametro costruito oltre 20.000 anni fa e coperto dal suolo sette piani sotto terra. La domanda è: da chi è stata costruita questa struttura e per quale scopo e, soprattutto, la conoscenza data da queste civiltà del passato, in che modo può aiutarci a comprendere il nostro futuro? Nuove tracce rivelate o antiche civiltà ri-scoperte hanno acceso una innata curiosità per le origini umane, come risulta dalla recente copertura nei media mainstream. Il numero di novembre 2013 di National Geographic: I 100 più grandi misteri rivelati delle Civiltà Antiche dice, “A volte le culture si lasciano dietro misteri che confondono coloro che vengono dopo di loro, dai menhir ai manoscritti codificati, ci indicano che gli antichi hanno avuto uno scopo profondo”. Scienziati lungimiranti continuano a perseguire la conoscenza del nostro passato che è utile per determinare un futuro migliore. Il rinomato autore Michal Cremo, nel suo libro Forbidden Archeology, teorizza che la conoscenza dell’avanzato Homo-sapiens è stata soppressa o ignorata dalla comunità scientifica perché contraddice le attuali opinioni sulle origini umane che non vanno d’accordo con il paradigma dominante.
Göbekli Tepe, Şanlıurfa, 2011 |
Gobekli Tepe nella Turchia orientale.
Libro/eBook: "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno." - Terza edizione - in vendita su www.lulu.com ad € 10,00.
Dettagli del prodotto:
- ISBN
- 9781291454307
- Copyright
- Francesco Toscano (Licenza di copyright standard)
- Edizione
- Terza Edizione - Revisione del 20 giugno 2013
- Editore
- Lulu.com
- Pubblicato
- 20 giugno 2013
- Lingua
- Italiano
- Pagine
- 146
- Rilegatura
- Copertina morbida con rilegatura termica
- Inchiostro contenuto
- Bianco e nero
- Peso
- 0,27 kg
- Dimensioni (centimetri)
- Larghezza: 15,24, altezza: 22,86
"Il Mistero archeologico degli scheletri giganti umani".
Ufo sulla terra 300 milioni di anni fa.
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L'OOPart di Vladivostok, in Russia. Si tratta di un meccanismo di un “UFO” precipitato 300 milioni di anni fa? |
11 febbraio 2013.

L'ebook "GLI ANTICHI ASTRONAUTI: DÈI PER IL MONDO ANTICO, ALIENI PER QUELLO MODERNO", compralo su www.lulu.com al prezzo di € 2,99.
L'ebook "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno." di Francesco Toscano, in vendita su Google Play al prezzo di € 8,05.
Gentile lettrice, Egregio lettore del blog, buonasera.
Buona lettura!
Francesco Toscano, l'autore del libro.
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Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria di Gesù.
Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose.
Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori.
Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.
Grazie,
Francesco Toscano
Autore e Editore.
Libri/E-book: "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno."
Libri/E-book: "A proposito degli alieni..." di Francesco Toscano ed Enrico Messina.
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