Le quattro componenti umane: Corpo, Mente, Spirito, Anima; dall'analisi dei romanzi e dei saggi di Francesco Toscano.

4 settembre 2024


Palermo, 4 sett. 2024.

Ecco una panoramica delle quattro componenti umane come appaiono dalla lettura dei romanzi e dei saggi di Francesco Toscano:


  • Corpo: Il corpo è l'involucro fisico che ospita le altre componenti umane. Esso è composto da carne, ossa e organi. In "E un giorno mi svegliai", in particolare, il corpo viene spesso descritto come fragile e soggetto a dolore e decadimento. Nel fantasy il corpo, inoltre, è descritto come una "gabbia" che ci costringe a condividere la nostra umanità e che ci riduce "ai minimi termini"; il corpo è descritto come sofferente dopo il ritorno dello spirito. Anche in "Naufraghi nello spazio profondo", il corpo è spesso rappresentato come debole e bisognoso di essere migliorato con la tecnologia per sopravvivere alle difficoltà dei viaggi spaziali e della vita su altri pianeti. In  "E un giorno mi svegliai", poi, il corpo in decadimento del Cuzzuperi, dovuto allo stress psico-fisico da egli subito in conseguenza al suo rapimento da parte degli alieni, oltre che a causa della gravità artificiale e delle condizioni di viaggio che è costretto a subire, viene descritto talmente indebolito da ridurre il medesimo personaggio "a larva umana";
  • Mente: La mente è la sede del pensiero, della ragione e della cognizione. È responsabile delle nostre capacità intellettuali e della nostra capacità di elaborare informazioni. In "E un giorno mi svegliai", la mente viene spesso manipolata dagli Anunnaki per controllare gli esseri umani. Tuttavia, nel predetto fantasy si afferma che la mente umana ha anche il potenziale per sviluppare capacità extrasensoriali come la telepatia. In "Naufraghi nello spazio profondo", la mente umana viene rappresentata come limitata rispetto all'intelligenza artificiale, che alla fine prende il sopravvento e assume il controllo della situazione;
  • Spirito: Lo spirito è la forza vitale che ci anima e ci connette al divino. È la parte di noi che sopravvive alla morte fisica. In "E un giorno mi svegliai", lo spirito è visto come una fonte di energia potente e preziosa che gli alieni cercano di sfruttare. In "E un giorno mi svegliai" si afferma che gli alieni, in particolare i Rettiliani, sono interessati a impossessarsi dell'energia spirituale degli esseri umani. Sempre in , lo spirito è rappresentato come capace di lasciare il corpo e viaggiare attraverso un "cunicolo spazio-temporale";

  • Anima: L'anima è la nostra essenza immortale, il nostro vero io. È la parte di noi che è eterna e divina. In "E un giorno mi svegliai", l'anima è descritta come "legata indissolubilmente al nostro DNA e alla nostra struttura molecolare". È anche vista come una scintilla divina che ci connette al "Grande Architetto" dell'Universo. In "Condannato senza possibilità d'appello", l'anima è soggetta alla metempsicosi, la reincarnazione in diverse forme di vita dopo la morte, secondo il volere di Dio.
 Cordialmente vostro, Francesco Toscano.

La figura del dio sumero Enki e la creazione dell'uomo nei romanzi di Francesco Toscano.

30 agosto 2024


Palermo, 30 agosto 2024.

Enki, il dio sumero della sapienza e della creazione, ricopre un ruolo significativo nei romanzi e nei saggi di Francesco Toscano, in particolare nel fantasy "E un giorno mi svegliai". 
Enki è presentato come uno degli Anunnaki, una razza aliena proveniente dal pianeta Nibiru, giunti sulla Terra in tempi remoti alla ricerca di oroEnki, noto anche come Ea nella mitologia babilonese, era inizialmente il dio protettore di Eridu, antica città della Mesopotamia. Il suo culto si diffuse in seguito in tutta la regione e oltre, arrivando fino agli Ittiti e agli Hurriti. Era considerato il dio di diversi ambiti, tra cui i mestieri, il male, l'acqua, il mare, i laghi, la sapienza e, soprattutto, la creazione. Enki è descritto come colui che, attraverso la manipolazione genetica degli ominidi, ha dato origine all'Homo Sapiens, ovvero l'uomo moderno. Questo atto fu motivato dalla ribellione degli Anunnaki che lavoravano nelle miniere d'oro, e dalla necessità di creare una nuova forza lavoro. In seguito, sfidando il volere del fratellastro Enlil, che voleva l'estinzione dell'umanità durante il Diluvio Universale, Enki decise di salvare l'uomo e di condividere con lui le sue conoscenze scientifiche. Questo atto segnò l'inizio della civilizzazione umana e il passaggio di conoscenze dagli "dèi" agli uomini. Enki è anche il padre di Adapa, considerato il primo uomo civilizzato, a cui donò la saggezza. In sintesi, Enki emerge dalle fonti come una figura ambigua, ma fondamentale per la nascita e lo sviluppo dell'umanità. Il suo atto di creazione, motivato da esigenze pratiche, si trasformò in un gesto di benevolenza quando decise di salvare l'uomo dalla distruzione e di renderlo partecipe della sua sapienza. Come nelle antiche scritture sumere, anche nelle opere di Toscano, Enki è il fautore della creazione dell'uomo. Spinto dalla ribellione degli Anunnaki che lavoravano nelle miniere d'oro, Enki decide di creare una nuova specie di lavoratori manipolando geneticamente gli ominidi presenti sulla TerraL'autore sottolinea come Enki, noto anche come E.A. ("Colui la Cui Casa è l'Acqua"), fosse in disaccordo con il fratellastro Enlil, che desiderava la scomparsa dell'umanità. Questo contrasto culmina nell'episodio del Diluvio Universale, durante il quale Enki protegge segretamente l'umanità, permettendone la sopravvivenzaQuesto atto di benevolenza di Enki, che si contrappone alla natura spesso spietata degli altri Anunnaki, lo rende una figura chiave nell'evoluzione umana. Secondo Toscano, Enki avrebbe condiviso parte della sua conoscenza con alcuni eletti, contribuendo alla nascita della civiltàL'autore cita il libro "Il libro perduto del dio Enki" di Zecharia Sitchin a supporto della sua narrazioneIn sintesi, le opere di Toscano riprendono e reinterpretano il mito sumero di Enki, presentandolo come una figura complessa e determinante nella storia dell'umanità. La creazione dell'uomo, seppur motivata da esigenze pratiche, diventa un atto che segna l'inizio di un legame indissolubile tra Enki e la sua creazione, portandolo a proteggerla e a guidarla nel suo percorso evolutivo.

Cordialmente vostro, Francesco Toscano.

Quali sono le fonti che, secondo Toscano, provano l'esistenza degli antichi astronauti?

29 agosto 2024


Palermo, 29 agosto 2024.

Secondo Francesco Toscano, le prove dell'esistenza di antichi astronauti derivano da varie fonti, tra cui:

Reperti archeologici: Toscano menziona "reperti archeologici" come una delle prove a sostegno della teoria degli antichi astronauti.

Incisioni rupestri: Toscano cita le "incisioni rupestri" come possibili prove della presenza di antichi astronauti. Secondo i sostenitori di questa teoria, alcune incisioni rupestri raffigurerebbero tecnologie e conoscenze troppo avanzate per l'epoca in cui sono state create.

Sculture: Similmente alle incisioni rupestri, Toscano include le "sculture" tra le prove a sostegno dell'ipotesi degli antichi astronauti.

Testi antichi: Toscano menziona "antichi testi" come possibile fonte di informazioni sulla presenza di antichi astronauti. Secondo alcuni, questi testi conterrebbero descrizioni di "Dèi venuti dal Cielo" che potrebbero essere interpretati come incontri con extraterrestri.

Miti e leggende: Toscano evidenzia come i miti e le leggende di varie culture, che narrano di "Dèi venuti dal Cielo", potrebbero essere interpretati come resoconti di incontri con extraterrestri. Cita esempi di miti babilonesi, greci, nordici e precolombiani a sostegno di questa teoria.

È importante sottolineare che Toscano presenta la teoria degli antichi astronauti come un'ipotesi intrigante, ma non come un fatto dimostrato. Le prove presentate sono soggette a interpretazioni diverse e la comunità scientifica rimane divisa sulla loro validità.

 

Cordialmente vostro, Francesco Toscano

Gli alieni e l’umanità nei saggi e nei romanzi di Francesco Toscano.

9 agosto 2024


Palermo, 9 agosto 2024.

I romanzi e i saggi dell’autore Francesco Toscano descrivono vari aspetti delle interazioni immaginarie tra alieni e umanità.

Creazione e sfruttamento: In "E un giornomi svegliai", gli Anunnaki, antichi dèi del pianeta Nibiru, sono descritti come i creatori dell'umanità. Gli Anunnaki crearono gli umani per estrarre risorse minerarie sulla Terra, necessarie per la salvezza del loro pianeta natale.

Manipolazione genetica ed evoluzione: Gli Anunnaki, con l'aiuto dei Malachim, una razza aliena a loro servizio, continuano a manipolare geneticamente gli umani attraverso la clonazione e l'ibridazione. Questo processo, secondo alcuni personaggi del libro, è necessario per l'evoluzione spirituale dell'umanità. I Malachim, descritti come esseri intelligenti e potenti capaci di telepatia e telecinesi, fungono da intermediari tra Anunnaki e umani, eseguendo i loro ordini e controllando le operazioni militari.

Interesse per l'energia spirituale: I Rettiliani, un'altra razza aliena presente negli scritti di Francesco Toscano, sono interessati all'"energia spirituale" posseduta da alcuni umani. Questa energia, chiamata "Anima", è descritta come una forza ancestrale e divina che gli alieni cercano di sottrarre agli umani per raggiungere l'immortalità.

Schiavitù e controllo: Nonostante le loro conoscenze avanzate, i Malachim mantengono gli umani in uno stato di schiavitù, evidenziando il potere e il controllo esercitato dagli Anunnaki. Questo controllo si manifesta attraverso esperimenti genetici, istruzioni impartite agli umani durante il loro soggiorno sulle astronavi e decisioni cruciali che riguardano il destino dell'umanità.

In generale, gli scritti dell’autore Francesco Toscano presentano una visione complessa delle relazioni tra alieni e umani, caratterizzata da creazione, sfruttamento, manipolazione genetica e un forte interesse per l'energia spirituale degli umani.

Cordiali saluti, Francesco Toscano.

Quale tema accomuna i saggi di Toscano sull'ufologia? Come si inserisce la figura di Zecharia Sitchin nelle opere di Toscano?

8 agosto 2024

 Palermo, 9 agosto 2024.


Quale tema accomuna i saggi di Toscano sull'ufologia?

 

Il tema comune che lega i saggi di Toscano sull'ufologia, "A proposito degli alieni…" e "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", è la teoria degli antichi astronauti. Questa teoria suggerisce che gli extraterrestri abbiano visitato la Terra in passato, influenzando lo sviluppo delle prime civiltà umane.

Entrambi i saggi presentano questa teoria come una possibile spiegazione per l'avanzata conoscenza e lo sviluppo tecnologico di civiltà come i Sumeri, i Maya, gli Inca e gli Egizi. I sostenitori di questa teoria, come Erich von Däniken, Peter Kolosimo e Zecharia Sitchin, indicano reperti archeologici, incisioni rupestri, sculture e antichi testi come prove della presenza di questi antichi astronauti. Essi sostengono che queste prove suggeriscano tecnologie e conoscenze troppo avanzate per l'epoca in cui sono state create, portando all'ipotesi di un intervento extraterrestre. Tuttavia, è importante sottolineare che entrambi i saggi presentano la teoria degli antichi astronauti come un'ipotesi intrigante, ma non come un fatto dimostrato. Le prove presentate sono soggette a diverse interpretazioni e la comunità scientifica rimane divisa sulla loro validità.

 


Come si inserisce la figura di Zecharia Sitchin nelle opere di Toscano?

 

Zecharia Sitchin è una figura chiave nelle opere di Francesco Toscano, in particolare nel suo romanzo fantasy "E un giorno mi svegliai". Nel romanzo, Toscano cita esplicitamente le teorie di Sitchin sugli Anunnaki, una razza aliena proveniente dal pianeta Nibiru. Secondo Sitchin, gli Anunnaki visitarono la Terra in passato, creando l'umanità per usarla come forza lavoro nelle loro miniere d'oro. Toscano integra questa teoria nella trama del suo romanzo, descrivendo gli Anunnaki come esseri tecnologicamente avanzati che rapiscono il protagonista, Salvatore Cuzzuperi, per esperimenti genetici.

L'influenza di Sitchin è evidente anche nell'enfasi di Toscano su specifici dettagli della mitologia sumera, come l'importanza di Enki, il dio della sapienza e della creazione. Toscano descrive Enki come un esperto di genetica e lo collega direttamente alla creazione dell'uomo, riprendendo un elemento centrale delle teorie di Sitchin.

Attraverso la citazione diretta delle teorie di Sitchin e l'utilizzo di elementi specifici della mitologia sumera, Toscano inserisce la figura di Sitchin come una sorta di autorità nel campo dell'ufologia e degli antichi astronauti. In questo modo, Toscano conferisce un'aura di credibilità e di mistero alla sua narrazione fantascientifica.


Cordiali saluti, Francesco Toscano.

Il rapporto conflittuale del giovane Magrì con i suoi genitori, nel romanzo "Malacarne" di Francesco Toscano.


Palermo, 8 agosto 2024.

Francesco Salvatore Magrì, detto Turiddu, ha un rapporto difficile con i suoi genitori nel romanzo "Malacarne", di Francesco Toscano. Turiddu è cresciuto in un ambiente familiare intriso di criminalità e violenza, essendo i suoi genitori, Carlo e Maria Pia Perracchio, piccoli pregiudicati del quartiere palermitano della Kalsa. Nonostante i genitori avessero tentato di allontanarsi dalla malavita, Turiddu era stato comunque esposto a quell'ambiente malsano sin dalla tenera età, assorbendone la violenza e il disprezzo per la legge.

La situazione precipita quando Turiddu, in concorso con altri, rapina un supermercato in Piazza Francesco Nascè, già “messo a posto” con la famiglia mafiosa di riferimento, tanto che il boss al comando della famiglia mafiosa di Porta Nuova chiede vendetta per l’accaduto. Per proteggerlo, il padre di Turiddu è costretto a pagare un corrispettivo in denaro agli uomini della consorteria mafiosa sia del suo quartiere, la Kalsa, che a quelli di Porta Nuova. Turiddu, sentendosi tradito e abbandonato dai suoi genitori, fugge portando con sé solo pochi averi e il peso del suo passato.

Il romanzo evidenzia come il rapporto conflittuale di Turiddu con i genitori sia il risultato di un ambiente familiare disfunzionale e di un contesto sociale degradato, che lo hanno spinto verso la criminalità. La violenza ereditata dal padre e il senso di abbandono provato nei confronti di entrambi i genitori segnano profondamente il giovane Magrì, influenzando le sue scelte future e il suo percorso di vita.

 

Il particolare conflitto interiore di Magrì nei confronti dei suoi genitori e, in particolare, nei confronti di sua madre

Nel romanzo, Francesco Salvatore Magrì è afflitto da un profondo conflitto interiore riguardo ai suoi genitori, in particolare nei confronti della madre, Maria Pia Perracchio, detta "Ciccina a ruossa".

Turiddu ha sempre avuto un rapporto conflittuale con i genitori, entrambi coinvolti in attività criminali. In particolare, il giovane Magrì rimprovera alla madre la sua rassegnazione e il suo vittimismo, vedendola come incapace di ribellarsi al destino di miseria e violenza che li circonda.

Nonostante la rabbia e il risentimento, Turiddu, nel profondo, ama la madre e soffre per la sofferenza che le ha causato con il suo comportamento sregolato. Dopo anni di lontananza, il rimorso per averla abbandonata e per averla fatta soffrire lo tormenta, portandolo a desiderare di riconciliarsi con lei.

Un evento significativo che evidenzia la complessità del rapporto con la madre si verifica quando Turiddu, presso il Santuario di Monte Pellegrino, dove si è recato per omaggiare Santa Rosalia per il miracolo fattogli, la vede in preghiera tra i banchi di quel luogo sacro. Invece di affrontare la situazione e cercare un riavvicinamento, Turiddu si nasconde, fuggendo da quel luogo come un ladro, incapace di superare il muro di rabbia e risentimento che lui stesso ha eretto. Questo episodio dimostra come il conflitto interiore di Turiddu sia irrisolto, un groviglio di amore, rabbia e senso di colpa che lo paralizza e gli impedisce di riallacciare i rapporti con la madre.

La morte della madre, avvenuta durante la detenzione di Turiddu, rappresenta un punto di svolta nella sua vita. La perdita, unita a quella del figlio e del suocero, lo spinge a rivalutare le sue scelte e a desiderare un cambiamento radicale, ma la profonda depressione lo porterà al suicidio. 

Sebbene non venga descritto esplicitamente, è plausibile che il rapporto conflittuale con sua madre e suo padre, abbia contribuito alla decisione di Turiddu di collaborare con la giustizia, come per esorcizzare i demoni del passato e trovare una forma di redenzione per gli errori commessi.

 

 

Salvatore Cuzzuperi, il personaggio del fantasy “E un giorno mi svegliai”, di Francesco Toscano. Il suo rapimento da parte degli alieni e gli aspetti psicologici dell'evento in parola.

E un giorno mi svegliai

Palermo, 8 agosto 2024.


Salvatore Cuzzuperi

Salvatore Cuzzuperi è il protagonista del romanzo fantasy "E un giorno misvegliai" di Francesco Toscano. È un impiegato di circa quarant'anni che vive nella provincia di Palermo.

 

Il rapimento di Salvatore Cuzzuperi da parte degli alieni 

Nell'estate del 2011, Salvatore Cuzzuperi, viene rapito dai Malachim, una razza aliena controllata dagli Anunnaki. I Malachim fungono da intermediari tra gli Anunnaki e gli esseri umani, obbedendo agli ordini degli Anunnaki. Sono responsabili del rapimento di Cuzzuperi e di altri esseri umani, controllandoli attraverso la telepatia e la telecinesi.

Gli Anunnaki, secondo la narrazione di Toscano, provengono da Nibiru, un pianeta del nostro sistema solare. Durante l'antichità essi giunsero sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta, essenziali per la sopravvivenza del loro. A tal fine, crearono l'umanità per utilizzarla come forza lavoro. Nel corso del romanzo, Cuzzuperi si ritrova coinvolto nel conflitto tra gli Anunnaki e i Rettiliani, un'altra razza aliena con sembianze di grandi lucertole evolute, interessate a impossessarsi dell'energia spirituale di cui è dotata una parte della popolazione umana.

Attraverso le sue disavventure, Cuzzuperi scopre che gli Anunnaki stanno conducendo esperimenti genetici di ibridazione tra la loro specie e quella umana. In questo processo, perde gradualmente la sua umanità e diventa un Igigi, un essere a cui gli Anunnaki hanno concesso le loro conoscenze. Alla fine, viene accolto come nuovo membro della "fratellanza cosmica".

 

L'aspetto psicologico del rapimento alieno nel fantasy "E un giorno mi svegliai"

L'esperienza del rapimento alieno ha un profondo impatto psicologico su Salvatore Cuzzuperi in "E un giorno mi svegliai". Nel fantasy si descrivono una serie di emozioni e stati mentali che Cuzzuperi attraversa durante la sua odissea.

Smarrimento e crisi esistenziale: La scoperta che l'umanità potrebbe essere il risultato di un esperimento genetico condotto dagli Anunnaki getta Cuzzuperi in un profondo smarrimento. Questa rivelazione mette in crisi la sua fede in un Dio creatore, lasciandolo con un senso di vuoto esistenziale.

Senso di impotenza e paura: La consapevolezza dell'inferiorità tecnologica e fisica degli umani rispetto agli alieni alimenta in Cuzzuperi un senso di impotenza. La capacità degli Anunnaki e dei Malachim di viaggiare tra le dimensioni, manipolare il DNA e utilizzare tecnologie avanzate lo fa sentire come una "cavia da laboratorio", in balia di forze incontrollabili. Questo senso di impotenza è ulteriormente amplificato dalla paura. Cuzzuperi sperimenta terrore e panico di fronte all'ignoto, in particolare quando si trova faccia a faccia con i Rettiliani, descritti come creature crudeli e fameliche.

Dissociazione dalla realtà: Nel tentativo di far fronte al trauma del rapimento e alle rivelazioni sconvolgenti sulla natura dell'umanità, Cuzzuperi sperimenta momenti di dissociazione dalla realtà. Descrive la sensazione di sentirsi come in un "incubo", di non sapere più chi sia o cosa stia facendo, e di percepire il tempo come se si fosse fermato.

Trasformazione in Igigi: La trasformazione di Cuzzuperi in un Igigi rappresenta l'apice del suo viaggio psicologico. In questo processo, perde gradualmente la sua umanità e assume una nuova identità come membro della "fratellanza cosmica", accedendo alle conoscenze degli Anunnaki. Sebbene il romanzo non esplori in dettaglio le implicazioni psicologiche di questa trasformazione, si può dedurre che essa comporti una radicale alterazione della sua percezione di sé, del mondo e del suo posto nell'universo. Nel fantasy si sottolinea come l'esperienza del rapimento alieno non si limiti a un evento fisico, ma si traduca in un trauma profondo che scuote le fondamenta identitarie e spirituali di Cuzzuperi. La paura, lo smarrimento, la dissociazione e la trasformazione in Igigi sono tappe di un percorso psicologico complesso che riflette la fragilità umana di fronte all'ignoto e la vulnerabilità delle nostre certezze di fronte a realtà che mettono in discussione la nostra stessa natura.

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